Google
 

giovedì 28 maggio 2009

Fotografi nel web #84: Luca Bettosini



Luca Bettosini: chi è?
Nel 1964 a San Remo vince la canzone “Non ho l’età” e l’America inizia la sanguinosa guerra in Vietnam. Sono nato in quell’anno, a Sorengo in Ticino-Svizzera. Un anno dopo arrivavo in cima alla mia prima montagna. Ero sulle spalle di mio padre. Non lo ricordo, ma probabilmente quel giorno mio padre, senza volerlo, mi ha trasmesso quell’amore per la natura che è poi diventato lo scopo di tutta la mia vita. Da grande ho fatto l’elettricista, dedicando però ogni momento libero alle mie montagne, le montagne ticinesi. Giravo sempre con la macchina fotografica al collo. Fotografavo di tutto per mostrarlo agli altri, a quelle persone che poi sono state travolte dalla mia stessa passione per la natura. Montagne, fiori, alberi, insetti, animali... Ero felice ogni volta che l’immagine fotografica corrispondeva a quello che avevo visto! Un giorno mi è stato chiesto di realizzare un libro fotografico sulle montagne del Ticino, un libro che doveva avere lo scopo di mostrare che la natura è un bene prezioso, unico e insostituibile. E così è nato il mio primo libro fotografico che ha avuto un buon successo e che mi ha spinto a cambiare mestiere. Al primo libro è seguito un secondo, poi un terzo… e così via. Avevo scovato una nicchia di mercato che ama le immagini di natura, quelle semplici, senza troppi effetti tecnologici. E così oggi sono arrivato a oltre venti libri fotografici! Nel frattempo un’altra idea mi frullava in testa: la prima rivista fotografica svizzera in lingua italiana! Con il prezioso materiale fotografico raccolto in tanti anni valeva la pena di tentare ed è nato il mensile "Vivere la montagna" che ora ha 7 anni con oltre 65 numeri e che è il mio lavoro! Nel frattempo sono diventato fotoreporter e giornalista iscritto al registro RP. Oltre a gestire personalmente l’unica rivista fotografica svizzera mensile in lingua italiana realizzo libri (2 all’anno) sulla natura del mio paese in Ticino-Svizzera. Per me l’immagine naturalistica è prima di tutto un’emozione. Spesso mi occorre un certo tempo per riuscire a immedesimarmi nella natura. Devo prima di tutto cacciare via tutti i pensieri, le preoccupazioni della tecnologia per poi entrare in sintonia con la natura. Sono un solitario, lavoro da solo e sono quasi sempre in mezzo alla natura da solo. Con il tempo ho constatato che ci vuole una dote per fotografare la natura: la pazienza. Sapere aspettare. E questo pochi lo sanno fare. Purtroppo non sono molti quelli che riescono a condividere con me le gioie della natura, soprattutto fotografiche. Ma questa solitudine ora è colmata dai siti di fotografia dove trovo molta gente i cui consigli e commenti mi aiutano a continuare con più serenità. Tutti i giorni scrivo per i libri e per la mia rivista, scrivo articoli e realizzo servizi fotografici sulla natura e le montagne in generale. Fortunatamente non ho mai perso quell'amore iniziale che ora cerco di trasmettere ai miei tre figli nella speranza che anche loro possano un giorno provare le mie stesse gioie, le mie stesse emozioni. Confesso che ho poche conoscenze di tecnica fotografica, ma in compenso ho tanta fantasia e amore. E so sempre che cosa fotografare e quando farlo. Da elettricista davo la luce a tutti con l’energia elettrica, ora cerco di usare la luce per realizzare immagini, cerco di usare la luce come se fosse inchiostro. E’ facile scrivere sciocchezza. Non è facile scrivere bene. È facile scattare foto, non è facile fotografare bene. Ho 45 anni e la fotografia è il mio mestiere. No, sbaglio, la fotografia è gioia, felicità, emozioni. La fotografia è la mia vita.
Nel frattempo l’America è sempre in guerra, ora con l’Irak, e dopo quarant’anni a San Remo ha vinto la canzone “Nel mondo dei sogni”. Sono Luca Bettosini e continuo a vivere nei mondo dei sogni che non hanno età.

