Marco Guidi: chi è?
Sono un fotografo, di carattere ribelle, critico e tenace. Odio la falsità e la maleducazione, non bevo e non fumo, pratico la meditazione come forma di rilassamento, mi piace la montagna e il mare e le lunghe passeggiate in solitario. La buona tavola e la buona compagnia mi riempiono di gioia, odio i rumori lo smog la tv e chi mi fa perdere tempo.
Quando hai iniziato a fotografare?
Presto... molto presto, non c’è stato un momento preciso, ma un avvicinamento graduale e continuo, una specie di attrazione per tutto quello che è immagine.
Quale genere ti piace maggiormente fotografare?
Mi occupo di fashion e landscape e sono i generi dove mi trovo più a mio agio, ma se non ci sono commissioni ben precise e devo seguire indicazione date, personalmente fotografo praticamente di tutto, tutto ciò in un attimo attira il mio sguardo e il mio pensiero, seguo l’istinto del momento, dimentico la tecnica e premo sul bottone di scatto. Curo l’immagine dal punto compositivo e seguo il taglio della luce, in un'immagine cerco di sentirne il sapore e il profumo dell'attimo, non so cosa succede ma per un momento mi dimentico della realtà e del tempo.
Hai fatto qualche corso di fotografia?
Si, ma sono nato e cresciuto come autodidatta, la prima macchina fotografica all’età di sette anni, i primi libri di fotografia comprati a rate, la camera oscura a 10 anni, da un fotografo amico, con la regola "guardare ma non toccare", la prima reflex acquistata usata. Poi i primi incontri nei club fotografici, presentare il mio lavoro ai fotografi che stimavo, viaggi a Milano in varie agenzie, mi ha fatto crescere, ho iniziato con piccoli lavori e adesso mi ritengo fortunato perché vivo con la fotografia e per la fotografia, obbiettivo che mi sono prefissato, un sogno, ho fatto di una passione la mia professione. Mettersi in discussione, è il migliore corso che un fotografo può frequentare, la migliore scuola rimane la strada che ognuno di noi sentiamo di percorrere...
Quali sono i fotografi del passato e del presente che più apprezzi?
Domanda difficile, non ci sono fotografi che mi prendono completamente, ma ci sono alcuni che seguo con interesse, tra cui Marco Glaviano, Franco Fontana e per i paesaggi Sandro Santioli... "invidio" molto tutti i fotografi che lavorano per National Geographic, a loro va il mio ringraziamento per le immagini che producono e per le sensazioni che mi donano. Poi non dimentichiano il gruppo di springshots: dove seguo l’eleganza delle foto di Alberto Buzzanca, la fantasia di Luca Patrone, l’eccentricità di William di Lauro e la raffinatezza fotografica di Marcello Rapallino.
Che attrezzatura fotografica hai usato nel passato, e quale stai attualmente utilizzando?
Sinceramente fotografo con tutto quello che riesce a fare "click", dalle compatte alle reflex più complesse, attualmente uso il sistema Sony digitale; lo trovo molto versatile efficiente ed affidabile, comandi intuitivi, con obbiettivi di varie lunghezze, adoro gli zoom e focali luminose, mi rendono libero, non uso flash e pochissimo il cavalletto.
Qual è lo scatto al quale sei particolarmente legato?
Di solito mi lego ad una foto solo il tempo necessario che un'altra prenda il suo posto. Ci sono comunque immagini che mi ricordano un passaggio un momento un attimo, e puntualmente quando rivedo una foto mi ritornano in mente quei momenti.
Sono un fotografo, di carattere ribelle, critico e tenace. Odio la falsità e la maleducazione, non bevo e non fumo, pratico la meditazione come forma di rilassamento, mi piace la montagna e il mare e le lunghe passeggiate in solitario. La buona tavola e la buona compagnia mi riempiono di gioia, odio i rumori lo smog la tv e chi mi fa perdere tempo.
Quando hai iniziato a fotografare?
Presto... molto presto, non c’è stato un momento preciso, ma un avvicinamento graduale e continuo, una specie di attrazione per tutto quello che è immagine.
Quale genere ti piace maggiormente fotografare?
Mi occupo di fashion e landscape e sono i generi dove mi trovo più a mio agio, ma se non ci sono commissioni ben precise e devo seguire indicazione date, personalmente fotografo praticamente di tutto, tutto ciò in un attimo attira il mio sguardo e il mio pensiero, seguo l’istinto del momento, dimentico la tecnica e premo sul bottone di scatto. Curo l’immagine dal punto compositivo e seguo il taglio della luce, in un'immagine cerco di sentirne il sapore e il profumo dell'attimo, non so cosa succede ma per un momento mi dimentico della realtà e del tempo.
Hai fatto qualche corso di fotografia?
