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venerdì 30 ottobre 2009

Maurizio Crozza in "Fenomeni" - Senigallia, 29/10/2009

Il sipario del Teatro La Fenice di Senigallia si è aperto ieri sera, giovedì 29 ottobre 2009, sulla Stagione Unica di Teatro, Danza e Musica 2009-2010.
Sul palco, per inaugurare il cartellone, c’era Maurizio Crozza in "Fenomeni", ovvero monologhi, musiche, personaggi celebri e non, in un affollarsi di storie che raccontano un’Italia che non vedremo mai in televisione.

Fenomeni - Presentato da Itc 2000, il ritorno in teatro di Crozza dopo i successi in Crozza Italia su La7 e in Ballarò (Rai), è segnato da questo spettacolo che non si discosta dalla sottile analitica ironia con cui l’attore ritrae da anni l’Italia, i suoi protagonisti e le sue vittime, le storie, gli atteggiamenti.
"Fenomeni" propone una fenomenologia contemporanea graffiante e mutevole che segue, giorno per giorno, l’evolversi malinconico delle notizie, con i testi dello stesso Crozza, affiancato da Vittorio Grattarola, Alessandro Robecchi, Andrea Zalone e la collaborazione di Federico Taddia.

"Siamo un paese di fenomeni. Riusciamo a fare solo le cose difficili... le cose facili ci annoiano... Per esempio, prendi la Freccia Rossa: 3 ore e mezzo per andare da Milano a Roma. Grazie alle ferrovie italiane, sulla tratta Milano-Roma, il treno adesso vince sull’aereo. Sulla tratta Milano-Voghera invece, il treno perde ancora sulla bicicletta..."
In scena anche il musicista Silvano Belfiore.

Maurizio Crozza - Diplomato alla Scuola di recitazione del Teatro Stabile di Genova nel 1980, Crozza inizia con il teatro classico per poi intraprendere l'esperienza televisiva nel 1992.
Dopo "Mai dire gol" e "Quelli che il calcio...", ha partecipato a diverse trasmissioni Rai tra cui "Ballarò" dal 2007.
Fino all’anno scorso è stato autore e conduttore di "Crozza Italia" su La7.


Ecco qualche scatto della serata...


Canon EOS 50D - Sigma 70-200 F2.8 APO EX DC HSM
1/500 - F2.8 - ISO640 @ 200

Canon EOS 50D - Sigma 70-200 F2.8 APO EX DC HSM
1/320 - F2.8 - ISO640 @ 70











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Update: queste foto sono a corredo dell'articolo su VivereSenigallia

mercoledì 28 ottobre 2009

Fotografi nel web #92: Daniele Meschini (Dani Mesk)



Daniele Meschini: chi è?
Fotografo per professione, per passione o quale altra definizione ti si addice di più?

Daniele Meschini, meglio conosciuto in rete come Dani Mesk. Mi definirei piuttosto "fotografatore" appassionato.

Quando hai iniziato a fotografare?
Nella seconda metà degli anni 80, con una reflex manuale.

Quale genere ti piace maggiormente fotografare?
All’inizio, come tanti, ho iniziato con la fotografia paesaggistica, agevolato dalla bellezza della natura e architettonica della zona in cui vivo, la Maremma Toscana. Ultimamente alterno la fotografia di reportage musicale, visto che sono un appassionato di musica e seguo tutti i concerti della mia zona, con il ritratto ambientato, composizioni concettuali in ambiente horror dark gothic, ovviamente con un cospicuo uso di programmi di fotoritocco.

Hai fatto qualche corso di fotografia?
No, ho solo letto alcuni libri e seguito i consigli di fotografi più esperti, adesso seguo molto le nuove tecniche su internet.

Quali sono i fotografi del passato e del presente che più apprezzi?
Mi piacciono i classici Ansel Adams, Cartier Bresson e così via... anche se nessuno di questi è fonte di ispirazione. Di quelli attuali apprezzo alcuni artisti che ho conosciuto tramite la rete anche se non conosciuti magari a livello mondiale, sono per lo più dell'Europa dell’est e dei paesi scandinavi, fra questi, i giovani Andrzej Dragan e Renè Asmussen. E nel campo della digital art Ben Gossens.

