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giovedì 23 aprile 2009

David Byrne: la galleria completa on-line!

Canon EOS450D - Sigma 70-200 F2.8 APO EX DC HSM
1/160 - F2.8 - ISO800 @ 200 mm.

Buongiorno a tutti i lettori di questo blog... chiedo scusa per l'interruzione.
Sono
David Byrne e vi informo che il reportage fotografico completo realizzato al mio concerto a Senigallia del 19 aprile, è ora visibile cliccando sul bottone a fondo pagina.
Vi ringrazio per l'attenzione e per la calorosa accoglienza...

David Byrne "Songs of David Byrne and Brian Eno"
Senigallia - Teatro La Fenice 19/04/2009

"Preda" di Michael Crichton: impressioni a caldo

Michael Crichton - PREDA

Julia lavora alla Xymos, azienda che lavora per brevettare una nuova tecnologia medica: uno sciame di micro-videocamere che, iniettate all'interno del corpo umano, è in grado di effettuare diagnosi di estrema precisione. Ma qualcosa non va per il verso giusto. Julia, sempre più assorbita dal lavoro, e suo marito Jack sono sempre più distanti. La loro figlia minore, Amanda, è affetta da una strana malattia. Nel laboratorio della Xymos, nel deserto del Nevada, c'è un problema. Jack: esperto di programmazione, viene chiamato per porre rimedio a quello che sembra un banale incidente ma ben presto si trova a combattere contro un'entità sfuggita al controllo degli scienziati.

Titolo originale: Prey [2000]
Garzanti Libri (collana Narratori moderni)
traduzione di Gianni Pannofino
2003 - 466 pagine - € 18,50


Michael Crichton, prima di leggere questo libro, era per me un autore sconosciuto; o meglio, lo conoscevo solo come autore ispiratore di pellicole cinematografiche ("Jurassic Park") o serie televisive ("E.R. medici in prima linea").
Ho scelto questo racconto spinto dalla curiosità, dopo aver letto il sunto in quarta di copertina: un techno-thriller che sembrava ben promettere.
E in effetti le promesse sono state mantenute, il romanzo mi ha appassionato davvero tanto!

La mia impressione dopo aver letto le prime pagine di "Preda" è stata quella di 'vedere un film': il romanzo sembra scritto come se fosse la sceneggiatura di un film, per i tempi e luoghi precisi in cui si svolgono le azioni e i particolari, ininfuenti sulla storia ma che arricchiscono e descrivono situazioni del momento, che fanno aderire il racconto alla realtà.
Ottima la caratterizzazione dei personaggi, in particolare quella di Jack, programmatore di software protagonista della storia.
La trama è intrigante: si parla di nanorobotica, di programmi informatici altamente evoluti, di medicina, di sciami di nanoparticelle sfuggiti al controllo dei creatori e della loro 'evoluzione' e moltiplicazione fino alla trasformazione in minaccia per l'intero genere umano...
Ho scritto 'intrigante', anche se... procedendo verso il finale la storia passa (secondo il mio gusto) da "possibilmente reale" ad "irrealmente fantascientifica", senza però far calare la tensione che, anzi, cresce di pagina in pagina, grazie al ritmo incalzante che mantiene sempre vivo l'interesse del lettore.

Il messaggio dell'autore è quello di farci riflettere sui rischi ai quali l'uomo può andare incontro sviluppando nuove tecnologie al solo scopo di lucro, senza tenere in considerazione gli eventuali rischi che potrebbero ricadere sulle generazioni future; un messaggio forse un po' apocalittico, ma che arriva in ogni caso.

Ho comunque trovato "Preda" un ottimo romanzo, ideale per passare 'notti insonni' davanti alle pagine di un buon libro... ma cosa ne pensano gli altri lettori?
Ecco qualche commento trovato in rete su questo racconto, buona lettura!