Quando hai iniziato a fotografare?
Avevo circa 18 anni e da quel momento non ho mai smesso.

Quale genere ti piace maggiormente fotografare?
Tutto ciò che riguarda la natura e le montagne. Mi sono specializzato nella ricerca della flora del mio paese il Ticino di cui ho realizzato molti libri. Ho realizzato tutta una serie di libri fotografici sui trekking, escursioni e passeggiate sulle montagne del mio paese. Amo anche particolarmente le macro di natura. Ultimamente sto preparando una serie di libri sugli animali selvatici, domestici e di fattoria sempre del mio paese e hai voglia a fotografare ora!

Hai fatto qualche corso di fotografia?
Non ho mai fatto un solo corso, a furia di provare, sbagliare e con tanta esperienza sul campo sono riuscito a diventare un buon fotografo anche se sulla tecnica non sono certo un mago... anzi! Sulle foto di natura ho una grande esperienza che mi permette di valutare un'immagine senza paura di sbagliare. Per me conta solo l'effetto emotivo che riesco a trasmettere con la fotografia di natura e su questo riesco abbastanza bene.

Quali sono i fotografi del passato e del presente che più apprezzi?
Non mi sono mai interessato ai nomi dei fotografi, guardo un’infinita di fotografie sulla natura ma non mi interessa assolutamente sapere o conoscere chi le scatta. Da questo lato sono piuttosto limitato. Non so neanche io il perché esattamente... forse perché seguo la mia strada senza farmi influenzare da nessuno.

Che attrezzatura fotografica hai usato nel passato, e quale stai attualmente utilizzando?
La mia prima macchina fotografica è stata una Yashica FXD quartz, comperata nel lontano 1982 e che posseggo tutt’ora. Mi ha dato mille emozioni per tantissimi anni. Sono poi passato alle prime digitali compattine della Sony e della FujiFilm. In un periodo di circa 10 anni avrò cambiato una ventina di macchine prima di approdare alle Nikon con la D70, D200 e ora la nuova D90 con un corredo completo di tele, macro, grandangoli eccetera con cui mi trovo perfettamente a mio agio. Nel mio campo fotografico, la natura in generale, non ho bisogno di chissà quali attrezzature ed un capitolo a cui non faccio molto caso ora che ho tutto il necessario. La natura non ha bisogno di effetti speciali, io la riprendo come la vedo e non elaboro quasi nulla tranne un’aggiustatina ai contrasti e ai colori. Con la Sony DSCh7 mi trovo anche benissimo mentre compio i miei lunghissimi trekking sulle montagne e con questa macchinetta ho realizzato una decina di libri fotografici e centinaia di servizi fotografici sulla mia rivista.

Qual è lo scatto al quale sei particolarmente legato?
Lo scatto a cui tengo di più è senz’altro questo di mio figlio.


È stato un puro caso. Vedendo la fotografia si può pensare che sono un sadico ma è successo così: stavo aspettando mia moglie in auto mentre pioveva e nevicava con mio figlio Vincent, mio figlio era tranquillo seduto (aveva 3 anni) e io sono uscito un attimo per scattare una fotografia del panorama davanti a me e mio figlio ha pensato che me ne stavo andando e si è messo a piangere venendo al finestrino, io mi sono voltato e l’ho visto, avevo la macchina in mano e ho fatto una scatto prima delle inevitabili coccole! Un colpo fortunato insomma. Le ho dato come titolo “Dolore” perché è davvero incredibile l’emozione che mi suscita questo scatto ogni volta che lo rivedo.

Quali sono i tuoi progetti attuali e quali quelli per il futuro?
L’unico mio progetto per il futuro è di cercare di presentare sempre nel miglior modo possibile la natura del mio paese sulla mia rivista e sulle pubblicazioni che realizzo ogni anno. In un paese come il mio (Ticino) con circa 300'000 abitanti la mia rivista in 7 anni è arrivata a superare i 3'000 abbonati e questo mi spinge a continuare per arrivare presto alla soglia dei 5'000 abbonati e così via...

