Elisabeth D'Amico (Elielid): chi è?
Forse questa è la domanda più difficile a cui rispondere. A parte le generalità anagrafiche che poco spiegano di una persona, il resto è difficilmente esprimibile, se non conoscendomi. In genere amo definirmi un essere in continua evoluzione, quindi difficilmente catalogabile o inseribile in quelle scatoline che la società tende a creare per poi etichettarti con una caratteristica che poi non è sempre quella reale in quel momento. In genere, quando questo succede, faccio di tutto per ribellarmi alla cosa. Odio qualsiasi status simbol che non sia quello che io scelgo, odio tutte quelle mode che non mi si addicono, odio in genere il potere per come è espresso in questo periodo: insomma, odio tutto quello che mi si vuole imporre e non mi si spiega perché. Questo non significa che sia contraria a tutto. Sono curiosa, mi piace capire le cose, entrarci dentro e farmi un’idea mia. Credo che ognuno di noi sia tante cose messe insieme che si manifestano a seconda delle situazioni, delle persone che si frequentano e a seconda dello stato d’animo che si ha in quel momento.
Il mio nick è nato per una casualità, la non disponibilità su vari siti del mio nome. Così mi sono inventata questo: il mio nome ripetuto due volte e l'iniziale del mio cognome. Dicono che le sigle fanno molto chic :). Sui vari siti quindi le mie foto vengono spesso associate al mio nick. Da quando però ho cominciato a fare qualche lavoretto, ho preferito usare il mio vero nome: lo trovo più professionale.
Quando hai iniziato a fotografare?
Sono praticamente figlia d'arte. Mio nonno faceva il fotografo a La Spezia all'inizio del secolo e l'attrezzatura fotografica ha sempre fatto parte della mia vita. Anche mio padre ne era appassionato. Ho ricevuto la mia prima macchina fotografica di plastica all'età di 5 anni con i punti di... non mi ricordo cosa, ma con i punti premio che tanto andavano a quei tempi. Il mio interesse per la fotografia ha avuto alti e bassi, fino a una decina di anni fa, quando il digitale mi ha permesso di sperimentare, a costi più accessibili, inquadrature, tecniche di camera chiara da associarsi a quelli di camera oscura che avevo imparato da mio nonno quando ero piccola. La possibilità di fare esperimenti ha stimolato la mia curiosità e la mia voglia di cimentarmi in tecniche nuove per scoprire sempre nuovi mezzi espressivi e di comunicazione. Il bello della fotografia è che non si smette mai di imparare.
Quale genere ti piace maggiormente fotografare?
Non ho un genere fotografico preferito. Mi piace fotografare tutto quello che attira la mia attenzione e che mi dà emozioni. Il fatto di non fotografare per professione mi rende libera in questo senso. Pur non avendo un genere particolare di fotografia ho forse un modo particolare di fotografare. Uso qualsiasi tecnica che mi permetta di immortalare un momento o un soggetto nella sua essenza emotiva. Questo è per me molto importante.
Hai fatto qualche corso di fotografia?
C'è stato un periodo in cui quello che fotografavo non mi soddisfaceva più. Ci sono delle crescite e dei percorsi anche nelle esperienze. Nonostante avessi diverse nozioni fotografiche, mi mancava quella tecnica che puoi acquisire solo a scuola. Poi magari la puoi stravolgere con il tuo estro, ma devi comunque conoscerla. Ho quindi fatto un corso di fotografia avanzato e uno di ritratto. Inoltre mi ha intrigato moltissimo l'argomento della percezione visiva, delle luci e del rapporto pellicola e digitale sui quali sto ancora facendo esperimenti per mio conto.
Quali sono i fotografi del passato e del presente che più apprezzi?
Ce ne sono diversi. Salgado per il reportage, McCurry per il ritratto, ma spesso tendo a dimenticare i nomi e mi rimangono impresse solo le loro immagini. Tendo per natura a non volermi identificare con nessuno di loro. Mi piacerebbe un giorno raggiungere una maturità fotografica tale da poter essere identificata per un mio stile. Li apprezzo, guardo molte immagini, ma cerco di rendere mio solo quello che più mi attrae facendo un collage adatto a me, al mio essere ed al mio modo di comunicare.