Si, ma sono nato e cresciuto come autodidatta, la prima macchina fotografica all’età di sette anni, i primi libri di fotografia comprati a rate, la camera oscura a 10 anni, da un fotografo amico, con la regola "guardare ma non toccare", la prima reflex acquistata usata. Poi i primi incontri nei club fotografici, presentare il mio lavoro ai fotografi che stimavo, viaggi a Milano in varie agenzie, mi ha fatto crescere, ho iniziato con piccoli lavori e adesso mi ritengo fortunato perché vivo con la fotografia e per la fotografia, obbiettivo che mi sono prefissato, un sogno, ho fatto di una passione la mia professione. Mettersi in discussione, è il migliore corso che un fotografo può frequentare, la migliore scuola rimane la strada che ognuno di noi sentiamo di percorrere...
Quali sono i fotografi del passato e del presente che più apprezzi?
Domanda difficile, non ci sono fotografi che mi prendono completamente, ma ci sono alcuni che seguo con interesse, tra cui Marco Glaviano, Franco Fontana e per i paesaggi Sandro Santioli... "invidio" molto tutti i fotografi che lavorano per National Geographic, a loro va il mio ringraziamento per le immagini che producono e per le sensazioni che mi donano. Poi non dimentichiano il gruppo di springshots: dove seguo l’eleganza delle foto di Alberto Buzzanca, la fantasia di Luca Patrone, l’eccentricità di William di Lauro e la raffinatezza fotografica di Marcello Rapallino.
Che attrezzatura fotografica hai usato nel passato, e quale stai attualmente utilizzando?
Sinceramente fotografo con tutto quello che riesce a fare "click", dalle compatte alle reflex più complesse, attualmente uso il sistema Sony digitale; lo trovo molto versatile efficiente ed affidabile, comandi intuitivi, con obbiettivi di varie lunghezze, adoro gli zoom e focali luminose, mi rendono libero, non uso flash e pochissimo il cavalletto.
Qual è lo scatto al quale sei particolarmente legato?
Di solito mi lego ad una foto solo il tempo necessario che un'altra prenda il suo posto. Ci sono comunque immagini che mi ricordano un passaggio un momento un attimo, e puntualmente quando rivedo una foto mi ritornano in mente quei momenti.
Quali sono i tuoi progetti attuali e quali quelli per il futuro?
Considero il mondo della moda ancora molto vasto, continuerò a esplorare e a viaggiare in questa terra seguendo la musa ispiratrice della bellezza femminile.
Hai mai esposto le tue immagini in mostre fotografiche personali o collettive?
Si, da qualche anno partecipo con entusiasmo ad un progetto composto e creato da cinque fotografi che si mettono in confronto in un modo diverso di vedere la fotografia di fashion, una mostra collettiva e itinerante, mi serve a crescere, è questo che sto facendo con gli amici di che compongono il gruppo di Springshots, tra noi non c’è competizione ma solo un modo di mettersi in discussione.
Hai mai avuto riconoscimenti in concorsi fotografici o pubblicazioni delle tue foto su libri o riviste?
Non ho mai partecipato ad un concorso fotografico, non ritengo la fotografia una competizione ma frutto di un senso artistico e intellettuale, la foto deve regalare sensazioni, e queste non possono essere valutate da una giuria ma solo dalla soggettività di un individuo.
Ho al mio attivo tre libri fotografici prodotti nel momento che mi occupavo di paesaggio:
Il Serchio – Titania editrice 1993
Il paese sommerso – Lago di Vagli – Publied 1994
La via Francigena – Publied 1995
Quanto tempo dedichi alla fotografia?
Tanto, molto, troppo... non posso pensare di passare un giorno senza scattare una foto, quando non sono in studio e non lavoro, dedico il mio tempo libero alla fotografia...
Raccontaci un episodio curioso o simpatico legato alla tua esperienza.
Curioso e simpatico è tutto il mio lavoro... si parte con le mie immagini che normalmente partono da un’idea... ho un'agenda dove appunto tutto quello che mi passa per la testa, tutto quello che poi vorrei trasformare in un'immagine... non sempre riesco a centrare l’obbiettivo... ma ogni tanto esce fuori lo scatto giusto... Quando si parla di realizzare un servizio, tutto viene pensato organizzato e studiato al di fuori dello studio stesso, la tematica da affrontare, la modella da scegliere i trucchi e gli abiti da usare, sono tutti elementi che vanno controllati prima di usare la macchina da ripresa. Lavoro solo con modelle che hanno già avuto esperienze, la scelta quasi sempre non viene mai fatta sull’estetica e sulla perfezione ma sulla comunicabilità della ragazza, sul senso che ha la ragazza per la fotografia, amo la foto istintiva quella dove si ricerca l’attimo, amo le ragazze che comunicano la propria femminilità con lo sguardo o con un semplice movimento delle mani.
Quando rivedi i tuoi vecchi scatti cosa pensi?
Al tempo che è passato, come già detto ogni foto mi ricorda un momento un'emozione, sorrido nel vedere gli errori commessi in quelle foto che in quel momento mi sembravano perfette. Malinconia per tutti gli attimi che non tornano più, ma che sono rimasti fissati in maniera indelebile in una foto e nella mia mente.
Dove sono pubblicate, sul web, le tue foto?
Sito personale http://www.fotografiche.eu/
www.myspace.com/marcoguidi
www.myspace.com/springshots
Un pensiero a chi si avvicina ora al mondo della fotografia.
