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lunedì 25 aprile 2011

ADELS @ Fun House Tattoo Club - 22/04/2011

Un po' di numeri: insieme da 17 anni, hanno pubblicato 10 CD e 1 DVD, più di 1800 concerti sulle spalle (negli ultimi anni anche 180 concerti di media l’anno) e 180.000 i kilometri percorsi annualmente sulle strade di tutta Italia!...
Questi sono gli Adels, la band formata nel 1994, composta da Diego "Rockin" Geraci alla chitarra e alla voce, Fabio "Fabulous" Cinque al contrabbasso (slappato, proprio come facevano i bassisti negli anni ’40 e ’50) e Peppe "Joe" Falzone alla batteria.

Durante questi 17 anni gli Adels, dopo aver iniziato come trio dedito al rockin-blues, hanno affinato un loro stile molto più personale dove Rockabilly, Surf, Blues e Punk convivono insieme creando quello che loro chiamano "Pure South-a-Billy Sound": i loro musicisti di riferimento sono tutti quegli autori che nei ’40 e nei ’50 suonavano in maniera assolutamente selvaggia, pur mantenendo di base una finezza rarissima da trovare negli artisti odierni insieme alle band di neo-rockabilly degli anni '80!...
Insomma una band di culto che a forza si è imposta nel difficilissimo panorama della musica propria suonata dal vivo, arrivandone a fare una professione!!!


Gli Adels, direttamente da Caltanissetta, si sono esibiti venerdì 22 aprile 2011 al Fun House Tattoo Club Rock'n'Roll live club music di Osimo Stazione (AN) - Via Adriatica km 314.60.

C'ero anch'io, e questo è il reportage della serata...


ADELS & dj set by Miss Lalla Hop
Venerdì 22 aprile 2011
@ Fun House Tattoo Club


Canon EOS 7D - Sigma 10-20 F4-5.6 EX DC HSM
1/160 - F4.0 - ISO800 @ 10 mm.

Canon EOS 7D - Canon EF35 F2.0
1/200 - F2.0 - ISO800 @ 35 mm.

Canon EOS 7D - Canon EF35 F2.0
1/200 - F2.0 - ISO800 @ 35 mm.























Guarda la galleria completa:

venerdì 22 aprile 2011

"M’arcord Mario - I luoghi, i volti e le parole di Mario Giacomelli": il programma

Ecco il programma della rassegna "M’arcord Mario - I luoghi, i volti e le parole di Mario Giacomelli" per commemorare il decennale della morte del celebre fotografo.
A Senigallia, dal 21 maggio al 31 agosto 2011.


Un vero e proprio omaggio quello che il Comune di Senigallia ha riservato ad uno dei suoi concittadini più illustri, il noto fotografo Mario Giacomelli scomparso il 25 novembre del 2000.
In occasione del decennale, nel novembre scorso, l’Amministrazione comunale aveva pensato di dedicare a lui la nuova piazza che sorgerà al posto della vecchia ex Sacelit e un programma di iniziative che si concluderà il 1 agosto, data della nascita.
L’idea di intitolare la piazza al fotografo cui il MOMA di New York si interessò già negli anni ’60, risale all’ex Sindaco Luana Angeloni.
Quello che ne verrà fuori non sarà il canonico ritratto che tutti già conoscono e apprezzano dell’artista, ma il suo rapporto con la città.
Rapporto con la città che si stringerà ancor di più con un museo, previsto nella stessa area del nuovo quartiere: un museo d’arte contemporanea a lui dedicato.

L’avvio del ricco programma è avvenuto il 12 dicembre 2010 quando all'auditorium San Rocco è stato proiettato un documentario che Lorenzo Cicconi Massi, fotografo e allievo della scuola di Giacomelli, ha realizzato sulle tappe della vita dell’artista, attraverso ricordi e testimonianze di amici e colleghi.