Raffiguro la produzione di Crichton come una curva a campana, il cui punto più alto è il romanzo di "Jurassic Park", un libro da leggere e rileggere, anche senza vedere mai il film. "Preda" non è male, in alcuni punti ti prende di sorpresa e quindi non è COSI' scontato...ed è vero che, nel "mondo reale", già dal prossimo anno si sperimenteranno 35 nanorobot capaci di autoadattarsi all'ambiente... ma, come romanzo, segue la fase calante della sua produzione; non è un libro centrato sulle nanotecnologie, è centrato sulla risposta ad una domanda: "Perchè gli scienziati americani, stando alla fiction, costruiscono il 90% dei loro laboratori nel deserto?" Risposta: "Perchè sanno di fare cose tabù, che queste cose potrebbero prendergli la mano e scatenare un gran casino, e che l'eroe deus-ex-machina ha bisogno di un ambiente appartato per far esplodere il tutto e salvare il mondo". Almeno in "Jurassic Park" c'era Ian Malcolm.

Un racconto estremamente avvincente e d'incredibile verosimiltà. Crichton riesce sin dalla prima pagina a creare un clima d'interesse costantemente maggiore, crescente di pagina in pagina, fino a portare il lettore nel cuore della vicenda narrata, dove si susseguono avvenimenti e l'interesse di chi legge si trasforma in tensione pura e continua. Dopo aver letto il minimo necessario per conoscere fatti e personaggi risulta difficile, e non esagero, distogliersi dalla lettura. Preda è certamente un libro di grande qualità. La storia è costruita magistralmente e narrata con estrema chiarezza. In secondo luogo ha fondamento su basi scientifiche tutt'altro che fantastiche. Per questultimo aspetto Preda si rivela anche un romanzo istruttivo, benché sia il racconto in primo piano rispetto alle brevi spiegazioni che l'autore è solito introdurre per costruire uno sfondo coerente al suo racconto. Da leggere!

Un libro con un buona trama che riesce a tenere incollati alle pagine. Non all'altezza di altri romanzi di questo autore, ma senz'altro merita una lettura. Interessante anche la bibliografia finale per chi volesse approfondire l'argomento. Per chi invece fosse spaventato dall'evolversi della storia, sappia che le nanotecnologie sono nostre amiche e che quanto scritto da Crichton è, almeno nella parte finale del libro, un po' troppo fantascientifico, ma proprio per questo avvincente!

Un Crichton prima maniera! Timeline mi aveva alquanto deluso, ma Preda rispecchia in pieno l'approccio dell'Autore al "nuovo".

Questo è il primo libro di Crichton che leggo ma mi sembra appassionante e ricco di fantasia mista a tecnologia... secondo me è veramente stupendo!

Un ottimo libro, non come Jurassic Park ma bellissimo, fantascienza, suspence e storia, una combinazione perfetta che Crichton riesce a gestire senza problemi di alcun tipo, un libro letto in un giorno (tecnicamente 2 perchè l'ho finito alle tre del mattino) impeccabile sotto tutti i punti di vista.

PREMESSA: Crichton è un grande. Qualunque cosa scriva, di qualunque argomento tratti riesce sempre a tirar fuori un libro geniale. NE CONSEGUE: "Preda" è sicuramente un libro dalle forti tematiche. A prescindere dalle nanotecnologie a dall'AI usate per scopi più o meno onesti, a prescindere dalla portata più o meno inquietante di alcune situazioni (le particelle che si nutrono e si moltiplicano, la trasmissione dello sciame tramite i baci ecc...), il vero cuore del libro e l'unica cosa che potrebbe veramente inquietare è il rapporto PREDPREY, predatore-preda. Mi spiego. Si parte con l'uomo: L'uomo è il predatore, il creatore. Si continua con la macchina: la creazione, la preda. Ci si evolve: l'uomo da predatore diventa preda. Il libro non è inquietante? Può darsi che non lo sia riferendosi allo sciame di nanoparticelle che vivono, uccidono e ragionano; ma lo diventa una volta capito il vero cuore del libro, il vero "insegnamento" (parola che odio, perchè mi sa troppo di La Fontaine e di favolette elementari): L'uomo da predatore diventa preda. E potrebbe davvero succedere, forse è già successo. Chissà. -"Non si erano accorti di quello che stavano facendo", forse questo questo sarà l'epitaffio del genere umano" - dice Jack Forman alla fine del libro. E ognuno ne tragga la morale che vuole.