Hai mai esposto le tue immagini in mostre fotografiche personali o collettive?
Non ho mai fatto una sola mostra personale eccetto 2 che erano però abbinate ad anniversari della mia rivista Vivere la montagna e dunque parte di un contesto editoriale dove la mostra fotografica passava in secondo piano. Le mostre non mi hanno mai attirato... ma credo che prima o poi ne dovrò fare almeno una seria... vedremo.

Hai mai avuto riconoscimenti in concorsi fotografici o pubblicazioni delle tue foto su libri o riviste?
Nella mia vita ho partecipato a solo due concorsi fotografici del mio paese, nel concorso ritratto sono arrivato quarto e nel concorso energia sono arrivato primo. Per i riconoscimenti fotografici invece, a motivo del fatto che io pubblico libri fotografici, i giornali e le riviste del mio paese scrivono di continuo ma non mi piace molto fare pubblicità comunque a questo link www.viverelamontagna.ch, (a sinistra cliccare su articoli giornale) ci sono tutti gli articoli usciti fino al 2005... poi ho smesso d inserirli.

Quanto tempo dedichi alla fotografia?
Nel periodo da aprile a ottobre quasi tutti i giorni, week-end compresi, poi da ottobre ad aprile mi barrico in ufficio a scrivere articoli e libri. Naturalmente fotografo anche in questo periodo ma molto meno in quanto devo per forza mettere su carta ciò che ho fatto durante parte dell’anno.

Raccontaci un episodio curioso o simpatico legato alla tua esperienza.
Sicuramente è questo quello che praticamente mi trovo confrontato ad ogni momento. Quando compio i miei trekking che possono durare una decina di ore al giorno, per questioni di peso e di praticità, mi porto solo la piccola Sony DSC H7 che svolge egregiamente il suo servizio, ma per molti fotografi professionisti questo sembra essere un oltraggio! Questa è una delle cose che non mi piacciano nella fotografia dei professionisti i quali (per fortuna non la maggioranza) pensano che solo portandosi appresso chili di attrezzatura si possa fare bella fotografia. La natura per me non ha bisogno di chissà cosa, una buona macchina e sapere cosa fotografare in connubio con un minimo di tecnica e le foto si fanno comunque come si deve. Più volte mi sono trovato in accese discussioni su questo fatto ed è anche questo uno dei motivi che sono un solitario. Quando poi mostro il risultato di certe fotografie scattate con la Sony risulta evidente che ho ragione. Ci sono molti modi di fotografare e ognuno sceglie il suo. Un mio amico fotografo mi dice sempre che io non sono un fotografo naturalista ma bensì un naturalista fotografo e dunque vedo la fotografia sotto un altro aspetto. Quando giri sempre nella natura ti capitano, per forza di cose, situazioni così particolari, che un fotografo professionista che si reca in quei luoghi piuttosto inaccessibili alla gente comune con i suoi 50 chili di attrezzatura fotografica ultimo grido, non troverebbe mai e questo mi permette di fare scatti davvero originali che non hanno quasi nulla di tecnica ma solo una situazione così particolare che ha il sopravvento sulla tecnica e questo la dice lunga sulle meraviglie della natura. Quando poi posto foto di natura su certi siti ecco che arrivano i soliti fotografi che vedono le foto di natura come banali e scontate ma su questo ci sarebbe da parlare delle ore. La natura non è mai banale, banale è chi non riesce a cogliere l’emozione nello scatto, naturalmente a condizione che sia davvero uno scatto fatto bene. Quando posto una foto di un fiore e mi sento dire: “Il solito fiore”, beata ignoranza! Quello per me non è un fiore è il Chrysosplenium alterniflorium oppure il Lithospermum purpureocaerulea fotografato in una situazione o luce particolare... e una foto così “banale” io poi non ho problemi a venderla ad un prezzo che supera di gran lunga certe foto di modelle o classici scorci di città! Nella mia esperienza di fotografo di natura sono confrontato sempre con queste discussioni inutili che non portano a nulla e dunque ecco la mia scelta di vivere la fotografia da solo o con pochi amanti della fotografia di natura. Una cosa divertente che mi capita spesso è quando mi dicono perché fotografo sempre e solo la natura... naturalmente è una scelta ma visto che vivo in un paesino di montagna in mezzo ad un bosco con circa 60 abitanti la cui città più vicina a 30 chilometri (chiamiamola città!) e visto che sono sempre in montagna per lavoro, anche volendo non posso che fare foto di natura! E ne sono felicissimo! Inoltre a casa mia ho uno zoo intero da accudire e dunque anche volendo mi è difficile lasciare casa mia per recarmi in altri luoghi fuori dalla natura.

