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martedì 30 novembre 2010

Letizia Battaglia ospite alla 4a mostra del Circolo Fotografico Micromosso “SCATTI DAL WEB”

Letizia Battaglia, una vita contro la mafia; fotografa palermitana nota soprattutto per aver documentato, in modo toccante e intenso, gli anni ottanta a Palermo, la guerra di mafia, gli omicidi, la disperazione dei parenti.
Domenica 28 novembre 2010 è stata graditissima ospite alla 4a mostra "SCATTI DAL WEB" allestita a Lucca dal Circolo Fotografico MicroMosso in concomitanza con il LuccaDigitalPhotoFestival, che richiama nella splendida città Toscana moltitudini di appassionati di Fotografia e che offre altresì la possibilità di vedere mostre fotografiche di Autori di livello internazionale.

Un incontro davvero interessante, ecco qualche immagine...


Canon EOS 50D - Sigma 70-200 F2.8 APO EX DC HSM
1/125 - F2.8 - ISO1.000 @ 76 mm.








Foto di gruppo © Nicola Lodigiani


Letizia Battaglia ha 75 anni, è madre, nonna e fotografa. Ha 38 anni e vive a Milano quando inizia a fotografare. Dall’estate del 1974, con un gruppo di giovani fotografi, registra in immagini la cronaca violenta della sua città per il quotidiano "L'ora" di Palermo. Nel 1978 è cofondatrice del centro di documentazione "Giuseppe Impastato". Negli anni della riforma Basaglia, trasforma il suo volontariato all'ospedale psichiatrico di Palermo in spettacoli teatrali e firma la regia di due film ("Vatinni" e "Festa d'agosto") in cui i malati recitano insieme agli attori. E' la prima donna europea a ricevere, a New York, nel 1985, il Premio Eugene Smith per la fotografia sociale e a San Francisco, nel 1999, The Mother Johnson Achievement for Life. Ambientalista, diventa assessore alla vivibilità urbana con la giunta di Leoluca Orlando negli anni della Primavera Siciliana. Dal 1991 crea con un gruppo di donne la rivista "Mezzocielo" e nel 1992 fonda una piccola casa editrice "Le edizioni della battaglia". Nel 2007 in Germania la società tedesca di fotografia le assegna The Erich Salomon Preis. Riscopre la passione per il cinema e realizza il cortometraggio "Fine della storia". Su richiesta di Wim Wenders interpreta se stessa in un cammeo di "Palermo Shooting". Nel maggio 2009 a New York viene premiata con il "Cornell Capa Infinity Award". Oggi le sue immagini vengono esposte nelle gallerie e nei musei di tutto il mondo. E’ nella lista delle 1000 donne segnalate per il Nobel per la pace, nominata dal PeaceWomen Across the Globe. Continua a fotografare, ma le sue non sono più immagini di reportage.

venerdì 26 novembre 2010

Seminario sulla storia della Fotografia presso il circolo Archi Vivi di Ancona

Il Circolo fotografico Archi Vivi di Ancona
è lieto di ospitare

“La storia della Fotografia”
Seminario sulla storia della straordinaria invenzione attraverso il racconto di eventi e personaggi


un evento a cura di
Simona Guerra


Per capire cosa - di nuovo - si può esprimere con le immagini, è fondamentale sapere dove la Fotografia è arrivata sino ad oggi. Conoscere la tecnica è importante, ma è necessario - anche se si è solo “amatori” - essere consapevoli di cosa è già stato inventato, di quali soggetti, esperimenti, intrecci i fotografi si sono già occupati in più di 170 anni di storia. Uno spunto per capire che strada potremmo percorrere o approfondire, per orientarci e per rendere personale la nostra ricerca; per contrastare quell’odierno bombardamento visivo che vorrebbe “uniformare” anche i nostri obiettivi!
Gli incontri, a pagamento, saranno inoltre un momento per conoscere l’opera dei più grandi fotografi, le loro personalità, vedere e analizzare molte di quelle immagini che hanno fatto il giro del mondo, pubblicate su tante riviste e ormai passate alla storia.
Durante il corso verranno mostrati antichi esemplari originali e volumi, e verrà inoltre fornito materiale informativo sugli autori e i temi trattati.

Incontri: 4
Date: mese di dicembre 2010 - giovedì 9; venerdì 10; giovedì 16; venerdì 17
Orario: 21,00 – 23,00
Dove: circolo Archi Vivi, Via Mamiani 70/b, Ancona
Scadenza adesioni: martedì 7 dicembre 2010


PROGRAMMA

1° incontro
Prima e dopo l’invenzione della fotografia.
Prima dell’invenzione della fotografia: intuizioni, esperimenti, idee.
1839: la presentazione di Daguerre all’Accademia delle Scienze di Parigi.
Evoluzione storica delle tecniche fotografiche attraverso l’opera di alcuni fotografi dell’800.
Il molteplice impiego della fotografia nell‘800.
L’atelier e il ritratto: il commercio della fotografia.
La fotografia che documenta il patrimonio artistico e il viaggio.
La fotografia come mezzo per la documentazione scientifica.
Le prime fotografie di guerra.