Che attrezzatura fotografica hai usato nel passato, e quale stai attualmente utilizzando?
In passato ho utilizzato attrezzatura Canon, negli ultimi anni sono passato a Nikon. Attualmente utilizzo due reflex con obiettivi e zoom che coprono una larga focale da 10 a 400 mm.

Qual è lo scatto al quale sei particolarmente legato?
Ce ne sono molti, è difficile fare delle scelte, dal punto di vista emotivo potrei segnalare questo:


E' stato fatto al volo di notte alla fine di una partita di baseball e secondo me è molto significativo di come dovrebbe essere lo sport.

Quali sono i tuoi progetti attuali e quali quelli per il futuro?
Ho un paio di progetti in cantiere sul tema del ritratto ambientato, in più devo preparare un'esposizione di foto di concerti musicali.

Hai mai esposto le tue immagini in mostre fotografiche personali o collettive?
Si, ho fatto diverse mostre in questi ultimi anni sia a livello personale che a livello collettivo con il mio gruppo, il photodigitalgrosseto. Allego qualche link più recente:
INCUBUS
IL BIANCO
DAL TRAMONTO ALL'ALBA

Hai mai avuto riconoscimenti in concorsi fotografici o pubblicazioni delle tue foto su libri o riviste?
Si, ho partecipato e vinto diversi concorsi e avuto qualche pubblicazione su siti importanti. Su tutti, il concorso fotografico della Regione Toscana e la pubblicazione sulla home page di Repubblica.

Quanto tempo dedichi alla fotografia?
Tanto, gran parte del mio tempo libero.

Raccontaci un episodio curioso o simpatico legato alla tua esperienza.
Nell’estate del 2005 in vacanza sulla costa ligure, mentre facevo degli scatti di strada, ho ritratto una ragazza sconosciuta mentre stava passeggiando... Dopo 4 anni in vacanza a Dubai ho ritrovato quella stessa ragazza casualmente, mi sono ricordato di quello scatto, e non ti immagini la sorpresa della stessa quando lo ha visto! :-)

Quando rivedi i tuoi vecchi scatti cosa pensi?
Penso che dovrei cancellarli. :-) Soprattutto quelli a pellicola.

Dove sono pubblicate, sul web, le tue foto?
Ho un sito personale: www.danimesk.com
Inoltre pubblico e ho pubblicato su tante community fotografiche, sono tutte elencate nella home page del mio sito.


Un pensiero a chi si avvicina ora al mondo della fotografia.
Cercare di fare le cose con passione e poi qualcosa di buono verrà sicuramente fuori.








Fotografie: © Daniele Meschini

Vuoi concludere con un saluto o un ringraziamento?
Un saluto a tutti gli appassionati di questo affascinante mondo.


Leggi l'intervista anche su: Fotografi nel Web

martedì 27 ottobre 2009

"Sahara" (il film): impressioni a caldo

Circa un mese fa ho recensito su queste pagine il romanzo di Clive Cussler dal titolo "Sahara"; ebbene, dal momento che nel 2005 da quel racconto fu tratto il film omonimo diretto da Breck Eisner (con Matthew McConaughey nella parte di Dirk Pitt, Steve Zahn nella parte di Al Giordino e Penélope Cruz nella parte della Dott.ssa Eva Rojas), potevo forse resistere alla tentazione di godermi un'avventura del mio eroe preferito anche su video? :-)

Dico subito una cosa: è decisamente migliore il romanzo, ma di questo non avevo nessun dubbio anche prima di vedere il film che, ammettiamolo, non è poi malaccio: azione, avventura, romanticismo, belle ambientazioni... è godibile e non si fa mancare niente.
Peccato solamente che la trama del romanzo sia completamente stravolta (lo stesso Clive Cussler ha molto criticato la sceneggiatura del film, considerandola troppo distante dal libro) e che gli spunti interessanti della versione originale vengano trattati solo marginalmente, come ad esempio il ritrovamento nel deserto dell'aereo dell'aviatrice Kitty Mannock, o la marea rossa che rischia di soffocare l'intero Oceano Atlantico, e ancora le miniere/prigioni di Tebezza e il mistero della morte di Abramo Lincoln addirittura ignorati del tutto...
E poi alcuni passaggi sono fin troppo scontati, sembra quasi che il film sia nato lungo tre ore ed abbia subìto qualche taglio per restare dentro le due ore di proiezione, bah!