Dal prossimo 21 maggio, e fino al 31 agosto 2011, mostre ed esposizioni di scatti e ritratti (circa 400 quelli donati alla sua città) saranno allestite a Palazzo del Duca e alla Rocca Roveresca; mentre al Museo di arte moderna (Musinf), che raccoglie le donazioni dell’artista senigalliese, si terrà la serata di testimonianze "M’arcord Mario", al museo della Mezzadria è già stata pensata una raccolta "La terra di Mario".
Altre mostre verranno allestite nel mese di agosto in varie gallerie della città, mentre il 24 luglio in Piazza della Libertà, antistante la Rotonda a Mare, il Maestro verrà ricordato con una festa di musica e parole.

mercoledì 20 aprile 2011

Gruppo fotografico "Sorelle Lumière": mostra fotografica 'Unintended' al Blurry Club di Roma


"UNINTENDED"
Potresti essere la mia scelta
Involontaria di vivere la mia vita offerta
Potresti essere colei che amerò sempre
Potresti essere colei che ascolta
Le mie inquisizioni più profonde
Potresti essere colei che amerò sempre.
(Muse)




Dal 7 al 14 maggio 2011, il gruppo fotografico "Sorelle Lumière" presenta l’esposizione fotografica "Unintended" il cui titolo prende spunto dall’omonimo brano musicale della band "Muse".

Con questo lavoro, le Sorelle Lumière vogliono esprimere attraverso l’immagine fotografica, la bellezza di una scena immediata e non intenzionale, la frazione brevissima di un fluire spontaneo e casuale, che viene rubata al tempo per essere impressa sulla carta fotografica.

"Unintended" è da leggere nel suo doppio significato: è la forza espressiva di qualcosa che "semplicemente accade" in quel preciso istante, senza un fine né una costruzione ed è, allo stesso tempo, la "non intenzionalità" del fotografo, che si trova casualmente sulla scena e riesce a catturare la particolare creatività di quell’istante.


Blurry Club
Via di San Crisogono 33/35 - Roma
7 al 14 maggio 2011 - ore 17 / 22
(domenica chiuso)

Inaugurazione: sabato 7 maggio 2011 ore 18
(entrata libera)

Fotografie di:
Lia Attanasio, Gabriella Carlei, Simona Carli, Carolina Cavaterra, Elisabeth D’Amico, Verena Grottesi, Elly Murkett, Francesca Nuzzo, Daniela Ortolani, Patrizia Urbinati.

mercoledì 13 aprile 2011

Fotografi nel web #150: Donato Bellomo



Donato Bellomo: chi è?
Anagraficamente sono nato a Bari nel '59 dove ho vissuto solo i pochi anni dei miei studi universitari, in realtà giramondo nell’infanzia e nell’adolescenza per esigenze lavorative paterne, mi sono definitivamente stabilito a Lucca dopo la laurea. Molte passioni coltivate (male), anzi direi quasi tutte quelle possibili, visto che in qualche fase della mia vita sono riuscito ad occuparmi, fra le varie attività, di filatelia, di astronomia e perfino di acquariofilia, passioni tutte comunque lontane dalla mia collocazione lavorativa che è quella di commercialista. Ascolto musica, più che altro jazz. Mi appassionano i videogames, che nella stagione della diffusione dei Vic-20 e degli Zx Spectrum, sono anche stati il mio primo lavoro. Di quell’esperienza mi è rimasto un minimo di competenza informatica, che spesso mi è di aiuto per l’utilizzo dei software in generale e di quelli post produzione e fotoritocco in particolare. Limitandomi all’ambito fotografico, e dovendomi in una qualche misura qualificare, non posso che collocarmi fra i fotoamatori e, direi, neanche fra quelli "particolarmente evoluti". Con un neologismo alla Sciascia potrei definirmi un "fotograficchio" o un "mezzo fotografo", un paio di gradini sopra il "quaquaraquà", ma molti sotto la categoria dei Fotografi con la effe maiuscola.

Quando hai iniziato a fotografare?
All’età di 18 anni, e visto che ora ne ho 51 è passato un bel pezzetto. In realtà la mia passione è stata coltivata non continuativamente, ed è stata a lungo interrotta, non per scelta, ma per qualche problema che ha riguardato la mia vista "ballerina", e che ha rappresentato un problema per il mio vivere quotidiano, ed un ostacolo insormontabile per la mia passione. [...]