Quando rivedi i tuoi vecchi scatti cosa pensi?
Ho scattato centinaia di migliaia di fotografie a fiori e paesaggi. Ogni volta per me è come se fosse la prima volta e di questo ne sono felice.

Dove sono pubblicate, sul web, le tue foto?
In questi siti si possono vedere le mie fotografie degli ultimi anni:
www.micromosso.com; www.fotoarts.org; www.lafotonline.net e altri siti ancora ma dove posto poco, in questi tre posto più o meno regolarmente.

Un pensiero a chi si avvicina ora al mondo della fotografia.
A tutti coloro che si avvicinano alla fotografia voglio dire di vederla come una cosa meravigliosa che trasmette tantissimo e che aiuta a vivere meglio. Ma non si deve mai mollare! La crescita per i fotografi amatoriali è lenta ma comunque appagante e merita di essere portata avanti. Parlando del tema natura guardatela sempre con gli occhi di quando l’avete vista la prima volta, non stancatevi mai e continuare a cercare lo scatto che vi faccia vivere la stessa emozione provata quando l’avete fatto. Imparate un po’ di tecnica, lasciate libera la fantasia e lanciatevi! Guardando le fotografie di altri, iscrivendosi ad un buon sito di fotografia, con il tempo si arriva a fotografare in modo decente e da lì in poi sono continue soddisfazioni.








Fotografie: © Luca Bettosini

Il mio sito www.lucabettosini.com presto cesserà di esistere e tra un mese circa partirà il mio nuovo sito di fotografia: www.fotografianatura.com, dove tutti gli amanti della natura possono iscriversi e postare le loro immagini.

Vuoi concludere con un saluto o un ringraziamento?
Ringrazio la mia famiglia per il suo sostegno alle mie innumerevoli uscite in alta montagna a caccia di belle fotografie. Ringrazio anche tutti coloro che apprezzano le mie immagini e che mi spingono a continuare a fare sempre meglio e ringrazio anche voi per questa gradevole intervista.


Leggi l'intervista anche su: Fotografi nel Web

mercoledì 27 maggio 2009

"L'ultima cospirazione" di Steve Berry: impressioni a caldo

Steve Berry - L'ULTIMA COSPIRAZIONE

Cotton Malone, un ex agente operativo al servizio del Dipartimento di giustizia americano, si sta godendo la sua nuova vita a Copenaghen, dove gestisce una libreria antiquaria. Ma la tranquillità di un'esistenza appartata non è destinata a durare a lungo. Tutto comincia quando Cotton assiste a uno scippo ai danni del suo ex superiore, Stephanie Nelle, giunta in Danimarca per partecipare a un'asta di libri antichi. Cotton capisce subito che quella rapina non è casuale, anche perché il ladro muore subito dopo in circostanze misteriose. Malone allora segue Stephanie e scopre la ragione del viaggio della donna: acquistare un raro volume, che tuttavia la donna non riesce ad aggiudicarsi. A questo punto, Stephanie è costretta a rivelare a Malone la verità: sta seguendo una catena di indizi rinvenuti dal marito, uno studioso di esoterismo morto alcuni anni prima, e quel libro potrebbe essere la chiave per risolvere il mistero del paesino francese di Rennes-le-Chateau e, di conseguenza, del mitico tesoro scomparso dei Cavalieri Templari...

