Marco Castoldi (Marshallcastoldi): chi è?
Sono un fotografo per convinzione, per viscerale necessità, per inconsapevole scelta sbocciata in un gelido giorno d’inverno come mezzo di evasione, come appiglio della mente, come sfogo espressivo. Ma forse non sono nemmeno un fotografo...
Quando hai iniziato a fotografare?
Iniziai a fotografare nel 2005, avvicinandomi svogliatamente al mondo del digitale grazie ad una super-offerta dei megastore di consumer electronic sulle fotocamere digitali da battaglia. Qualche manuale con i primi rudimenti, qualche goffo tentativo stilistico, ma la passione tracimò letteralmente quando, un anno e mezzo dopo, acquistai una reflex: mi si spalancò un mondo.
Quale genere ti piace maggiormente fotografare?
Non credo che la fotografia sia una questione di genere. Credo piuttosto che essa sia il risultato di una propria visione critica, emotiva ed allegorica del mondo. Ritengo che qualsiasi elemento abbia sufficiente dignità per essere interpretato come un soggetto. Mi piace avere un approccio trasversale ai soggetti, cioè guardare soggetti diversi con una chiave di lettura comune. Mi piacciono le atmosfere fredde, introspettive, riflessive, a volte drammatiche. Prediligo le composizioni semplici, con i giusti rapporti, con pochi elementi di grande forza. Adoro tutto quello che permette di andare oltre alla concreta realtà, qualsiasi cosa contribuisca a creare un grado di astrazione: bianco nero, lunghe esposizioni, tagli decisi, ombre profonde, punti di ripresa inusuali, geometrie...
Hai fatto qualche corso di fotografia?
Si, un corso general generico per principianti nel quale si dovrebbero imparare i principali rudimenti tecnici, che in realtà dominavo abbondantemente grazie a 5 o 6 manuali divorati nei mesi precedenti. Il corso fu un’ottima opportunità per condividere la mia passione con altre persone, ma dal punto di vista formativo mi fece più male che bene: solo più tardi avrei capito che il digitale meritava un approccio tecnico specifico che probabilmente il fotografo del mio paesello, con la vetrina piena di foto di sposi sotto gli alberi, stiracchiate in pacchiane cornici d’argento, ancora disconosceva...
Quali sono i fotografi del passato e del presente che più apprezzi?
Ammetto di non avere una conoscenza enciclopedica della storia della fotografia. Sopra a tutti il mio autore preferito, stranamente paesaggista, è Michael Kenna capace di trasformare in una favola il nulla assoluto. Ultimamente sono stato molto colpito da Jerry Uelsmann e Storm Thorgerson, ciascuno rappresentante a proprio modo di un filone prettamente immaginifico e concettuale che mi ammalia sempre di più.
Che attrezzatura fotografica hai usato nel passato, e quale stai attualmente utilizzando?
L’attrezzatura del passato è la stessa del presente e con buona probabilità continuerà ad esserlo nel futuro: Canon 400D, 17-40 F/4 L, 50 F/1.8 mk I, 70-200 F/4 L, borsetta, cavalletto, scatto remoto. Credo che l’attrezzatura sia molto importante, tuttavia debba essere dimensionata alle esigenze del fotografo. Mi piacerebbe passare al pieno formato semmai i prezzi saranno abbordabili.
Quali sono gli scatti ai quali sei particolarmente legato?
"Due modi di morire": questa foto rappresenta per me la riconciliazione di due opposti. Due soggetti apparentemente antitetici, ma con un miserabile destino convergente. Sono particolarmente legato a questa immagine perché rappresenta fedelmente la mia emotività. Inoltre, è stata la prima volta in cui ho compreso che la fotografia poteva acquistare un notevole valore creativo costruendo l’immagine da zero, non solo limitandosi a ritrarre la realtà esistente.
"Improvvisando": è un condensato di geometria, schemi e musicalità. Mi piace l’estrema stilizzazione delle forme e quel lieve surrealismo dato dalle molteplici ombre contrapposte a solo due soggetti principali.
"In controluce": è un’interpretazione astratta della fisiognomica umana basata sulla gestualità e sulla luce, in cui non è importante il volto, l’aspetto, lo sfondo, il contesto. Per me questa immagine è l’essere riuscito ad interpretare con la stessa chiave di lettura la figura umana, che solitamente è sottoposta ad una lettura più concreta, incentrata troppo spesso unicamente sulla bellezza.
Quali sono i tuoi progetti attuali e quali quelli per il futuro?
Attualmente sto pensando ad organizzare un piccolo team per sviluppare un progetto molto oneroso che ha lo scopo di unire arti diverse: fotografia, musica, letteratura e cinema. La mia idea è coinvolgere persone con competenze diverse che possano realmente dare un valore aggiunto in termini di idee e che siano parte attiva nella realizzazione fisica del progetto stesso. Il progetto dovrebbe occupare almeno i prossimi 2 anni. Al momento abbiamo già steso le prime idee e sono in procinto di passare agli scatti veri e propri.