L'intervista continua su Fotografi nel Web





Fotografie: © Donato Bellomo

martedì 12 aprile 2011

Waitin' for Summer Jamboree XII: il reportage della serata del 09/04/2011

Waitin' for Summer Jamboree XII - 2011
Rotonda a Mare - Senigallia
sabato 9 aprile 2011


Canon EOS 450D - Canon EF35 F2.0
1/160 - F2.0 - ISO800 @ 35 mm.






Guarda tutto il reportage su (my) Summer Jamboree

Guarda la galleria completa (clicca sul bottone):

mercoledì 6 aprile 2011

Fotografi nel web #149: Simone Tagliaferri



Simone Tagliaferri: chi è?
Uno che ha risposto alle domande, poi ha cancellato per sbaglio il file e ora deve rispondere di nuovo. Scherzi a parte, sono una specie di fotoamatore disincantato che ha scoperto la fotografia in età non proprio tenerissima e sta aspettando che la fotografia scopra lui. Quando accadrà, spero di essere pronto.

Quando hai iniziato a fotografare?
Ho avuto diverse fasi, alcune decisamente fallimentari per mancanza di persone con le quali condividere la stessa passione (purtroppo internet è arrivato dopo). La colonizzazione definitiva, non mi vergogno a dirlo, è avvenuta seguendo la mia compagna Claudia nelle sue scorribande fotografiche. Girando tutte le settimane con una persona che si diverte a fotografare biciclette rotte e arzille vecchiette, scelsi di rendermi attivo e di mettermi a fotografare arzille vecchiette anch’io. L’alternativa era fare il palo. Rispolverai una vecchia reflex analogica completamente manuale, usata poco e malamente, e iniziai a scattare. Dopo qualche scatto, scoprii che dovevo mettere il rullino. Mi si aprì un mondo.

Quale genere ti piace maggiormente fotografare?
Tendenzialmente ti direi che per formazione culturale mi piace più l’idea di composizione concettuale dell’immagine che quella di genere. Comunque, dovendo scegliere, opterei per le foto di rovine silenziose, magari senza esseri umani di disturbo, per cercarne l’anima e percepire l’idea dello scorrere del tempo. Stranamente le uso poco, nel senso che le tengo per me. Non chiedermi perché, tanto non saprei risponderti. La polvere è affascinante ed è psicologicamente determinante, J. Hillman insegna. Inoltre, mi piace l’ironia, anche se ho notato che spesso non viene colta o viene affrontata con sufficienza, soprattutto se non hai messo qualcosa sui terzi. Ecco, in generale vorrei vedere più ironia nelle foto, a prescindere dal genere. [...]


L'intervista continua su Fotografi nel Web





Fotografie: © Simone Tagliaferri

venerdì 1 aprile 2011

"La strada delle croci" di Jeffery Deaver: impressioni a caldo

Jeffery Deaver - LA STRADA DELLE CROCI

Sul ciglio della Highway 1, in California, viene scoperta una croce di legno con incisa sopra la data del giorno dopo. Proprio in quel punto, entro le successive ventiquattro ore, viene ritrovata una ragazza in fin di vita. Quando altre croci appaiono lungo la strada, annunciando morti non ancora avvenute, diventa chiaro che qualcuno sta giocando a scrivere il futuro. Per Kathryn Dance, agente del California Bureau of Investigation ed esperta nello studio dei linguaggi del corpo, inizia una caccia al serial killer che la conduce nel mondo ingannevole dei giochi di ruolo online. I sospetti ricadono sul diciassettenne Travis Brigham che, tra blog e social network, ha imparato a vivere esistenze diverse, trasformandosi di volta in volta in vittima o carnefice, martire o vendicatore. Dopo La bambola che dorme torna la smaliziata e irresistibile Kathryn Dance, in un thriller ricco di false piste, un perfetto gioco di specchi che riflette tutte le versioni possibili della verità.

Titolo originale: Roadside crosses (2009)
Casa Editrice Rizzoli (Collana BUR Bestseller)
Trad. di Viola Alberti
2009 - pp. 498 - € 21,50


Da grandissimo estimatore di Jeffery Deaver, dopo aver letto tutti gli episodi con protagonisti la coppia Rhyme-Sachs e nonostante le recensioni più negative che positive trovate in rete, ho deciso di "provare" a leggere un racconto di Kathryn Dance per "vedere l'effetto che fa".
E l'effetto non è stato negativo, anzi... [...]

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