Domenica 4 marzo 2012, il palco del Teatro "La Fenice" di Senigallia ha accolto Ascanio Celestini e il suo ultimo monologo: "Pro Patria. Senza prigioni, senza processi".
In questo nuovo acuto, intenso e stimolante spettacolo, Ascanio Celestini parte dalla condizione carceraria ma approda, come sempre nei suoi monologhi asciutti e provocatori, su tante altre terre di riflessione.
In "Pro Patria. Senza prigioni, senza processi", alle sue spalle c'è solo un fondale con immagini, ritagli di giornali e manifesti di uno spettacolo. Un palco di metallo per le prove di un discorso. Un banchetto rosso.
L'attore e autore romano presta stavolta la voce a un detenuto che ha maturato una coscienza politica in carcere, attraverso le uniche letture che l'istituzione carceraria gli permette, testi risorgimentali sulle vicende della repubblica romana. Siccome il suo compagno di cella è un "nero matto africano" che dorme cinque minuti ogni ora, non gli resta che parlare con un interlocutore muto: Mazzini.
Un racconto di cento minuti, nel quale Celestini arriva a mettere in parallelo i "tre risorgimenti": quello repubblicano dell'Ottocento, la lotta di liberazione nazionale partigiana e il terrorismo armato degli anni Settanta. Tutti e tre hanno in comune il fatto di essere storie di lotta armata e galera, storie di giovani combattenti finiti al campo santo, in galera o successivamente al governo.
Il testo è di Ascanio Celestini. La cura del suono di Andrea Pesce.
"Pro Patria" è una produzione FABBRICA – in coproduzione con Teatro Stabile dell’Umbria.
Ascanio Celestini
"PRO PATRIA. Senza prigioni, senza processi"
Teatro "La Fenice" - Senigallia
domenica 4 marzo 2012
In questo nuovo acuto, intenso e stimolante spettacolo, Ascanio Celestini parte dalla condizione carceraria ma approda, come sempre nei suoi monologhi asciutti e provocatori, su tante altre terre di riflessione.
In "Pro Patria. Senza prigioni, senza processi", alle sue spalle c'è solo un fondale con immagini, ritagli di giornali e manifesti di uno spettacolo. Un palco di metallo per le prove di un discorso. Un banchetto rosso.
L'attore e autore romano presta stavolta la voce a un detenuto che ha maturato una coscienza politica in carcere, attraverso le uniche letture che l'istituzione carceraria gli permette, testi risorgimentali sulle vicende della repubblica romana. Siccome il suo compagno di cella è un "nero matto africano" che dorme cinque minuti ogni ora, non gli resta che parlare con un interlocutore muto: Mazzini.
Un racconto di cento minuti, nel quale Celestini arriva a mettere in parallelo i "tre risorgimenti": quello repubblicano dell'Ottocento, la lotta di liberazione nazionale partigiana e il terrorismo armato degli anni Settanta. Tutti e tre hanno in comune il fatto di essere storie di lotta armata e galera, storie di giovani combattenti finiti al campo santo, in galera o successivamente al governo.
Il testo è di Ascanio Celestini. La cura del suono di Andrea Pesce.
"Pro Patria" è una produzione FABBRICA – in coproduzione con Teatro Stabile dell’Umbria.
Chi ruba una mela finisce in galera anche se molti pensano che rubare una mela è un reato da poco. E chi ruba due mele? Chi ne ruba cento? Quando il furto della mela diventa un reato? C’è un limite? C’entra con la qualità della mela? La legge è uguale per tutti e i giudici non si mettono a contare le mele. La statua della giustizia davanti al tribunale ha una bilancia in mano, ma entrambi i piatti sono vuoti. Non è una bilancia per pesare la frutta.
Ascanio Celestini
"PRO PATRIA. Senza prigioni, senza processi"
Teatro "La Fenice" - Senigallia
domenica 4 marzo 2012
Grandissimo, Ascanio (grazie come sempre per le foto, Libero!)
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