Avendo letto parecchi libri di Crichton, trovo preda interessante ed avvincente. Ma un po' come Andromeda dello stesso autore trovo il finale un po' delundente. Comunque l'autore riesce a tenere il lettore alla massima attenzione lasciando anche spazio all'immaginazione così come succede anche per Congo. L'inizio del libro potrebbe sembrare dispersivo e divagante ma con una buona progressione riesce a coinvolgere il lettore nella storia facendola sembrare per certi versi persino reale. Leggetelo.

Interessante, angosciante e meno bello di Timeline. Tuttavia Crichton è sempre un grande scrittore.

Un altro bellissimo libro che nasce dalla penna di Crichton... L'autore si conferma nel genere fantascentifico con questo capolavoro; per niente noioso, i colpi di scena si susseguono lasciando il lettore senza fiato. Uno dei migliori libri di Crichton secondo solo a Time-Line. Un libro che consiglio a tutti quelli che vogliono farsi un'idea dei romanzi di Michael Crichton.

Sappiamo tutti che Crichton sa scrivere BENE, ma questo non basta per questo libro. Bella l'idea, brutta la realizzazione.

E' stato il primo libro di Crichton che ho letto, e devo dire che non m'è dispiaciuto. Devo aggiungere che è stato il primo libro con un numero di parolacce così elevato che ho letto. Comunque la storia è ben architettata ed i tempi reggono... e poi, chi se lo aspettava un finale così? Purtroppo, non è il miglior romanzo che l'autore ha scritto.

Ancora grande Crichton, grazie allo stile scorrevole e privo di lunghe riflessioni permette al lettore di immergersi a fondo nella storia, un libro da leggere tutto d'un fiato, io l'ho letto in 16 ore!

Originale per l’argomento trattato, il romanzo stenta un po’ a decollare ed in alcuni tratti appare eccessivamente dettagliato. Nel complesso, comunque, un libro piacevole, interessante per alcuni approfondimenti e per il monito esplicito sull’uso della tecnologia già, in verità, lanciato in altri libri di Crichton (Jurassic Park, ad esempio). Lo scenario delineato è davvero inquietante. Vale la pena leggerlo.

Davvero gran bel libro... trama appassionante e piacevolmente intricata, temi ultra-contemporanei descritti a dovere anche per i profani e, finalmente, la più realistica dose di parolacce dei suoi romanzi :D finora ho letto solo sfera, timeline e naturalmente preda, ma quest'ultimo mi sembra il più realistico (e quindi il più bello...) forse il nostro Michael avrebbe dovuto spendere qualche pagina in meno sulla descrizione della programmazione pred-prey, che in certi punti ho trovato fin troppo esaustiva, ma son sciocchezze... in definitiva lo consiglio, ma attenti a non leggerlo tutto d'un fiato!

Secondo il mio parere Crichton è uno dei migliori scrittori nel suo genere e questo libro ne è la dimostrazione, l'argomento trattato ha solide basi scientifiche e ci mette di fronte a una realtà che è più vicina di quanto si pensi; lo consiglio a tutti i lettori appassionati di scienza.

Bello! Sono un'appassionata di Crichton e non mi ha deluso assolutamente questo libro. Lo studio dietro questo libro è stato fatto e si vede (caso mai non proprio da lui...) Appassionante e avvincente...

Davvero interessante il tema trattato. Michael Crichton è senza dubbio un precursore paragonabile a Jules Verne. Le sue previsioni scientifiche "romanzate" sembrano delle affacciate sul futuro.

mercoledì 22 aprile 2009

Fotografi nel web #80: Valeria Bulla



Valeria Bulla: chi è?
Fotografa per passione "timidamente" curiosa, ed estremamente caparbia; penso che un giusto ragionamento, buoni consigli e tanta costanza possano premiare con ottimi risultati...

Quando hai iniziato a fotografare?
Credo di essere sempre stata una fotografa in "potenza" nel senso che prima o poi il mio "guardare" in disparte il mondo che mi circonda mi avrebbe portato ad esternarlo in questa grande passione... certo l'era digitale ha agevolato le cose... Qualche buono scatto posso datarlo al 1997, ma la vera passione è scaturita nel 2002 quando ho preso la mia prima digitale.