Editrice Nord (Collana "Narrativa Nord")
traduzione di Gianluigi Zuddas
2007 - 518 pagine - € 8,90



«Steve Berry sfida il Codice da Vinci di Dan Brown e lo batte sul piano dell'attendibilità storica e della qualità della scrittura.»
Francesco Elli, Class

«Il thriller rocambolesco intreccia storia e fiction nel racconto dell'ultimo, grande, mistero templare. La lettura giusta per chi ha voglia di una sana dose di complotti.»
XL - la Repubblica



Alzi la mano chi non ha letto almeno una volta un romanzo ambientato a Rennes-le Château!
La celeberrima cittadina della Linguadoca, situata tra i Pirenei e il Mediterraneo, che con i suoi misteri e le sue leggende ha già fornito l’ambientazione perfetta a numerosi romanzi, ha fatto da scenario anche per "L'ultima cospirazione" (The Templar Legacy) dello scrittore americano Steve Berry.
Avvocato, con un grande interesse per la storia e per la narrativa, e già autore dei romanzi "Il Terzo segreto", "La profezia dei Romanov", "Le ceneri di Alessandria" e "L'ombra del Leone", Berry riprende tutti quegli elementi che hanno appassionato milioni di lettori di tutto il mondo (l’Ordine dei Cavalieri Templari, il tesoro di immenso valore, mai ritrovato dopo il loro scioglimento avvenuto ad opera del papa Clemente V e del re di Francia Filippo IV, una serie di indizi seminati un po’ ovunque dall’ormai famosissimo Abate Saunière...) e li rielabora nel suo avvincente romanzo.
Un "mistery esoterico" che, senza voler minare i capisaldi della fede cristiana, mette in dubbio alcuni fondamentali pilastri su cui si fonda la religione cattolica, come l’attendibilità dei Vangeli canonici e, fatto ancora più eclatante, la resurrezione di Cristo.
Un’idea a cui l’autore lavorava da anni e che ha preso la forma di un’avventura reale, fra inseguimenti, sparatorie e colpi di scena, e spirituale, visto che, senza cadere nel blasfemo, l’autore intende sfidare i lettori a riconsiderare la nascita della religione cattolica, spogliandola di ogni elemento mistico.

Al termine, risulta particolarmente utile la "Nota dell’autore", attraverso la quale Berry evidenzia le parti che possiedono un elemento di verità, le parti che, invece, sono state manipolate o inventate dall’immaginazione letteraria e, infine, le parti che si fondano su ipotesi formulate da altri studiosi.
Un indispensabile contributo, come sempre nel caso di testi in cui finzione e realtà sono così ben amalgamate, che nella storia travagliata della religione cattolica, contribuisce a fornire una nuova chiave interpretativa ad alcuni aspetti del cristianesimo rimasti oscuri o alquanto contraddittori.

Un racconto davvero appassionante e dal ritmo incalzante, pur se ripetitivo in diversi passaggi.
Da leggere! E... gli altri lettori cosa ne pensano?
Ecco qualche commento trovato in rete su questo racconto, buona lettura!

Detto con tutta sincerità ero molto scettico nei confronti di questo romanzo, dato che mi aspettavo l'ennesimo e imbarazzante clone di quel Codice da Vinci così tanto osannato tanto che non ci si accorge che è solo un operetta che infanga gratuitamente e senza uno straccio di prova credibile la cristianità. Dopo questa premessa necessaria per creare un doveroso distinguo, posso dire che questo libro è intrigante, appassionante e palesa una ricerca storica veramente accurata dell'autore. Solo il finale forse poteva essere sviluppato megglio, ma forse è stata una conseguenza della scoperta del mitico tesoro dei templari alquanto "azzardata" e immaginaria dei protagonisti.

In questo caso non si tratta di ergersi a paladino della cristianità, come suggerisce qualche lettore, ma di criticare l'intenzione dell'autore e di altri come lui di identificare il tesoro dei templari sempre e comunque con chissà quale segreto sconvolgente che riguardi la cristianità. Poi [...] utilizzerei una frase emblema del grande Umberto Eco: "le persone da quando non credono più in Dio, non è che non credono più a niente; semplicemenete hanno iniziato a credere in tutto!". E ricordo, in ultima analisi, che la vera fede è proprio quella che deriva da una ragione illuminata.

Io sono appassionata di libri di questo tipo, storico-religiosi, ma tutte le volte che ne leggo uno poi mi pento perchè credo che se l'islam faccia presa negli occidentali tanto da rinnegare le nostre radici cristiane, in parte sia dovuto anche alla lettura di questi romanzi che mettono tanti dubbi negli animi delle persone. Io francamente sono più irrobustita nella mia fede tanto da farmi dire sempre più VAI PAPA BENEDETTO che sei testimone privilegiato della fede in Dio e nel Cristo RISORTO!!!!!!!

