Adolfo Aievoli: chi è?
Chi sono? una bella domanda. Sicuramente non sono un fotografo di professione ma un appassionato come tanti altri. Sono una persona che vive di sensazioni che mi provengono da tutto ciò che mi circonda e su cui le riverso a mia volta dopo averle metabolizzate e sedimentate per poter tentare di astrarne una piccola parte in modo tale da farle acquisire una dimensione propria ed autonoma. In tutto ciò che faccio credo che si rifletta molto la musica che ascolto e ciò che leggo o che osservo ma credo che sia soprattutto la musica ad influenzarmi molto, anche se forse questo aspetto non risulta facilmente percepibile. Oltre a tutto ciò c'è anche quello che mi piace definire come una sorta di "paradossale e sarcastica ironia", spesso dissacrante, anche se in maniera non esagerata nei confronti di ciò che mi stimola e che poi traduco in immagini. Insomma, non mi prendo molto sul serio anche se nutro un grande rispetto per la Fotografia e la tecnica che cerco di imparare e perfezionare sempre di più, sia per quanto riguarda la fase di scatto che di post produzione anche se non mi considero un purista ortodosso.
Quando hai iniziato a fotografare?
Ho iniziato tra dicembre 2006 e gennaio 2007, con una Lumix FZ50 (anche se possedevo già una piccola Coolpix da 4 megapixel).
Quale genere ti piace maggiormente fotografare?
Non ho un genere preferito o predefinito che dir si voglia. Scatto ciò che ho voglia di realizzare in un determinato momento. Questo aspetto è ciò che sicuramente ha caratterizzato i miei inizi, sotto la spinta della curiosità, della voglia di imparare e di cercare in qualche modo un percorso. Adesso credo di avere le idee più chiare. Sono molto atratto dal surrealismo, dal paradosso, dalla simbologia che un semplice elemento può rappresentare in una foto, dalla non immediatezza del messaggio ma dalla voglia di spingere l'osservatore a cercare, facendo compiere anche a lui una sorta di piccolo viaggio. Mi piace infine molto la persona intesa come essere umano, sia esso uomo o donna poco importa, in genere, ultimamente sento che l'elemento soggettivo, umano, sia imprescindibile per comunicare ciò che mi piacerebbe e che provo. La mia impostazione però non mi ha reso facile il reperimento di "volontari" nella misura che avrei auspicato. Devo ammettere che neanche io mi sono impegnato più di tanto nel cercarli. Spero, in futuro, di poter realizzare qualche progetto che ho in mente, soprattutto in tema di nudo artistico e magari raffinatamente erotico senza che questo voglia significare "esporre la mercanzia in bella mostra" come molti stereotipi imperanti sembrano invece voler far passare come assioma stilistico. [...]
Chi sono? una bella domanda. Sicuramente non sono un fotografo di professione ma un appassionato come tanti altri. Sono una persona che vive di sensazioni che mi provengono da tutto ciò che mi circonda e su cui le riverso a mia volta dopo averle metabolizzate e sedimentate per poter tentare di astrarne una piccola parte in modo tale da farle acquisire una dimensione propria ed autonoma. In tutto ciò che faccio credo che si rifletta molto la musica che ascolto e ciò che leggo o che osservo ma credo che sia soprattutto la musica ad influenzarmi molto, anche se forse questo aspetto non risulta facilmente percepibile. Oltre a tutto ciò c'è anche quello che mi piace definire come una sorta di "paradossale e sarcastica ironia", spesso dissacrante, anche se in maniera non esagerata nei confronti di ciò che mi stimola e che poi traduco in immagini. Insomma, non mi prendo molto sul serio anche se nutro un grande rispetto per la Fotografia e la tecnica che cerco di imparare e perfezionare sempre di più, sia per quanto riguarda la fase di scatto che di post produzione anche se non mi considero un purista ortodosso.
Quando hai iniziato a fotografare?
Ho iniziato tra dicembre 2006 e gennaio 2007, con una Lumix FZ50 (anche se possedevo già una piccola Coolpix da 4 megapixel).
Quale genere ti piace maggiormente fotografare?
Non ho un genere preferito o predefinito che dir si voglia. Scatto ciò che ho voglia di realizzare in un determinato momento. Questo aspetto è ciò che sicuramente ha caratterizzato i miei inizi, sotto la spinta della curiosità, della voglia di imparare e di cercare in qualche modo un percorso. Adesso credo di avere le idee più chiare. Sono molto atratto dal surrealismo, dal paradosso, dalla simbologia che un semplice elemento può rappresentare in una foto, dalla non immediatezza del messaggio ma dalla voglia di spingere l'osservatore a cercare, facendo compiere anche a lui una sorta di piccolo viaggio. Mi piace infine molto la persona intesa come essere umano, sia esso uomo o donna poco importa, in genere, ultimamente sento che l'elemento soggettivo, umano, sia imprescindibile per comunicare ciò che mi piacerebbe e che provo. La mia impostazione però non mi ha reso facile il reperimento di "volontari" nella misura che avrei auspicato. Devo ammettere che neanche io mi sono impegnato più di tanto nel cercarli. Spero, in futuro, di poter realizzare qualche progetto che ho in mente, soprattutto in tema di nudo artistico e magari raffinatamente erotico senza che questo voglia significare "esporre la mercanzia in bella mostra" come molti stereotipi imperanti sembrano invece voler far passare come assioma stilistico. [...]
L'intervista continua su Fotografi nel Web
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