Quale genere ti piace maggiormente fotografare?
Quando ero piccolina amavo osservare la natura, in special modo il microcosmo... sicuramente per i più ero una bambina "strana" che si isolava ore e ore per scrutare quel piccolo e affascinante mondo che si muoveva sotto i fili d'erba, silenzioso e ignorato dalla maggior parte della gente; passavo ore interminabili davanti alla tana per catturare le lucertole, accarezzarle e lasciarle in libertà... studiavo affascinata il comportamento delle formiche, così piccole, e che grandi carichi riuscivano a portare! La mia prima passione è stata perciò la fotografia macro, scrutare con occhi nuovi il piccolo mondo degli insetti; una passione che non abbandono, ma che amo coltivare solo nei momenti di riposo perché mi rilassa e riesce a farmi ritornare un po’ "bambina". Ma ora sono orientata alla fotografia di stampo pubblicitario e commerciale, book per modelle/i, still life... perché inseguo un grande sogno che è quello di lavorare nel settore.

Hai fatto qualche corso di fotografia?
Nessun corso, solo autodidatta...

Quali sono i fotografi del passato e del presente che più apprezzi?
Mi piacciono moltissimo gli scatti di Sam Shaw e Larry Shaw, Albert Wotson, Patrick Demarchelier...

Che attrezzatura fotografica hai usato nel passato, e quale stai attualmente utilizzando?
Ho usato Konika Minolta dimage z10 e Canon Powershot S3 IS. Ora Nikon D80 con obiettivi 18/55 Nikon e 70/300 Tamron... spero di accrescere quanto prima la mia attrezzatura con sempre più vasto corredo di obiettivi.

Qual è lo scatto al quale sei particolarmente legata?
Questo: "Una vecchia rivista degli anni '50"


Ho scelto questa foto per due motivi: primo perché ho centrato l'obiettivo sia per composizione che per tonalità (mi dicono sembri davvero una vecchia stampa di quell'epoca), poi è lo scatto che fin'ora mi ha dato maggiori soddisfazioni perché comparsa nell'unica mostra alla quale ho partecipato...


Quali sono i tuoi progetti attuali e quali quelli per il futuro?
Davvero un grande sogno quello di unire l'utile al dilettevole per poter riuscire ad esprimere tutta la mia creatività in un lavoro redditizio e che mi assorba completamente. L’obiettivo che mi pongo adesso è quello di poter lavorare al fianco di veri professionisti per offrire in un prossimo futuro, con uno studio mio, professionalità e competenza. Per questo ultimamente lavoro alla creazione di un grande book di presentazione.

Hai mai esposto le tue immagini in mostre fotografiche personali o collettive?
Solamente una foto per la mostra "Scatti dal web" organizzata dallo staff di Micromosso.com che si è tenuta a Lucca dal 15 novembre al 7 dicembre 2008.

Hai mai avuto riconoscimenti in concorsi fotografici o pubblicazioni delle tue foto su libri o riviste?
Purtroppo no, ma mi piacerebbe...

Quanto tempo dedichi alla fotografia?
Tutto il mio tempo libero, principalmente i fine settimana. Ci sono stati dei periodi meno "impegnativi" di altri, nei quali la mia dedizione alla fotografia è arrivata alle 10/12 ore... 300/400 scatti alla volta, per poi selezionarli (una vera scrematura per tenere uno o due scatti appena vicini al risultato desiderato), pulirli con il foto-ritocco e rifare ciò che non mi ha soddisfatto ma con una più precisa e mirata soluzione, modificando luci e location... come si dice: "sbagliando s’impara"!