Quanto tempo dedichi alla fotografia?
In genere, dedico un paio d’ore durante il giorno per documentarmi, studiare mentre il week end lo dedico agli scatti veri. E’ una passione onerosa in termini di tempo e richiede una certa dose di sacrificio. A volte è frustrante quando i risultati stentano ad arrivare.
Quando rivedi i tuoi vecchi scatti cosa pensi?
Salvo rare eccezioni penso: "Orrore!" col passare del tempo si imparano molte cose e si alza sempre l’asticella essendo sempre più critici verso se stessi.
Dove sono pubblicate, sul web, le tue foto?
Le mie foto sono pubblicate su parecchi siti e forum. Alcuni li frequento con assiduità, altri li consulto solamente, altri ancora ho smesso di bazzicarci. Mi piacerebbe tra qualche tempo riuscire ad avere un sito internet personale dedicato ovviamente alla fotografia.
Un pensiero a chi si avvicina ora al mondo della fotografia.
Non credo di essere nella posizione di dare suggerimenti. Provo a fare la parte dello spettatore: siate critici con la critica, cercate di essere curiosi ed andare fino in fondo alle tematiche che esplorate. Chiedetevi continuamente perché, ma soprattutto siate coerenti e cercate di dire con le immagini quello che nessun altro eccetto voi potrebbe dire con lo stesso soggetto. Fare cartoline non serve a nulla, esistono già le cartoline al tabaccaio... e costano appena 50 cent!
Vuoi chiudere con un saluto o un ringraziamento?
Un ringraziamento infinito lo devo a mio cugino Alessandro: da lui ho imparato la cura dell’immagine fino alla stampa, il gusto dell’essenziale e la visione elastica delle "sacre regole". Il ringraziamento andrebbe esteso anche per gli innumerevoli prestiti di attrezzatura, per il tempo dedicato alle mie stampe. L'ultimo sentitissimo ringraziamento lo rivolgo a tutti gli amici con cui ho collaborato, che hanno sopportato e sostenuto le mie folate umorali.
Leggi l'intervista anche su: Fotografi nel Web
Sono un fotografo per convinzione, per viscerale necessità, per inconsapevole scelta sbocciata in un gelido giorno d’inverno come mezzo di evasione, come appiglio della mente, come sfogo espressivo. Ma forse non sono nemmeno un fotografo...
Quando hai iniziato a fotografare?
Iniziai a fotografare nel 2005, avvicinandomi svogliatamente al mondo del digitale grazie ad una super-offerta dei megastore di consumer electronic sulle fotocamere digitali da battaglia. Qualche manuale con i primi rudimenti, qualche goffo tentativo stilistico, ma la passione tracimò letteralmente quando, un anno e mezzo dopo, acquistai una reflex: mi si spalancò un mondo.
Quale genere ti piace maggiormente fotografare?
Non credo che la fotografia sia una questione di genere. Credo piuttosto che essa sia il risultato di una propria visione critica, emotiva ed allegorica del mondo. Ritengo che qualsiasi elemento abbia sufficiente dignità per essere interpretato come un soggetto. Mi piace avere un approccio trasversale ai soggetti, cioè guardare soggetti diversi con una chiave di lettura comune. Mi piacciono le atmosfere fredde, introspettive, riflessive, a volte drammatiche. Prediligo le composizioni semplici, con i giusti rapporti, con pochi elementi di grande forza. Adoro tutto quello che permette di andare oltre alla concreta realtà, qualsiasi cosa contribuisca a creare un grado di astrazione: bianco nero, lunghe esposizioni, tagli decisi, ombre profonde, punti di ripresa inusuali, geometrie...
Hai fatto qualche corso di fotografia?
Si, un corso general generico per principianti nel quale si dovrebbero imparare i principali rudimenti tecnici, che in realtà dominavo abbondantemente grazie a 5 o 6 manuali divorati nei mesi precedenti. Il corso fu un’ottima opportunità per condividere la mia passione con altre persone, ma dal punto di vista formativo mi fece più male che bene: solo più tardi avrei capito che il digitale meritava un approccio tecnico specifico che probabilmente il fotografo del mio paesello, con la vetrina piena di foto di sposi sotto gli alberi, stiracchiate in pacchiane cornici d’argento, ancora disconosceva...
Quali sono i fotografi del passato e del presente che più apprezzi?
Ammetto di non avere una conoscenza enciclopedica della storia della fotografia. Sopra a tutti il mio autore preferito, stranamente paesaggista, è Michael Kenna capace di trasformare in una favola il nulla assoluto. Ultimamente sono stato molto colpito da Jerry Uelsmann e Storm Thorgerson, ciascuno rappresentante a proprio modo di un filone prettamente immaginifico e concettuale che mi ammalia sempre di più.
Che attrezzatura fotografica hai usato nel passato, e quale stai attualmente utilizzando?