Che attrezzatura fotografica hai usato nel passato, e quale stai attualmente utilizzando?
Mi è praticamente passato di mano di tutto. Dalla Leica, alla Rolleiflex, alle compattine digitali fino al mio ultimo acquisto: la Nikon D50. A scuola ho provato anche ad usare il banco ottico. Ma mi sono detta che non è per me. Troppo complicato: io fotografo ad istinto. Non ho mai usato per le mie foto apparecchiature troppo complicate e costose. Oggi uso la Nikon F di mio padre per l'analogico, e la Rolleiflex biottica per il medio formato. Più spesso la mia inseparabile Nikon D50 con obbiettivi vari, spesso fondi di bottiglia, come li chiamo io. Ho in programma l'acquisto di qualche obbiettivo luminoso e di un flash professionale. Credo sia arrivato il momento. Attrezzatura luci? Di tutto di più: faccio esperimenti con le candele, i faretti da giardino, i lampioni per strada e chi più ne ha più ne metta. E come pannelli riflettenti qualsiasi materiale che si adatta all'uso. Mi diverto parecchio a scovare effetti nuovi. Mi piace molto anche l'effetto dei filtri. Ma non quelli classici: cartelline colorate, posaceneri ecc. Tutto home made :)
Qual è lo scatto al quale sei particolarmente legata?
Ce ne sono diversi, ma forse quello a cui sono più legata è questo:
L'ho scattato in un periodo molto particolare della mia vita. Forse uno di quei momenti in cui si volta pagina: si chiude un capitolo e se ne inizia un altro. Uno di quei momenti importanti che solo un'immagine riesce a descrivere.
Quali sono i tuoi progetti attuali e quali quelli per il futuro?
Fotograficamente mi piace pensare a questa passione, perché si tratta proprio di questo, come qualcosa di mio. Accetto qualche lavoro quando mi va, ma nella più completa libertà di scelta. Penso che questo sia fondamentale. Continuo i miei studi sulla luce e su come riprodurre gli effetti della pellicola in digitale e faccio qualche mostra qua e là quando capita.
Hai mai esposto le tue immagini in mostre fotografiche personali o collettive?
Ne ho in progetto qualcuna. Al momento mi sono occupata dell'organizzazione di una mostra collettiva itinerante a scopo di beneficienza, nella quale è esposta una delle mie immagini. E' stata una bella palestra.
Hai mai avuto riconoscimenti in concorsi fotografici o pubblicazioni delle tue foto su libri o riviste?
Le mie foto di natura sono state pubblicate sul mensile svizzero: "Vivere la montagna" sul quale curo ancora uno spazio delle recensioni delle foto dei lettori.
Quanto tempo dedichi alla fotografia?
Ogni momento che riesco a rubare ad altre cose :)
Raccontaci un episodio curioso o simpatico legato alla tua esperienza.
Quello più simpatico è che, grazie alla mia esperienza, ho conosciuto un sacco di gente che condivide con me questo interesse. Spesso scattare è per me anche un'esperienza umana importante. E' il riuscire a vedere le cose da diverse angolazioni.
Quando rivedi i tuoi vecchi scatti cosa pensi?
Penso che di strada ne ho fatta parecchia. Mi rendo conto anche di quanto io sia cambiata.
Dove sono pubblicate, sul web, le tue foto?
I miei scatti sono pubblicati un po' ovunque sui siti fotografici sul web. Mi piace potermi confrontare su quello che faccio. Inoltre ho un sito personale che devo ancora finire, e che prima o poi finirò:
elielid.altervista.org
Un pensiero a chi si avvicina ora al mondo della fotografia.
Siate voi stessi e siate sinceri! Solo così si possono scattare belle foto. Mollate se non fa per voi, ma se vi innamorate di questo mezzo, non demordete: i risultati arrivano sempre. Emozionatevi.