Raccontaci un episodio curioso o simpatico legato alla tua esperienza.
L’esperienza più emozionante e faticosa finora avuta è stata quando la scorsa estate ho deciso di allevare i bruchi di macaone... Desideravo ardentemente vederli mutare da crisalide a farfalla e riprendere fotograficamente in sequenza tutta la scena, ma in realtà tutte le singole fasi del macaone sono strabilianti! Accanto alla mia casa ho a disposizione un grande terreno incolto pieno delle piante selvatiche più varie; la farfalla di macaone ha deposto le sue uova, dove i bruchi poi sono cresciuti nutrendosi di essa, sopra le foglie del finocchietto selvatico; ho portato a casa alcuni esemplari con gran parte delle foglie; ho messo la piantina recisa dentro un’ampollina piena d’acqua per tenerla fresca più a lungo e l’ho sistemata tra la finestra e la zanzariera, in modo che i macaoni potessero brucare e avessero piena libertà di movimento e aria a sufficienza, al riparo anche da eventuali predatori. Ho seguito giorno dopo giorno il loro evolversi "miracoloso", da piccoli bruchini neri, grandi poco più di un centimetro, a grossi macaoni colorati di 3 centimetri circa; di tanto in tanto si fermavano in un punto per cambiare muta poi riprendevano a brucare il finocchietto sempre fresco, cambiato da me ogni 2/3gg. L’evento che più mi ha shoccato è stato quando, passati quei 15-20 gg, hanno smesso definitivamente di mangiare per trovare un luogo sicuro, un ramoscello o un punto dei bordi della finestra a cui si sono ancorati con l’aiuto di due solidi fili bianchi che assomigliano quelli di una ragnatela, per diventare crisalidi. È un processo lento e molto faticoso che dura un intero giorno: si chiudono quasi in se stessi per diventare la metà di quelli che erano, il corpo comincia ad indurirsi e a prendere una colorazione più chiara; poi all’improvviso da quella posizione, alla fine della lunga giornata, cominciano a dimenare l’estremità inferiore, "sudano" parecchio, si vedono persino delle goccioline (come sudore in un corpo stremato da uno sforzo intenso e doloroso); pezzo dopo pezzo la "pelle" di bruco si arrotola verso la parte alta per lasciare dietro di sé una corazza color verde pisello dalla forma geometrica; alla fine il mantello di bruco cadrà per lasciare al suo posto una crisalide che col tempo si asciugherà diventando un pochino più scura. Dopo 15 gg la farfalla è formata, si vedono le ali in trasparenza, e quando è così è questione di ore: l’uscita è così repentina che se non ci si alza all’alba tenendo gli occhi fissi sulla crisalide si rischia di perdere il momento più gratificante e magico di tutto il processo! Quindi sono stata sveglia tante notti per seguire l’evento, e dopo il primo, che sfortunatamente mi ha fregato sul tempo, sono riuscita a godere di questo immenso spettacolo, fotografare la sequenza e più avanti filmarla! Nelle prime due ore le farfalle non possono volare perché hanno le ali bagnate. Pian piano si asciugano le ali, ed allora, facendole posare con le zampette sulle mie dita, una dopo l’altra le ho riportare nel loro campo.


È stata proprio una bella esperienza, molto istruttiva, ma che non ripeterei: credo che tutto sommato sia meglio osservarle in natura e lasciarle dove sono!
Altre foto
qua.

Quando rivedi i tuoi vecchi scatti cosa pensi?
Che ne ho fatta di strada!

Dove sono pubblicate, sul web, le tue foto?
http://www.micromosso.com/galleria/thumbnails.php?album=lastupby&uid=650
http://www.flickr.com/photos/84888942@N00/
http://www.lafotonline.net/thumbnails.php?album=lastupby&uid=238
http://www.fotocommunity.it/pc/pc/mypics/948110

Un pensiero a chi si avvicina ora al mondo della fotografia.
È molto importante e fondamentale il confronto con gli altri, frequentare alcuni ottimi forum di fotografia mi ha aiutato e ancora mi aiuta tantissimo! È necessaria perciò, secondo il mio modesto punto di vista, per chi si avvicina alla fotografia (e anche per i veterani..) una buona dose di umiltà per poter accettare i consigli e i suggerimenti, imparare a leggere i commenti dei più esperti, riuscendo in un secondo momento ad essere di aiuto agli altri (nel proprio piccolo, s’intende)... poi guardare tanti scatti, imparare a guardarli nella loro completezza (luce, orizzonte, composizione, messaggio ecc...), anche questo aiuta... Quanti scatti meravigliosi fatti da "colleghi/e" ho visto, vera arte e vera poesia che si esprime in tavolozze di colore o in intensi bw... e quando li guardo mi sento una bambina in fasce... quanta strada da fare ancora!