Un merito, però, questo film ce l'ha: da ora in poi, ogni volta che mi troverò a leggere un'avventura di Dirk Pitt, non potrò fare a meno di immaginare il protagonista con la faccia dell'attore che lo ha interpretato nella pellicola, e lo stesso vale anche per il fido amico Al Giordino, per l'ammiraglio James Sandecker e per il vice Rudi Gunn.


Giudizio finale: un discreto film di intrattenimento, ma una mezza delusione per chi ha già letto il libro.
Tra il 6 e mezzo e il 7.


Concludo riportando una recensione trovata in rete, buona lettura!

Sahara

Tratto dall'omonimo romanzo di Clive Cussler, Sahara racconta le avventure di Dirk Pitt (Matthew McConaughey), moderno Indiana Jones alla ricerca di tesori del passato per la NUMA, la Società Marina e Sottomarina Nazionale. Questa società dedicata alla conservazione e al salvataggio di relitti marini è in effetti esistente, e non a caso, visto che il fondatore è lo stesso Cussler. La storia del film è invece completamente fittizia. Dirk Pitt si trova in Laos e il caso lo porta ad investigare sul sogno della sua vita: una corazzata confederata scomparsa alla fine della guerra di secessione americana e forse approdata in circostanze misteriose sulle coste africane dopo aver attraversato l'atlantico. Ma la vicenda di Dirk si intreccia con i destini di Eva Rojas (Penelope Cruz) un'avvenente biologa in servizio per l'Organizzazione per la Salute nel Mondo (WHO), che è sulle tracce di una misteriosa epidemia che rischia di mettere in pericolo l'intera regione. Sullo sfondo un paese africano dilaniato dalla guerra civile.

Nonostante gli spunti d'attualità e un filone ecologista di sottofondo, si può dire che Sahara sia un film d'avventura piuttosto classico, con scene d'azione ben costruite ed un intreccio che molto spesso sconfina nel fiabesco. Il libro di Cussler ha molti motivi che non vengono sfruttati nel film. Ad esempio nel libro viene data una spiegazione per l'assassinio di Lincoln, oppure viene introdotta un'aviatrice australiana scomparsa durante una traversata record Londra-Capetown negli anni '30. Il fatto che questo aereo poi sia ritrovato nel film fa pensare che questo filone abbia subito dei tagli in post-produzione. In generale Cussler gioca molto sul ritorno ossessivo di coincidenze che però nel film sono riprodotte solo in parte e rischiano di irritare gli spettatori più interessati alla verosimiglianza della trama.

A parte questa controindicazione (che per alcuni può essere decisiva), il film funziona, soprattutto grazie alla spettacolarità del deserto e ad un trio ben affiatato (Matthew McConaughey, Penelope Cruz e Steve Zahn nel ruolo di Al Giordino), e le due ore passano in modo piacevole e senza noia. L'unico problema è che il ritrovamento della corazzata "Texas", lungi dall'essere fondamentale per la storia, rischia di diventare un fattore estraneo. E lascia ad intendere, magari anche innocentemente, "come costruivano le armi i confederati...".

Mauro Corso

venerdì 23 ottobre 2009

il delfino curioso

...ma chi l'ha detto che sono curiosi solo i delfini?


Canon EOS 50D - Sigma 10-20 F4-5.6 EX DC HSM
1/250 - F10 - ISO800 @ 10 mm.

Canon EOS 50D - Sigma 10-20 F4-5.6 EX DC HSM
1/125 - F8 - ISO800 @ 10 mm.

martedì 20 ottobre 2009

Fotografi nel web #91: Mario Bucolo



Mario Bucolo: chi è?
Da 25 anni faccio l'imprenditore ed il consulente, in particolar modo nel settore della cultura e del turismo. Come consulente mi occupo, a livello internazionale, di marketing e comunicazione per i musei, le arti ed il turismo culturale. L'anno scorso è uscito, negli States, il libro di riferimento per il settore, scritto dai fratelli Kotler e che mi vede tra gli autori ospiti. Da quasi due anni mi sto occupando, a livello professionale, anche di fotografia.