Ero piuttosto scettico e pensavo anche io a Dan Brown e al cercare di cavalcare la stessa onda. In realtà il libro è molto avvincente, basato su ricostruzioni storiche molto accurate e anche l'intreccio romanzesco è molto plausibile e credibile. Un ottimo libro. Credo che gli integralisti cattolici abbiano di che preoccuparsi se libri del genere riusciranno a spingere e motivare le persone a fare ricerche e approfondimenti storici.

Scritto bene. Da leggere sotto l'ombrellone... ed ora in inverno quando alla tv ci sono le isole e le case false. Nulla di nuovo sotto il sole di chi cerca inutilmente segreti che non ci sono e fascino che invece è in forte aumento per i poveri cavalieri di cristo.

Libro veramente scritto bene, anche se il finale mi ha lasciato l'amaro in bocca. Se vi piacciono i misteri medievali sui templari, questo libro fa per voi!

Per gli amanti del genere questo è un titolo imperdibile.... è un libro che nonostante il considerevole numero di pagine si fa leggere molto velocemente.

Buono, veramente buono! Non un capolavoro, con qualche incongruenza, qualche elemento assolutamente non plausibile, ma una buona e divertente lettura comunque. Molti misteri, tutti affascinanti e tutti risolti. Un libro fin troppo denso, ma che consiglio vivamente a tutti gli appassionati del genere. Oltre tutto, è ben documentato: ricostruisce Rennes-le-Chateau fin nei dettagli, e la "teoria" finale è basata su testi e documenti di ricercatori "seri".

Appena finito di leggere. Devo dire che ne sono rimasto davvero colpito. La trama è piuttosto lineare, ma ci sono alcuni colpi di scena piazzati bene che tengono vivo l'interesse verso l'intera vicenda. Non è scritto in una maniera particolare, si limita ad essere funzionale al tipo di narrazione e lo fa con una certa capacità. Per il resto ripeto che il libro mi ha entusiasmato parecchio, sicuramente molto di più de Il Codice Da Vinci tanto per citare un altro thriller esoterico.

Veramente un bel libro. L'ho letto dalla prima all'ultima pagina in due giorni, con un grande finale sulla Grande Eredità, molto più logica e Veritiera! Sicuramente supera di gran lunga il codice Da Vinci.

Bello da leggere...

Bellissimo libro scritto bene e molto scorrevole. Sinceramente lo preferisco molto di più che al "codice da Vinci". Chissa che qualcuno di questi scrittori non sia un templare che vuole far conoscere la verità sulla chiesa? Questo è il vero mistero...

Gli amanti dei Templari non se lo possono perdere. Bello, intrigante come tutti i romanzi di Berry, con una descrizione dei fatti che i lettori più accorti sapranno apprezzare.

Dopo l'entusiasmo per il Terzo Segreto, una mezza delusione, per me il voto sarebbe un 2,5/5. Certo Berry scrive in modo fluido e l'idea ispiratrice molto interessante, tanto che mi ha fatto voglia di documentarmi meglio sulle differenze tra i quattro vangeli. Tuttavia l'ho trovato un po' pasticciato, con una ripetizione eccessiva di nomi e richiami storici a volte inutili. Ovvio il paragone con il Codice da Vinci, che personalmente ho apprezzato molto di più. Però mi sorge una domanda: perchè le "teorie" di Berry su Cristo e sul terzo segreto di Fatima non hanno provocato la reazione che la Chiesa ha riservato per il Codice da Vinci? Non mi sembrano affatto meno devastanti o "blasfeme" e lo stesso Berry lascia intendere, come Brown, che ci possa essere un fondamento di verità. Ora mi accingo a iniziare La Profezia dei Romanov, per capire se inserire Berry tra gli autori che continuerò a leggere in futuro. Se mi piace passo a Le Ceneri di Alessandria, altrimenti mi fermo.

Un libro incredibile che ho letto in tre notti e che come scrivono i critici batte il Dan Brown in attendibilità storica...... e sinceramente per me la Grande Eredità non si scosterebbe troppo dalla verità....... voi cosa ne dite? Buona lettura a tutti.

