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mercoledì 16 febbraio 2011

Fotografi nel web #146: Michele Rieri



Michele Rieri: chi è?
La prima domanda e già mi metti in difficoltà. Per risponderti prenderò spunto da un passaggio del celebre monologo tratto dal film The Big Kahuna: "Non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi fare della tua vita. Le persone più interessanti che conosco, a ventidue anni non sapevano che fare della loro vita. I quarantenni più interessanti che conosco, ancora non lo sanno." Ecco, a 34 anni suonati Michele Rieri non sa ancora esattamente chi è. Di certo la macchina fotografica è una passione. Che possa procurarmi anche il tozzo di pane negli anni a venire, beh, questo staremo a vederlo.

Quando hai iniziato a fotografare?
Intorno ai 20 anni. Per gioco, direi. Il fascino dello scatto l'ho subito da sempre. Col tempo ho capito che non potevo resistergli e così ho deciso di abbandonarmici per vedere se, instaurando una relazione più seria, potevo tirare fuori qualche opera degna di tale attributo.

Quale genere ti piace maggiormente fotografare?
Ho un forte bagkground letterario e cinematografico. Vengo letteralmente rapito dagli scenari urbani delle grandi metropoli occidentali ed in special modo di quelle statunitensi. Le storie ambientate nella Grande Mela, a Los Angeles, Chicago, piuttosto che nelle strade e nelle periferie di Milano, Londra, Parigi, o nelle stazioni degli autobus, della metro, davanti ad insegne di hotels derelitti o dentro bettole frequentate da disperati e reietti, mi fanno salire i brividi lungo la schiena. E sono emozioni buone, intendo, non di ribrezzo o paura. Forse saranno banali, stereotipati. Forse rappresenteranno clichè oramai iper-inflazionati. Ma se potessi scegliere, dovendo vivere di fotografia, quali soggetti rappresentare e quali storie narrare, non avrei dubbi nel concentrarmi su reportages assemblati calandomi in pieno in quei contesti e in quei luoghi. [...]


L'intervista continua su Fotografi nel Web





Fotografie: © Michele Rieri

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