Quando hai iniziato a fotografare?
Da sempre ho avuto questa passione, ma devo dire che ho scattato più per ricordarmi i luoghi dove ero stato e per farli vedere a casa che per uno scopo specifico. Ho sempre prodotto quantità enormi di fotogrammi in ogni mio viaggio, con reflex o compatte a pellicola. Girando spesso da solo, gli scatti mi permettevano di condividere i luoghi visitati con gli amici e con i miei cari. Da 3/4 anni l'occhio è cambiato, non faccio più scatti da cartolina ma cerco di "incontrare" la giusta luce, ho iniziato - in modo naturale e spontaneo - ad accorgermi non solo del soggetto/monumento/paesaggio da fotografare ma anche dell'intorno. Man mano mi sono accorto di crescere, di realizzare degli scatti molto più belli e sensati. Di questa evoluzione si sono accorti i miei amici (alcuni anche fotografi professionisti) che, proiezione dopo proiezione, restavano sempre più affascinati non solo dai luoghi ma dal senso del racconto e dei luoghi reso dai miei scatti. Contemporaneamente la passione è andata aumentando e ad un certo punto ho deciso di scommettere su me stesso affiancando, con modestia ed umiltà, la professione di fotografo alla mia attività imprenditoriale e di consulenza.

Quale genere ti piace maggiormente fotografare?
Impazzisco per il genere landscape ma non ignoro gli scorci di città e la street photo così come le celebrazioni religiose. In generale mi definirei un travel photographer inserendovi, appunto, anche i settori street-photo, people e sense-of-place, con puntate di reportage (America's Cup, Maratona di New York, feste religiose, storm chasing). L'advertising e la moda non mi dispiacerebbero come settori ma preferirei trattarli a luce naturale, senza dannarmi per il set-up luci di uno studio.

Hai fatto qualche corso di fotografia?
No, sono assolutamente autodidatta però divoro letteralmente ogni informazione, consiglio, trucco che trovo, per esempio, sul web e mi sento molto confortato dall'assistenza di Tau Visual. Poi ho comprato, negli USA, diversi libri specialistici, alcuni anche usati come libri di testo per esempio alla NYU. Mi nutro anche delle immagini di altri fotografi, sia sul web che su libri di foto. Adoro leggere libri scritti dagli stessi fotografi, ultimamente ho letto "L'immaginario dal vero" di H.Cartier-Bresson e sto leggendo "Meglio ladro che fotografo" di Ando Gilardi.

Quali sono i fotografi del passato e del presente che più apprezzi?
In generale vado pazzo per il gruppo "Magnum", su tutti Bresson, Robert Capa, H. Erwitt ed il nostro Fernando Scianna che recentemente ho avuto modo di incontrare a New York (Erwitt) e Catania (Scianna). Anche Helmut Newton è tra i miei preferiti. Ma rilevante ed importante, Scianna e Seminerio inclusi, è la "scuola" siciliana con la tradizione di Giuseppe Leone ed i reportage di Fabrizio Villa, su tutti.

Che attrezzatura fotografica hai usato nel passato, e quale stai attualmente utilizzando?
Varie reflex a pellicola e compatte, poi ho iniziato ad avere le prime digitali compresa la prima Canon a floppy disk nel 1986, poi la macchina digitale della Apple e poi varie compatte o addirittura microcamere. Poi la "rivoluzione" è avvenuta con l'acquisto della prima Sony a 5mpixel una DSC-100 rossa! Appena Sony ha lanciato l'Alpha 100 sono stato tra i primi acquirenti in Italia, comprando poi diversi obiettivi Minolta su Ebay. All'Alpha 100 ha seguito, non appena disponibile, l'Alpha 700 e sto prevedendo l'acquisto dell'Alpha 900 principalmente per il viewfinder "cinematografico" che ha. Uso principalmente la lente 18/200 Sony oppure un 50mm F1.7 ed un 24mm 2.8 Minolta o un 100/300 Sigma, ora sto acquistando il Tamron 70/200 f2.8 ed il 17/50 f2.8, ho acquistato anche una Minolta X300 usata sempre su Ebay. Per il "quotidiano" uso con soddisfazione una Panasonic Lx3 che porto sempre con me. Da qualche mese ho acquistato e fatto restaurare una Ikon Zeiss del 1936, portatile a soffietto, che uso con pellicola 6x9 (120) in B/N, una bella camera anche se complessa per la messa a fuoco (la foto è stata realizzata con questa fotocamera lo scorso febbraio).