Che dire... è il terzo libro di Berry che leggo e ho deciso che ne è valsa decisamente la pena. Tanti colpi di scena, tanta meravigliosa magia, tanta passione. Però... devo dare adito a un personaggio del libro che dice al protagonista: "Odio il francese pessimo degli americani". Non siamo a livello di pessimo, tuttavia io che conosco un po' il francese mi sono accorto facilmente di qualche errore imperdonabile come "Lizes" al posto di "Lisez". Nonostante questa piccola pecca linguistica mi sento comunque di dare 5 a questo romanzo appassionante, intrigante, sconcertante anche nella fantasiosa interpretazione dell'autore. Bello e scorrevole, come tutti gli altri di Berry d'altronde.

Dopo aver letto il Terzo segreto, sono rimasto un po' spiazzato all'inizio dal ritmo e dallo stile di questo nuovo libro di Berry... ho trovato un po' troppa azione per i miei gusti, ma anche un trama interessantissima, un ritmo serrato che non ti fa lasciare la pagina non ti fa staccare dal libro e un'ottima ambientazione.. ho preferito le parti in cui si parla più approfonditamente di Rennes le Chateau e dei misteri sospesi tra passato e presente, rispetto alle scene d'azione.. ottimo anche il finale e non è cosa da poco. Insomma alla fine Berry torna a scrivere un libro che si divora letteralmente, ma che non raggiunge il massimo voto per le troppe scene d'azione.

E' il primo libro che leggo di quest'autore e mi ha colpito moltissimo sia lo stile narrativo che il tema trattato. Ti sorprende, ti lascia col fiato sospeso insomma un ottimo libro.

Semplicemente irresistibile!!!! A me piacciono molto questi romanzi e trovo che Steve Berry sia la persona ideale per scriverli. Voto 5/5

Meraviglioso!! Sono rimasta incollata al libro per due notti. L'approfondimento su Rennes Le Chateau è la naturale conseguenza di questa lettura, ammantando, così, il tutto di un fascino irresistibile.

lunedì 25 maggio 2009

5^ Giornata del Naso Rosso: Senigallia 24/05/2009

Era inizialmente prevista per il 19 aprile 2009, ma il maltempo ci ha messo lo zampino, e così la quinta giornata del naso rosso® è passata da un estremo all'altro: dalla pioggia battente di aprile ad un caldo torrido davvero esagerato per il 24 maggio, che ha purtroppo tenuto lontana la folla degli scorsi anni (Senigallia è città di mare, e la spiaggia ieri era affollatissima).
Ma al Foro Annonario di Senigallia, che anche quest'anno era l'unica piazza in tutte le Marche dove si sono ritrovati i volontari Clown di VIP Italia Onlus (Viviamo In Positivo), c'erano comunque tanti affezionati amici degli "strampalati" nasi rossi dell’associazione locale Vip - Claun Ciofega e delle altre associazioni regionali.

Per tutta la giornata è stato possibile conoscere i Clown di Corsia e i Clown Joy delle associazioni VIP, assistere ai loro spettacoli, avere il NASO ROSSO dei clown e fare un'offerta per aiutarli a sostenere i loro progetti: Clownterapia in ospedale (formazione dei volontari) e CircoStanza (laboratori permanenti di Circo sociale rivolti a minori a rischio in aree di disagio: carceri minorili, strade, scuole, comunità).
Il 50% della raccolta fondi della Giornata del Naso Rosso 2009 andrà a favore del Progetto ABRUZZO: invio di volontari clown in Abruzzo per rallegrare e portare gioia ai bambini e alla popolazione colpita dal sisma e aiuti umanitari.

Io c'ero, e queste sono alcune immagini del caldo pomeriggio passato tra amici; a breve la galleria con tutte le foto...


Canon EOS50D - Sigma 10-20 F4-5.6 EX DC HSM
1/400 - F14 - ISO100 @ 10 mm.

Canon EOS50D - Sigma 10-20 F4-5.6 EX DC HSM
1/250 - F10 - ISO100 @ 10 mm.


















_______________________
Aggiornamento:
la galleria completa è ora on-line, per vederla clicca sul bottone qua sotto e... buona visione!