Il consiglio importante è uno solo, cioè ognuno deve capire se è veramente la strada giusta, poi con un po’ di grinta e coraggio tutto viene da se. Spesso accetto nei miei shooting ragazzi o ragazze alle prime esperienze fotografiche e che vogliono vedere come si lavora su un set fotografico, mi riempie di energia positiva vederli con gli occhi vibranti assorbire tutto ciò che sta accadendo, mi riporta indietro con la memoria ai miei primi momenti come assistente, momenti che mi hanno costruito, molto di più che mille libri di tecnica. La fotografia si fa in strada in un campo di battaglia si riesce a capire il sapore della vita.
Vuoi concludere con un saluto o un ringraziamento?
A tutti coloro che mi hanno aiutato nei momenti iniziali, a tutte quelle modelle che hanno assecondato i miei capricci fotografici, e a quelle donne, compagne di un momento, che hanno lasciato traccia dentro di me, facendomi capire un po' di più del fantastico mondo dell’universo femminile...
Considero il mondo della moda ancora molto vasto, continuerò a esplorare e a viaggiare in questa terra seguendo la musa ispiratrice della bellezza femminile.
Hai mai esposto le tue immagini in mostre fotografiche personali o collettive?
Si, da qualche anno partecipo con entusiasmo ad un progetto composto e creato da cinque fotografi che si mettono in confronto in un modo diverso di vedere la fotografia di fashion, una mostra collettiva e itinerante, mi serve a crescere, è questo che sto facendo con gli amici di che compongono il gruppo di Springshots, tra noi non c’è competizione ma solo un modo di mettersi in discussione.
Hai mai avuto riconoscimenti in concorsi fotografici o pubblicazioni delle tue foto su libri o riviste?
Non ho mai partecipato ad un concorso fotografico, non ritengo la fotografia una competizione ma frutto di un senso artistico e intellettuale, la foto deve regalare sensazioni, e queste non possono essere valutate da una giuria ma solo dalla soggettività di un individuo.
Ho al mio attivo tre libri fotografici prodotti nel momento che mi occupavo di paesaggio:
Il Serchio – Titania editrice 1993
Il paese sommerso – Lago di Vagli – Publied 1994
La via Francigena – Publied 1995
Quanto tempo dedichi alla fotografia?
Tanto, molto, troppo... non posso pensare di passare un giorno senza scattare una foto, quando non sono in studio e non lavoro, dedico il mio tempo libero alla fotografia...
Raccontaci un episodio curioso o simpatico legato alla tua esperienza.
Curioso e simpatico è tutto il mio lavoro... si parte con le mie immagini che normalmente partono da un’idea... ho un'agenda dove appunto tutto quello che mi passa per la testa, tutto quello che poi vorrei trasformare in un'immagine... non sempre riesco a centrare l’obbiettivo... ma ogni tanto esce fuori lo scatto giusto... Quando si parla di realizzare un servizio, tutto viene pensato organizzato e studiato al di fuori dello studio stesso, la tematica da affrontare, la modella da scegliere i trucchi e gli abiti da usare, sono tutti elementi che vanno controllati prima di usare la macchina da ripresa. Lavoro solo con modelle che hanno già avuto esperienze, la scelta quasi sempre non viene mai fatta sull’estetica e sulla perfezione ma sulla comunicabilità della ragazza, sul senso che ha la ragazza per la fotografia, amo la foto istintiva quella dove si ricerca l’attimo, amo le ragazze che comunicano la propria femminilità con lo sguardo o con un semplice movimento delle mani.
Quando rivedi i tuoi vecchi scatti cosa pensi?
Al tempo che è passato, come già detto ogni foto mi ricorda un momento un'emozione, sorrido nel vedere gli errori commessi in quelle foto che in quel momento mi sembravano perfette. Malinconia per tutti gli attimi che non tornano più, ma che sono rimasti fissati in maniera indelebile in una foto e nella mia mente.
Dove sono pubblicate, sul web, le tue foto?
Sito personale http://www.fotografiche.eu/
www.myspace.com/marcoguidi
www.myspace.com/springshots
Un pensiero a chi si avvicina ora al mondo della fotografia.
Il consiglio importante è uno solo, cioè ognuno deve capire se è veramente la strada giusta, poi con un po’ di grinta e coraggio tutto viene da se. Spesso accetto nei miei shooting ragazzi o ragazze alle prime esperienze fotografiche e che vogliono vedere come si lavora su un set fotografico, mi riempie di energia positiva vederli con gli occhi vibranti assorbire tutto ciò che sta accadendo, mi riporta indietro con la memoria ai miei primi momenti come assistente, momenti che mi hanno costruito, molto di più che mille libri di tecnica. La fotografia si fa in strada in un campo di battaglia si riesce a capire il sapore della vita.
Vuoi concludere con un saluto o un ringraziamento?
A tutti coloro che mi hanno aiutato nei momenti iniziali, a tutte quelle modelle che hanno assecondato i miei capricci fotografici, e a quelle donne, compagne di un momento, che hanno lasciato traccia dentro di me, facendomi capire un po' di più del fantastico mondo dell’universo femminile...
Leggi l'intervista anche su: Fotografi nel Web
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