Solo una linea d'orizzonte immobile, in un bianco e nero minimale, contrastato e poetico, racconta la consistenza cangiante del mare, a volte riconoscibile, a volte no, presenza mutevole e magnetica.
Sarà inaugurata venerdì 18 novembre 2011 alle 18 la mostra fotografica "Minimalemare" di Giovanni Ghiandoni, allestita alla Galleria Arearte e a Marcheshire Gourmet di Senigallia (Marche – AN), dal 18 novembre al 4 dicembre.
La mostra sarà presentata nella Galleria Arearte alla presenza dello stesso autore e ci si sposterà poi a Marcheshire Gourmet anche per un aperitivo. In degustazione ci sarà il Castijo, un Verdicchio classico dei Castelli di Jesi, annata 2010, dell'azienda vitivinicola a conduzione familiare Casaleta di Serra de' Conti (partner dell'iniziativa), fresco e delicato, con aromi sapidi e minerali.
La mostra è organizzata da Giovanni Ghiandoni, in collaborazione con Galleria Arearte e Marcheshire Gourmet.
Il catalogo, con contributo critico di Gabriele Tinti, sarà in vendita in entrambe le sedi espositive ed è realizzato anche grazie al contributo di Fideuram, Caitech e Mag Gas.
Le quaranta foto che costituiscono questo progetto del fotografo senigalliese Giovanni Ghiandoni, dal titolo "Minimalemare", sono state realizzate in formato 30x40 e stampate su carta baritata.
Dopo le serie "Paesaggi di carne", "Combustioni", "Paesaggi meccanici", "Mattatoio", ora per la prima volta pur essendoci nato e vivendoci da sempre, Ghiandoni affronta il mare.
"È cambiato nel tempo l'oggetto: lì era Parigi, erano le carni macellate, le carrozzerie decomposte, qui è il mare. Ma non importa e fa lo stesso – fa notare il critico Gabriele Tinti - perché nella poesia d'un particolare corporale - nella riduzione al carnale di qualunque elemento possibile, al farsi terra, muro, uomo d'ogni sostanza - Giovanni Ghiandoni identifica, trova il proprio tempo poetico".
È questo il filo conduttore della ricerca di Ghiandoni, fotografo che guarda all'eredità di Giacomelli, pur "con tutt'altro passo e, com'è ovvio, tutt'altra tecnica e strumentazione rispetto al proprio maestro" commenta Tinti. "Nonostante ciò – continua il critico – in lui è essenzialmente quello stesso mare a rivivere, e non soltanto come medesima presenza, ma anche come umore, come sentimento febbrile, come analogo spazio magnetico. Che lui però estremizza in formativa ancora più astratte e assolute. Che lui ci restituisce come mare ma che potrebbe anche essere terra – altro".
Come Giacomelli, l'intenzione è quella di "comprimere, ridurre tutti i soggetti ritratti a un fatto corporale".
Nato a Senigallia, Giovanni Ghiandoni si forma nell'arte fotografica tra Ancona (Centro Sperimentale Design), Milano (master in camera oscura alla JK School, corso Fotografia e rappresentazione del territorio alla Facoltà di Architettura del Politecnico) e Treviso (workshop del fotografo Lewis Baltz su invito del Centro di comunicazione, di ricerca e sviluppo di Benetton Fabrica).
Nel 2000 viene selezionato dalla Commissione di arti visive e risiede per un anno alla Citè internationale des arts di Parigi, ai fini di un'esposizione finale, mentre nel 2003 "Paesaggi di carne" viene selezionato al Festival internazionale di fotografia Photoespana a Madrid, per la sezione Descubrimentos.
Sarà inaugurata venerdì 18 novembre 2011 alle 18 la mostra fotografica "Minimalemare" di Giovanni Ghiandoni, allestita alla Galleria Arearte e a Marcheshire Gourmet di Senigallia (Marche – AN), dal 18 novembre al 4 dicembre.
La mostra sarà presentata nella Galleria Arearte alla presenza dello stesso autore e ci si sposterà poi a Marcheshire Gourmet anche per un aperitivo. In degustazione ci sarà il Castijo, un Verdicchio classico dei Castelli di Jesi, annata 2010, dell'azienda vitivinicola a conduzione familiare Casaleta di Serra de' Conti (partner dell'iniziativa), fresco e delicato, con aromi sapidi e minerali.
La mostra è organizzata da Giovanni Ghiandoni, in collaborazione con Galleria Arearte e Marcheshire Gourmet.
Il catalogo, con contributo critico di Gabriele Tinti, sarà in vendita in entrambe le sedi espositive ed è realizzato anche grazie al contributo di Fideuram, Caitech e Mag Gas.
Le quaranta foto che costituiscono questo progetto del fotografo senigalliese Giovanni Ghiandoni, dal titolo "Minimalemare", sono state realizzate in formato 30x40 e stampate su carta baritata.
Dopo le serie "Paesaggi di carne", "Combustioni", "Paesaggi meccanici", "Mattatoio", ora per la prima volta pur essendoci nato e vivendoci da sempre, Ghiandoni affronta il mare.
"È cambiato nel tempo l'oggetto: lì era Parigi, erano le carni macellate, le carrozzerie decomposte, qui è il mare. Ma non importa e fa lo stesso – fa notare il critico Gabriele Tinti - perché nella poesia d'un particolare corporale - nella riduzione al carnale di qualunque elemento possibile, al farsi terra, muro, uomo d'ogni sostanza - Giovanni Ghiandoni identifica, trova il proprio tempo poetico".
È questo il filo conduttore della ricerca di Ghiandoni, fotografo che guarda all'eredità di Giacomelli, pur "con tutt'altro passo e, com'è ovvio, tutt'altra tecnica e strumentazione rispetto al proprio maestro" commenta Tinti. "Nonostante ciò – continua il critico – in lui è essenzialmente quello stesso mare a rivivere, e non soltanto come medesima presenza, ma anche come umore, come sentimento febbrile, come analogo spazio magnetico. Che lui però estremizza in formativa ancora più astratte e assolute. Che lui ci restituisce come mare ma che potrebbe anche essere terra – altro".
Come Giacomelli, l'intenzione è quella di "comprimere, ridurre tutti i soggetti ritratti a un fatto corporale".
Nato a Senigallia, Giovanni Ghiandoni si forma nell'arte fotografica tra Ancona (Centro Sperimentale Design), Milano (master in camera oscura alla JK School, corso Fotografia e rappresentazione del territorio alla Facoltà di Architettura del Politecnico) e Treviso (workshop del fotografo Lewis Baltz su invito del Centro di comunicazione, di ricerca e sviluppo di Benetton Fabrica).
Nel 2000 viene selezionato dalla Commissione di arti visive e risiede per un anno alla Citè internationale des arts di Parigi, ai fini di un'esposizione finale, mentre nel 2003 "Paesaggi di carne" viene selezionato al Festival internazionale di fotografia Photoespana a Madrid, per la sezione Descubrimentos.
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