2° incontro
Il “complesso d’inferiorità” della fotografia:
Il Pittorialismo, l’amore e l’odio per la “sorella” pittura.
L’esperienza personale della fotografia: il diffondersi della fotografia amatoriale.
No, la fotografia non è la pittura!
Contestare il Pittorialismo: Alfred Stieglitz, il Photo Secession e Camera Work.
La fotografia è libera: un solo mezzo, tante maniere per esprimersi.
Chiudere il diaframma e aprire la mente alla sperimentazione.
La fotografia sfocata o manipolata è impura!: nasce il gruppo F64.
Ansel Adams; Edward Weston e gli altri.

3° incontro
Le avanguardie artistiche e la fotografia.
La realtà dei fatti attraverso un’immagine.
La fotografia al servizio della società: la Farm Security Administration.
Il fotogiornalismo:
la guerra attraverso le immagini dei grandi reporter.

4° incontro
Finisce la guerra
La fotografia in occidente dopo il secondo conflitto bellico.
E gli italiani?
Sguardo generale sulle vicende storiche e culturali nel dopoguerra con particolare riferimento alla “scuola” marchigiana.


Per informazioni, programma, costi: info@simonaguerra.com - 338.8048294

giovedì 25 novembre 2010

Simona Guerra ricorda Mario Giacomelli nel decennale della morte _ 25/11/2000 - 25/11/2010

Mario Giacomelli, 1º agosto 1925 - 25 novembre 2000


"SE VIVESSI ALMENO UN GIORNO,
SE POTESSI VIVERE,
SE IO VIVO,
NON SAPRÒ MAI SE ERA VERO
CHIUDERÒ GLI OCCHI
E MI VEDRANNO MORIRE,
NON CI SARÀ NÉ PRIMA NÉ DOPO,
LASCERÒ LA MIA PORZIONE
IN UN CHIUSO GIARDINO DI SOGNI
E IN TUTTI I POSTI,
IN TUTTE LE VIE,
STARANNO A RACCONTARE
IL ROVESCIO DELLA MIA VITA
DOVE MUORE LA MORTE
...
NON SAPRANNO MAI SE ERA VERO."



Oggi, 25 novembre 2010, ricorrono i dieci anni dalla scomparsa di Mario Giacomelli. Oltre al fatto del tempo, che è passato così in fretta e che pare si sia deformato nella mia mente come un grumo di gelatina, mi soffermo a osservare un falso vuoto lasciato.

Il primo periodo in cui perdiamo una persona è quello più terribile, di certo il più duro da superare; poi con il tempo, grazie a una spinta verso la vita di cui ci hanno impregnato il DNA, allontaniamo il dolore e andiamo avanti. Nel momento in cui sono riuscita ad archiviare (non buttare) il fatto che non l’avrei rivisto più, credo di aver capito che non l’avrei mai perso veramente e che iniziava per me una nuova fase di vita con lui. Diversa certo, e non fatta della sua fisicità, del timbro della sua voce, del suo odore e di quello del suo sigaro. Ora prevalgono su tutto le sensazioni. In dieci anni sono cambiata, come tutti. Cresciuta. Mi sono successe diverse cose, e tante di quelle lezioni di vita e di cultura che lui mi ha a lungo trasmesso - ora lo capisco - non avrei potuto assimilarle nel momento in cui ha cercato di insegnarmele.

Ora, almeno per alcune, sono pronta. Ora mi succede di osservare le sue fotografie, di leggere le sue poesie, di ascoltare vecchi nastri registrati con la sua voce e anche se sono gli stessi di dieci anni fa, tutto questo immenso patrimonio di suggerimenti che Mario ha lasciato a tutti – non solo a me – assume un senso che varia con il variare delle mie esperienze di vita, dei miei umori, delle mie scelte. Le sue fotografie sono insomma l’eredità più straordinaria che egli avesse potuto condividere con noi; questa risorsa incredibile di emozione e di insegnamento sui valori più basilari dell’esistenza, che egli ha affrontato nella vita, seguitano a far sgorgare dalla sua fonte le idee che ci trasmette, i concetti suggeriti, l’attenzione che con le fotografie ci chiede di porre sui temi della vecchiaia, della morte, del senso della nostra vita. Vorrei che ricordarlo, oggi, fosse tradotto, da chi lo apprezzava, nel gesto di osservare anche solo una delle sue meravigliose opere.