Fotografie: © Valeria Bulla

Vuoi concludere con un saluto o un ringraziamento?
Un ringraziamento a tutti coloro che hanno creduto in me, nelle mie potenzialità, e che mi spronano a seguire i miei sogni di realizzazione, e un grazie anticipato a chi mi darà l’opportunità di mettermi in gioco seriamente dando prova delle mie capacità e della mia voglia di imparare e crescere in questa grande passione. Mille grazie.
Valeria


Leggi l'intervista anche su: Fotografi nel Web

lunedì 20 aprile 2009

David Byrne "Songs of David Byrne and Brian Eno": Senigallia - 19/04/2009

David Byrne, storico fondatore dei Talking Heads, si è esibito ieri sera, domenica 19 aprile 2009, sul palco del Teatro la Fenice di Senigallia, in prima nazionale; si trattava del terzo ed ultimo appuntamento fuori abbonamento del ciclo 2009 dedicato alla grande musica d’autore “ControCanto (non solo canzonette)” che ha già portato sul palco senigalliese Ivano Fossati il 5 febbraio e Patty Pravo il 2 aprile.
Un evento con protagonista un artista internazionale e la sua musica che ha scritto e scrive la storia del rock.

Personaggio a dir poco eclettico, i cui interessi spaziano dalla musica alla fotografia, David Byrne ha scritto anche per il teatro e per la danza.
In particolare nel 1987, con Ryuichi Sakamoto e Cong Su ha vinto il Premio Oscar, il Golden Globe e il Grammy per le musiche del film di Bernardo Bertolucci “L'ultimo imperatore”.

Il nuovo tour che lo vede impegnato in questi mesi si chiama “David Byrne, Songs of David Byrne and Brian Eno” e affianca l'uscita di “Everything That Happens Will Happen Today”, lavoro discografico pubblicato il 18 agosto 2008, che riprende la collaborazione con Brian Eno dopo 27 anni da "My life in the bush of ghosts" pietra miliare della sintesi tra elettronica e word music.

Un album di canzoni, di melodie semplici e genuine, ispirate da country e gospel, dove i due geniali artisti ancora una volta gettano il seme di un nuovo genere: folk-elettronica-gospel.

In scaletta dal vivo, oltre alle nuove songs scritte con Eno, anche brani tratti da album storici dei Talking Heads quali "More songs about buildings and food" del 1978, "Fear of Music" del 1979 e "Remain in light" del 1980 ed in scena, come sempre, uno spettacolo curatissimo che ha visto undici artisti coinvolti tra musica e coreografie.
Oltre a Byrne alla chitarra c'erano Mauro Refosco alle percussioni, Paul Frazier al basso, Graham Hawthorne alla batteria e Mark Degliantoni alle tastiere.
Con loro anche i cantanti Kaissa Doumbe Moulongo, Ray Frazier e Jenni Muldaur.
Tre i ballerini: Lily Baldwin, Steven Reker e Natalie Kuhn.

Un gran bello spettacolo: teatro stracolmo e pubblico entusiasta, già a metà concerto in tanti si erano portati sotto il palco per ballare con le note dei pezzi più famosi dei Talking Heads.
Due aggettivi per descrivere il personaggio David Byrne? Geniale e affascinante!

Ecco qualche immagine della serata; a breve la galleria completa con tutti gli scatti.

Canon EOS450D - Sigma 70-200 F2.8 APO EX DC HSM
1/200 - F2.8 - ISO800 @ 117 mm.

Canon EOS450D - Sigma 70-200 F2.8 APO EX DC HSM
1/250 - F3.5 - ISO800 @ 175 mm.







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Aggiornamento del 21/04/2009:
la galleria completa del concerto è ora online; clicca sul bottone e buona visione!