Ildefonso Falcones - LA MANO DI FATIMA
Nei villaggi delle Alpujarras è esploso il grido della ribellione. Stanchi di ingiustizie e umiliazioni, i moriscos si battono contro i cristiani che li hanno costretti alla conversione. È il 1568. Tra i rivoltosi musulmani spicca un ragazzo di quattordici anni dagli occhi incredibilmente azzurri. Il suo nome è Hernando. Nato da un vile atto di brutalità — la madre morisca fu stuprata da un prete cristiano -, il giovane dal sangue misto subisce il rifiuto della sua gente. La rivolta è la sua occasione di riscatto: grazie alla sua generosità e al coraggio, conquista la stima di compagni più o meno potenti. Ma c'è anche chi, mosso dall'invidia, trama contro di lui. E quando nell'inferno degli scontri conosce Fatima, una ragazzina dagli immensi occhi neri a mandorla che porta un neonato in braccio, deve fare di tutto per impedire al patrigno di sottrargliela. Inizia così la lunga storia d'amore tra Fatima ed Hernando, un amore ostacolato da mille traversie e scandito da un continuo perdersi e ritrovarsi. Ma con l'immagine della mamma bambina impressa nella memoria, Hernando continuerà a lottare per il proprio destino e quello del suo popolo. Anche quando si affaccerà nella sua vita la giovane cattolica Isabel...
"La mano de Fàtima", 2009
Traduzione Nanda di Girolamo
Longanesi, collana La Gaja Scienza 941
pagg. 902, euro 22,00
ISBN 978-88-304-2722-8
Dare un giudizio "a caldo" sul romanzo "La mano di Fatima" dello scrittore spagnolo Ildefonso Falcones è una cosa estremamente difficile: con le emozioni suscitate dalla storia di Hernando e Fatima ancora ben vive dentro di noi si rischia di non essere obiettivi ed elogiare in maniera eccessiva il lavoro dell'avvocato di Barcellona.
Ma, pur cercando di essere obiettivo, devo dire che gli elogi che sarei tentato di scrivere se li merita proprio tutti!
Al suo secondo romanzo dopo il bellissimo "La cattedrale del mare", ancora alle prese con un romanzo storico, Falcones ha ideato una storia d'amore struggente, appassionante, commovente ma anche estremamente sofferta; così come Arnau, protagonista del primo romanzo, anche in questo caso la parabola umana di Hernando segue momenti di estrema povertà, di umiliazione, di sottomissione ad altri di agiatezza, potere, prestigio, in un continuo saliscendi che quasi angoscia il lettore ansioso di veder scritta la parola Fine alle sofferenze del protagonista, con un lieto finale che... è meglio non anticipare! (ma sarà davvero lieto?) [...]
...continua la lettura su Replay Books
Nessun commento:
Posta un commento