Aprite Internet, cercate quella che vi appartiene di più; entrate nelle librerie e sfogliate un libro in cui siano riprodotte; visitate una sua mostra nelle città dove in questo giorno verranno fatte. Scegliete quella che sentite più vicina e osservatela e state a vedere che succede; se il vostro Essere vi suggerisce anche solo una sensazione, crederete a quello che vi ho detto.

Simona Guerra


Fotografi nel web #140: Domenico (Nico) Castaldo



Domenico (Nico) Castaldo: chi è?
Consulente informatico con mille passioni, tra cui lo sport praticato, la lettura e la musica, tanto per citarne qualcuna, ma tra tutte spicca la fotografia che mi ha sempre affascinato. Mi ricordo che già da bambino, sfogliando riviste e libri, venivo attratto fortemente delle immagini che spesso mi suscitavano meraviglia ma non riuscivo a capirne il motivo. E’ stata forse la curiosità verso queste sensazioni che mi ha poi spinto a provare ad esprimermi in quest’arte. Non è per me un lavoro, e sono contento che non lo sia perchè altrimenti credo perderebbe molto del suo fascino. Ho provato a fotografare in situazioni come matrimoni o feste ma non amo questo genere, anzi ho scoperto che quasi mi irrita il dover fare le cose in fretta, dover correre dietro agli sposi o al festeggiato, per non perdere l’anello, il bacio, la torta, ecc... Mi soddisfa, invece, tantissimo pensare ad un’immagine, cercare la situazione o il momento per realizzarla, cercare la persona giusta o andare in cerca del luogo più adeguato, oppure scegliere una location e aspettare, anche per ore, che succeda qualcosa di interessante da immortalare.

Quando hai iniziato a fotografare?
Come ho detto, ho da sempre covato la passione per la fotografia, ma le prime esperienze le ho avute intorno ai vent’anni. Scattavo con una Pentax ME Super, che conservo tuttora perfettamente funzionante, e che mi ha accompagnato per diversi anni e per migliaia di foto con cui ho riempito scatoloni ora sepolti in garage. Da un po’ di tempo mi ripropongo di riaprirli per vedere se c’è qualcosa di buono, ma l’impresa sarebbe titanica e credo che non lo farò mai.

Quale genere ti piace maggiormente fotografare?
Non c’è un genere che prediligo in maniera particolare, tutto mi emoziona e tutto vorrei fotografare. [...]


L'intervista continua su Fotografi nel Web





Fotografie: © Domenico (Nico) Castaldo

mercoledì 24 novembre 2010

"I predatori" di Clive Cussler & Jack Du Brul: impressioni a caldo

Clive Cussler & Jack Du Brul - I PREDATORI

Questa volta per Juan Cabrillo e la sua Oregon - all'apparenza un dimesso mercantile, in realtà una nave dotata dei più avanzati sistemi tecnologici l'incarico arriva da Oriente, da un consorzio di armatori giapponesi, preoccupati da un'ondata di pirateria che sta dilagando nel mar del Giappone. A essere presi di mira non sono piccole navi e yacht turistici, ma enormi mercantili, che "spariscono" letteralmente insieme al carico e all'equipaggio. Pirati che hanno unito le forze? Una nuova centrale di terrorismo internazionale che ha trovato un modo di finanziarsi? Basta solo l'ipotesi di questo collegamento per spingere Cabrillo, che vive sul mare e per il mare, ad accettare la missione e a cominciare le indagini. Ma quando insieme al suo equipaggio di uomini e donne superaddestrati e pronti a tutto si confronta direttamente con il nemico, scopre che la posta in gioco è molto, molto più alta e che a muovere le fila di tutto sono figure davvero insospettabili...

Titolo originale: Dark Watch (2005)
Casa Editrice Tea
Trad. di A. Raffo e C. Centanaro
2010 - pp. 416 - € 8,90


Il nome in copertina a caratteri cubitali è quello di Clive Cussler, ma non credo ci siano dubbi sul fatto che a scrivere il libro sia stato colui il cui nome è riportato poco sotto, piccolo piccolo...
Cussler invecchia, ma il suo carisma tira ancora parecchio, e così delega il bravo Jack Du Brul a fare "il lavoro sporco"; e Jack lo fa davvero bene!
"I predatori", terzo episodio della saga "Oregon - Juan Cabrillo", è un ottimo libro di azione, la storia è avvincente e le pagine scivolano via senza intoppi. [...]

...continua la lettura su Replay Books

martedì 23 novembre 2010

Fotografi nel web #139: Stefano Landi



Stefano Landi: chi è?
Un fotoamatore talmente affascinato dalla fotografia da coltivarla attualmente come fosse una professione.