Quali sono gli scatti ai quali sei particolarmente legato?
Quello dei tulipani nello spartitraffico di Park Av. a New York per la particolarità dell'effetto di questi tulipani trasparenti in mezzo ai grattacieli, quelli della sezione di storm chasing del maggio 2008 per i contrasti di luce, e le foto realizzate in Virginia nel novembre del 2007 per i colori incredibili dell'autunno. Proprio quando son stato a caccia di Tornado ho scattato Alone che mi dato diverse soddisfazioni a livello di concorsi.



Quali sono i tuoi progetti attuali e quali quelli per il futuro?
Sto cercando di portare la mostra "Temi dal mondo" in altre location espositive sia italiane che estere. Sto lavorando alla sistemazione di un reportage che riguarda la città di New York sperando di poter fare una mostra a Manhattan. Sto lavorando anche ad un libro fotografico sul venerdì Santo a Pietraperzia, un paese in provincia di Enna dove il Cristo viene portato in processione su una trave di oltre 20mt, retta da oltre 400 strisce di seta tirate dai fedeli, molto suggestivo. Ho vari altri progetti sia per uso editoriale che espositivo che sto cercando di preparare. Poi cerco sempre di migliorarmi, di partecipare a nuovi concorsi ma soprattutto di porre le basi per far della fotografia il mio lavoro principale, da qui a 5 anni.

Hai mai esposto le tue immagini in mostre fotografiche personali o collettive?
L'11 novembre 2008 ho inaugurato, a Catania, la mia prima mostra "Temi dal Mondo", addirittura una personale che ho curato dalla progettazione all'allestimento fin alla cura delle didascalie. 10 quadri per 10 temi, dalle Città del mondo agli alberi, dallo storm chasing alla maratona di New York, da San Francisco alle luci urbane delle città. Dalle foto dal cielo alle persone del mondo. In ogni quadro dalle 9 alle 11 fotografie in formato 20x30. E poi 5 stampe singole, 60x40, di altrettante foto in qualche modo attinenti ai temi. Nelle didascalie dei dieci quadri tematici ho riportato frasi di Ferdinando Scianna e di H.C. Bresson. La mostra, aperta per 15 giorni, è stata ospitata dalla galleria PArtè, uno spazio d'arte ricavato nel piano nobile di un antico palazzo, sopra ad un ristorante molto elegante. Ho scelto questo ristorante-galleria anche per iniziare ad 'educare' il pubblico catanese alla fotografia sperando che i clienti del ristorante sarebbero stati incuriositi ed attratti dalle foto in mostra. E così effettivamente è stato con un gran successo di pubblico, a partire dall'inaugurazione che è stata tra le più partecipate a Catania.
Lo scorso aprile ho inaugurato la mia seconda mostra personale "Onde di Barocco in Festa", una trentina di fotografie divise in 3 temi principali: Mare, Barocco e festa di Sant'Agata. L'intera mostra era "dominata" da una foto, base 150cm, dell'Etna innevato, ripreso in notturna e con l'eruzione che ne squarciava un fianco.

Hai mai avuto riconoscimenti in concorsi fotografici o pubblicazioni delle tue foto su libri o riviste?
Il riconoscimento di maggior rilievo è anche il più recente, la mia foto Alone (un cane che si aggira tra le rovine della casa dove la sua famiglia ha trovato la morte per un Tornado) ha ricevuto l'Honor Mention all'IPA (International Photographics Awards) di Los Angeles, nella sezione Feature Story Pro. La stessa foto, in coppia con un'altra similare mi è valso invece il riconoscimento di "Autore segnalato" al PremoFotografico 2008 organizzato da Tau Visual, con pubblicazione sul libro del concorso. Altre 4 fotografie, sempre scattate durante la caccia ai Tornado, sono entrate in shortlist nella categoria Joy al Travel Photography of te Year 2008. Altre foto in shortlist nelle edizioni 2007 e 2008 del concorso internazionale bandito dall'Acaf di Catania, e co-promosso dal Parlamento della Regione Sicilia, sui diritti dell'uomo. Sono inoltre rientrato tra gli "autori finalisti" nell'edizione 2009 del premiofotografico.org.