L’attrezzatura del passato è la stessa del presente e con buona probabilità continuerà ad esserlo nel futuro: Canon 400D, 17-40 F/4 L, 50 F/1.8 mk I, 70-200 F/4 L, borsetta, cavalletto, scatto remoto. Credo che l’attrezzatura sia molto importante, tuttavia debba essere dimensionata alle esigenze del fotografo. Mi piacerebbe passare al pieno formato semmai i prezzi saranno abbordabili.
Quali sono gli scatti ai quali sei particolarmente legato?
"Due modi di morire": questa foto rappresenta per me la riconciliazione di due opposti. Due soggetti apparentemente antitetici, ma con un miserabile destino convergente. Sono particolarmente legato a questa immagine perché rappresenta fedelmente la mia emotività. Inoltre, è stata la prima volta in cui ho compreso che la fotografia poteva acquistare un notevole valore creativo costruendo l’immagine da zero, non solo limitandosi a ritrarre la realtà esistente.
"Improvvisando": è un condensato di geometria, schemi e musicalità. Mi piace l’estrema stilizzazione delle forme e quel lieve surrealismo dato dalle molteplici ombre contrapposte a solo due soggetti principali.
"In controluce": è un’interpretazione astratta della fisiognomica umana basata sulla gestualità e sulla luce, in cui non è importante il volto, l’aspetto, lo sfondo, il contesto. Per me questa immagine è l’essere riuscito ad interpretare con la stessa chiave di lettura la figura umana, che solitamente è sottoposta ad una lettura più concreta, incentrata troppo spesso unicamente sulla bellezza.
Quali sono i tuoi progetti attuali e quali quelli per il futuro?
Attualmente sto pensando ad organizzare un piccolo team per sviluppare un progetto molto oneroso che ha lo scopo di unire arti diverse: fotografia, musica, letteratura e cinema. La mia idea è coinvolgere persone con competenze diverse che possano realmente dare un valore aggiunto in termini di idee e che siano parte attiva nella realizzazione fisica del progetto stesso. Il progetto dovrebbe occupare almeno i prossimi 2 anni. Al momento abbiamo già steso le prime idee e sono in procinto di passare agli scatti veri e propri.
Quanto tempo dedichi alla fotografia?
In genere, dedico un paio d’ore durante il giorno per documentarmi, studiare mentre il week end lo dedico agli scatti veri. E’ una passione onerosa in termini di tempo e richiede una certa dose di sacrificio. A volte è frustrante quando i risultati stentano ad arrivare.
Quando rivedi i tuoi vecchi scatti cosa pensi?
Salvo rare eccezioni penso: "Orrore!" col passare del tempo si imparano molte cose e si alza sempre l’asticella essendo sempre più critici verso se stessi.
Dove sono pubblicate, sul web, le tue foto?
Le mie foto sono pubblicate su parecchi siti e forum. Alcuni li frequento con assiduità, altri li consulto solamente, altri ancora ho smesso di bazzicarci. Mi piacerebbe tra qualche tempo riuscire ad avere un sito internet personale dedicato ovviamente alla fotografia.
Un pensiero a chi si avvicina ora al mondo della fotografia.
Non credo di essere nella posizione di dare suggerimenti. Provo a fare la parte dello spettatore: siate critici con la critica, cercate di essere curiosi ed andare fino in fondo alle tematiche che esplorate. Chiedetevi continuamente perché, ma soprattutto siate coerenti e cercate di dire con le immagini quello che nessun altro eccetto voi potrebbe dire con lo stesso soggetto. Fare cartoline non serve a nulla, esistono già le cartoline al tabaccaio... e costano appena 50 cent!
Fotografie: © Marco Castoldi
marshallcastoldi@hotmail.it
marshallcastoldi@hotmail.it
Vuoi chiudere con un saluto o un ringraziamento?
Un ringraziamento infinito lo devo a mio cugino Alessandro: da lui ho imparato la cura dell’immagine fino alla stampa, il gusto dell’essenziale e la visione elastica delle "sacre regole". Il ringraziamento andrebbe esteso anche per gli innumerevoli prestiti di attrezzatura, per il tempo dedicato alle mie stampe. L'ultimo sentitissimo ringraziamento lo rivolgo a tutti gli amici con cui ho collaborato, che hanno sopportato e sostenuto le mie folate umorali.
Leggi l'intervista anche su: Fotografi nel Web
Marco ha una grande voglia di fare, un entusiasmo travolgente e molta passione. Sono doti che lo porteranno, ne sono convinto, ad alti livelli. Bravo ed in bocca al lupo per i tuoi progetti.
RispondiEliminaSa
Di Marco ho potuto conoscere la voglia di imparare, di sperimentare, di mettersi in gioco.
RispondiEliminaAuguri per i tuoi progetti futuri.
Ciao
Barbara
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiElimina@ aegipta: forse hai preso un granchio, il Marco Castoldi che trovi nell'intervista non suona con i Bluvertigo, non va in TV con la Ventura e non si traveste da Charlie Chaplin... però sa usare (e bene!) la macchina fotografica.
RispondiElimina;-)