Quando hai iniziato a fotografare?
Ho iniziato a fotografare in digitale relativamente da pochi anni e quasi per caso, grazie al regalo di una piccola compatta da parte di mia moglie. In realtà l’approccio con la fotografia risale a parecchi anni prima: avevo una Minolta FX300 con cui, ogni tanto, mi dilettavo a scattare. Ma era un sistema troppo lento per il mio modo di essere e mi riferisco alla fase successiva allo scatto, quella dello sviluppo e della stampa che non ho mai curato personalmente.

Quale genere ti piace maggiormente fotografare?
Amo prevalentemente le foto di eventi, siano musicali, teatrali o di danza, per cui in genere situazioni fotograficamente con poca luce. Pare strano, ma spesso sono in difficoltà a scattare in pieno giorno. [...]


L'intervista continua su Fotografi nel Web





Fotografie: © Stefano Landi

lunedì 22 novembre 2010

NICK CURRAN & THE LOWLIFES @ Fun House Tattoo Club - 18/11/2010

Versatile e bravissimo indistintamente dal rockabilly, al R&B, al blues, Nick Curran è definito la sintesi di Little Richard e T-Bone Walker nel XXI secolo.
Padroneggia senza problemi la musica delle origini, riuscendo a rinnovare un genere pur nel rispetto della tradizione. Suona i classici del R&B e jump blues della fine degli anni '40 e i primi '50, ma propone anche materiale originale, usando strumentazione vintage.

Un artista poliedrico e adrenalinico a tal punto che è impossibile rimanere fermi durante un suo concerto!

Dopo il grande consenso di pubblico riscosso al Summer Jamboree #10 (vedi qua, qua e la copertina su "Dynamite!" con la mia foto), Nick Curran è tornato nelle Marche, insieme ai suoi "The Lowlifes", per una strepitosa serata al Fun House Tattoo Club Rock'n'Roll live club music di Osimo Stazione (AN) - Via Adriatica km 314.60.

Io c'ero, e questo è il mio reportage di una fantastica serata rockabilly...



NICK CURRAN & THE LOWLIFES
Giovedì 18 novembre 2010
@ Fun House Tattoo Club
introducing "The Varnelli's"


Canon EOS 50D - Sigma 10-20 F4-5.6 EX DC HSM
1/125 - F4.0 - ISO1.250 @ 10 mm.

Canon EOS 50D - Sigma 10-20 F4-5.6 EX DC HSM
1/80 - F4.0 - ISO1.250 @ 10 mm.


























Guarda la galleria completa:



Nick Curran, artista autodidatta e poliedrico, inizia a suonare la batteria all'età di tre anni e si esibisce con la r'n'r band del padre. All’età di nove anni riceve una chitarra per Natale e capisce di avere trovato il suo vero strumento e segue il consiglio del padre: "Ascolta ciò che ti piace e alla fine troverai il tuo stile".
Inizia la sua carriera all'età di 19 anni, lasciando il Maine, dopo esser cresciuto tra band di rockabilly e gruppi quasi punk, e dopo essersi fatto le ossa al fianco di Ronnie Dawson e Kim Lanz. Jimmie Vaughan invita Nick Curran ad esibirsi da Antone's e a trasferirsi ad Austin Texas.
Nel suo primo album, "Fixin' Your Head", uscito con l’etichetta Texas Jamboree, Nick utilizza strumentazione Vintage per richiamare le sonorità autentiche dei '45 e '78 giri. In occasione delle registrazioni in studio, forma la band "Nick Curran and the Nitelifes" e nella capitale texana incide nel 2001 il secondo lavoro "Nitelife bolgie", sempre sotto la stessa etichetta Texas Jamboree.
Nel 2004 esce il nuovo disco di Nick "Dr. Velvet", che gli frutta un prestigioso Blues Award come miglior debutto dell’anno.
Subito dopo inizia a collaborare alla registrazione dell'album "Painted On" del 2005 dei Fabulous Thunderbirds e suona al fianco di Kim Wilson fino al 2007.
Nel frattempo Nick ed il bassista Ronnie James fondano la punk band "Deguello" con un sound che sta tra quello dei Ramones e quello di Little Richard. Si trova inoltre coinvolto a scrivere quattro pezzi per la serie televisiva di Charlaine Harris "True Blood".


Nel novembre 2008, dopo un'esperienza da solista, Nick decide di fondare i "The Lowlifes", roots e rock'n'roll band, andando ad infuocare le scene blues, punk, rockabilly e rock'n'roll, con un mix di "Retro e Modern Mojo", in giro per gli USA e l'Europa.
All'inizio del 2010 esce "Reform School Girl", sotto la Eclecto Groove, che sigla il culmine della versatilità ed eclettismo di questo bravo chitarrista e talentuoso artista. Nick dice a proposito di questo album: "C'è tutto quello che ho sempre ascoltato, dall'old blues alla Lazy Lester. T-Bone Walker, Bo Diddley alle Ronettes e Shangri-Las fino ad arrivare ai Guns N Roses!".

More info:
http://www.myspace.com/curranrock