Quanto tempo dedichi alla fotografia?
Da settembre 2007 a maggio 2008 ho passato molto tempo sul campo a fotografare all'estero. Negli ultimi mesi mi sono concentrato sull'ambito territoriale della Sicilia e su alcune celebrazioni religiose (sto lavorando ad un libro sul venerdì Santo a Pietraperzia in provincia di Enna). Anche quando, purtroppo, non riesco a stare in giro per fotografare, ogni giorno dedico almeno 90 minuti navigando tra siiti internet e blog attinenti la fotografia.

Raccontaci qualche episodio curioso o simpatico legato alla tua esperienza.
In primis l'adrenalina al massimo durante la caccia ai Tornado, ogni giorno circa 500miglia in van per spostarci sui "campi di caccia". Le sirene di allarme suonavano, la gente scappava e noi invece ci infilavamo nella tempesta, sempre con occhio vigile al radar di bordo. Ma anche i match di America's cup svoltisi a Trapani, la prima volta che stavo in barca per così tanto tempo e con un mare veramente tempestoso, alla fine dopo aver vomitato anche l'anima mi sono abituato. E poi l'incredibile fortuna che ho sugli aerei di linea, quando passano sopra qualche città ed io riesco a fare fotografie stupende su New York, Parigi, San Francisco, l'Etna, le isole Eolie e lo stretto di Messina.

Quando rivedi i tuoi vecchi scatti cosa pensi?
Penso soprattutto ai posti dove sono stato, alle emozioni vissute ed a quel che ho fatto prima e dopo le foto realizzate ed alle persone con le quali mi trovavo. Principalmente sono dei bei ricordi.

Dove sono pubblicate, sul web, le tue foto?
Sul mio sito www.mariobucolo.info
ho anche un news/blog sulla fotografia
http://moreaboutphotography.blogspot.com/
e naturalmente un profilo ed una pagina su FaceBook, poi sono presente anche su Lightstalkers
Da ora anche su iFolio un'interessante applicazione per iPhone; invito a vedere anche lì il mio portfolio e magari a registrarlo tra i favorites così da incrementare il numero dei miei "fan".

Un pensiero a chi si avvicina ora al mondo della fotografia.
Fregarsene di tutti quelli che si concentrano solo ed esclusivamente sull'aspetto tecnico della fotografia e non sulle emozioni suscitate e/o sui fatti raccontati. Così come diffidare da chi in uno scatto da strada, senza alcuna posa o studio, poi va a vederci la Z tracciata dalla strada o la Y creata dai personaggi... ma per favore... sono solo esercizi mentali a posteriori. Scianna dice che la fotografia è fatta da un 10% di talento, un 10% di fortuna e l'80% di lavoro. Io rimodulerei il concetto assegnando il 40% al talento, il 20% alla fortuna ed il restante 40% al lavoro ma fortemente contaminato dal marketing. Se mi si permette, con modestia, anche un consiglio sullo sconsiderato uso del bianco e nero, o si scatta in pellicola usandone una proprio in b/n oppure reputo assurdo convertire in b/n una fotografia digitale che, per sua natura, nasce proprio a colori. Toscani dice che si scatta in b/n per ignoranza del problema cromatico. Io non sono così estremo, mi piace il b/n ma quando è originale, non quando si tratta di una mera trasformazione di un'immagine nata a colori o quando si usa solo per seguire la moda o per sentirsi fighi!








Fotografie: © Mario Bucolo Photography

Vuoi concludere con un saluto o un ringraziamento?
Devo dire che l'impulso principale a far della fotografia qualcosa più che un hobby è venuto dai miei amici, da chi vedeva le foto dei miei viaggi e mi diceva che avevo saputo trasmettergli la stessa emozione dell'esser sul luogo ed anche qualcosa in più. Quindi il ringraziamento va a loro, ma in primis a mio padre che da sempre fa delle belle foto sin dalla sua vecchia Zeiss... distrutta un giorno di tanti anni fa precipitando dalla grande diga olandese... Un ringraziamento anche agli amici fotografi che, con le loro critiche ed i loro suggerimenti mi aiutano a crescere.


Leggi l'intervista anche su: Fotografi nel Web