E' quel genere di foto che troviamo su moltissime riviste, sui libri di cucina ma anche sui menù dei ristoranti: è la fotografia di gastronomia, l'arte di riprendere i cibi, ma anche i vini e i cocktails, e comunque tutto ciò che può essere mangiato o bevuto.
Il bravo fotografo di gastronomia riesce ad esaltare le forme, i colori, i sapori e gli odori di ogni singolo cibo gli capiti sotto l'obiettivo (e non è molto facile far sentire in foto sapori e odori...), usando una sapiente e meticolosa cura nella preparazione e confezione del piatto e nell'abbinamento dei vari elementi di contorno.
E' infatti importante contestualizzare il piatto da fotografare, inserendolo nel giusto ambiente, affiancandogli i giusti elementi e scegliendo colori e luci che meglio si adattano alla tipologia di cibo: un conto è fotografare un piatto di spaghetti alla carbonara, un altro ritrarre una composizione di tipici cibi giapponesi...
Come detto, è importantissima la scelta delle luci e dell'ottica; in questo genere di fotografia lo stile che va per la maggiore è quello che privilegia una ridottissima profondità di campo e un'inquadratura con l'orizzonte inclinato in maniera, a volte, anche molto pronunciata.
Secondo me, una foto di food ben riuscita deve mettere appetito a chi la osserva.
E' per questo che è importantissima la collaborazione tra il fotografo e lo chef che prepara il cibo da ritrarre; la maggior parte dei piatti, infatti, sono "veri" piatti (ancora fumanti, in certi casi) anche se in alcune occasioni si usa qualche trucchetto, tipo scottare appena le verdure per esaltarne i colori o aggiungere coloranti che rendano meglio sotto le luci di studio.
Probabilmente, a fine sessione fotografica, fotografo e cuoco si fanno un bel pranzetto con i loro soggetti! ;-)
In alcune occasioni, però, è preferibile usare cibi "finti", come nel caso dei gelati di tipo confezionato, per un motivo molto semplice: pensate ad un cremino e cosa accade alla glassa di cioccolato appena lo si tira fuori dal freezer e si scarta; sulla superficie si depositano migliaia di goccioline di condensa, un effetto non troppo fotogenico...
Giusto ieri, al ristorante, mi è tornato in mente un articolo dedicato alla fotografia gastronomica che avevo letto qualche giorno fa su una rivista del settore e, quando mi hanno portato il dolce a fine pasto, non ho saputo resistere al desiderio di fare una prova con questo genere di fotografia per me ancora inesplorato.
E così ho spostato un po' di bottiglie e bicchieri che avevo intorno al mio piatto, ho sfilato una rosa dal centro tavola e l'ho posta nel mio piatto, ho impostato la macchina fotografica con diaframma alla massima apertura (nel mio caso F2.8, di più il mio Tamron non apre) e mi sono "tuffato" sopra quella bella fetta di torta.
Non so com'è, ma mi sentivo "vagamente" osservato da chi mi stava intorno... :-)
Il bravo fotografo di gastronomia riesce ad esaltare le forme, i colori, i sapori e gli odori di ogni singolo cibo gli capiti sotto l'obiettivo (e non è molto facile far sentire in foto sapori e odori...), usando una sapiente e meticolosa cura nella preparazione e confezione del piatto e nell'abbinamento dei vari elementi di contorno.
E' infatti importante contestualizzare il piatto da fotografare, inserendolo nel giusto ambiente, affiancandogli i giusti elementi e scegliendo colori e luci che meglio si adattano alla tipologia di cibo: un conto è fotografare un piatto di spaghetti alla carbonara, un altro ritrarre una composizione di tipici cibi giapponesi...
Come detto, è importantissima la scelta delle luci e dell'ottica; in questo genere di fotografia lo stile che va per la maggiore è quello che privilegia una ridottissima profondità di campo e un'inquadratura con l'orizzonte inclinato in maniera, a volte, anche molto pronunciata.
Secondo me, una foto di food ben riuscita deve mettere appetito a chi la osserva.
E' per questo che è importantissima la collaborazione tra il fotografo e lo chef che prepara il cibo da ritrarre; la maggior parte dei piatti, infatti, sono "veri" piatti (ancora fumanti, in certi casi) anche se in alcune occasioni si usa qualche trucchetto, tipo scottare appena le verdure per esaltarne i colori o aggiungere coloranti che rendano meglio sotto le luci di studio.
Probabilmente, a fine sessione fotografica, fotografo e cuoco si fanno un bel pranzetto con i loro soggetti! ;-)
In alcune occasioni, però, è preferibile usare cibi "finti", come nel caso dei gelati di tipo confezionato, per un motivo molto semplice: pensate ad un cremino e cosa accade alla glassa di cioccolato appena lo si tira fuori dal freezer e si scarta; sulla superficie si depositano migliaia di goccioline di condensa, un effetto non troppo fotogenico...
Giusto ieri, al ristorante, mi è tornato in mente un articolo dedicato alla fotografia gastronomica che avevo letto qualche giorno fa su una rivista del settore e, quando mi hanno portato il dolce a fine pasto, non ho saputo resistere al desiderio di fare una prova con questo genere di fotografia per me ancora inesplorato.
E così ho spostato un po' di bottiglie e bicchieri che avevo intorno al mio piatto, ho sfilato una rosa dal centro tavola e l'ho posta nel mio piatto, ho impostato la macchina fotografica con diaframma alla massima apertura (nel mio caso F2.8, di più il mio Tamron non apre) e mi sono "tuffato" sopra quella bella fetta di torta.
Non so com'è, ma mi sentivo "vagamente" osservato da chi mi stava intorno... :-)
Canon EOS400D - Tamron 17-50 F/2.8 XR Di II
1/60 - F2.8 - ISO800 @ 37 mm.
Questo è il risultato; non è niente di speciale, ma considerando la luce disponibile e il tempo impiegato nel realizzare lo scatto... a me piace!
Fonte foto: Vittore Buzzi Fotografo
1/60 - F2.8 - ISO800 @ 37 mm.
Questo è il risultato; non è niente di speciale, ma considerando la luce disponibile e il tempo impiegato nel realizzare lo scatto... a me piace!
Fonte foto: Vittore Buzzi Fotografo
Bella e la torta sembra anche ottima...vedi con una bella foto anche una torta di cena può sembrare deliziosa al palato.
RispondiEliminaAnche il ristorante sembra di quelli inn...ma che tenore di vita hai Libero?
Livia, era un pranzo per un anniversario di matrimonio in famiglia.
RispondiEliminaNormalmente, con i bimbi, non si riesce neanche ad uscire per una pizza... (te ne accorgerai più avanti nel tempo)
...mi sono già accorta!
RispondiEliminaehehhe
ciao Libero
sperimenta e aggiornaci presto
Li.
Oh ti fa venir voglia di mangiarne una fetta :D
RispondiEliminaDai hai fatto una buonissima prova!!!!
Prova a partecipare al concorso qui
RispondiEliminahttp://www.fotografiagastronomica.com/
Grazie per le informazioni presenti in questo post, sono appassionata di food photography e ogni info sull'argomento è ben accetta! :-)
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