Fotografie: © Elisabeth D'Amico
Forse questa è la domanda più difficile a cui rispondere. A parte le generalità anagrafiche che poco spiegano di una persona, il resto è difficilmente esprimibile, se non conoscendomi. In genere amo definirmi un essere in continua evoluzione, quindi difficilmente catalogabile o inseribile in quelle scatoline che la società tende a creare per poi etichettarti con una caratteristica che poi non è sempre quella reale in quel momento. In genere, quando questo succede, faccio di tutto per ribellarmi alla cosa. Odio qualsiasi status simbol che non sia quello che io scelgo, odio tutte quelle mode che non mi si addicono, odio in genere il potere per come è espresso in questo periodo: insomma, odio tutto quello che mi si vuole imporre e non mi si spiega perché. Questo non significa che sia contraria a tutto. Sono curiosa, mi piace capire le cose, entrarci dentro e farmi un’idea mia. Credo che ognuno di noi sia tante cose messe insieme che si manifestano a seconda delle situazioni, delle persone che si frequentano e a seconda dello stato d’animo che si ha in quel momento.
Il mio nick è nato per una casualità, la non disponibilità su vari siti del mio nome. Così mi sono inventata questo: il mio nome ripetuto due volte e l'iniziale del mio cognome. Dicono che le sigle fanno molto chic :). Sui vari siti quindi le mie foto vengono spesso associate al mio nick. Da quando però ho cominciato a fare qualche lavoretto, ho preferito usare il mio vero nome: lo trovo più professionale.
Quando hai iniziato a fotografare?
Sono praticamente figlia d'arte. Mio nonno faceva il fotografo a La Spezia all'inizio del secolo e l'attrezzatura fotografica ha sempre fatto parte della mia vita. Anche mio padre ne era appassionato. Ho ricevuto la mia prima macchina fotografica di plastica all'età di 5 anni con i punti di... non mi ricordo cosa, ma con i punti premio che tanto andavano a quei tempi. Il mio interesse per la fotografia ha avuto alti e bassi, fino a una decina di anni fa, quando il digitale mi ha permesso di sperimentare, a costi più accessibili, inquadrature, tecniche di camera chiara da associarsi a quelli di camera oscura che avevo imparato da mio nonno quando ero piccola. La possibilità di fare esperimenti ha stimolato la mia curiosità e la mia voglia di cimentarmi in tecniche nuove per scoprire sempre nuovi mezzi espressivi e di comunicazione. Il bello della fotografia è che non si smette mai di imparare.
Quale genere ti piace maggiormente fotografare?
Non ho un genere fotografico preferito. Mi piace fotografare tutto quello che attira la mia attenzione e che mi dà emozioni. Il fatto di non fotografare per professione mi rende libera in questo senso. Pur non avendo un genere particolare di fotografia ho forse un modo particolare di fotografare. Uso qualsiasi tecnica che mi permetta di immortalare un momento o un soggetto nella sua essenza emotiva. Questo è per me molto importante.
Hai fatto qualche corso di fotografia?
C'è stato un periodo in cui quello che fotografavo non mi soddisfaceva più. Ci sono delle crescite e dei percorsi anche nelle esperienze. Nonostante avessi diverse nozioni fotografiche, mi mancava quella tecnica che puoi acquisire solo a scuola. Poi magari la puoi stravolgere con il tuo estro, ma devi comunque conoscerla. Ho quindi fatto un corso di fotografia avanzato e uno di ritratto. Inoltre mi ha intrigato moltissimo l'argomento della percezione visiva, delle luci e del rapporto pellicola e digitale sui quali sto ancora facendo esperimenti per mio conto.
Quali sono i fotografi del passato e del presente che più apprezzi?
Ce ne sono diversi. Salgado per il reportage, McCurry per il ritratto, ma spesso tendo a dimenticare i nomi e mi rimangono impresse solo le loro immagini. Tendo per natura a non volermi identificare con nessuno di loro. Mi piacerebbe un giorno raggiungere una maturità fotografica tale da poter essere identificata per un mio stile. Li apprezzo, guardo molte immagini, ma cerco di rendere mio solo quello che più mi attrae facendo un collage adatto a me, al mio essere ed al mio modo di comunicare.
Che attrezzatura fotografica hai usato nel passato, e quale stai attualmente utilizzando?
Mi è praticamente passato di mano di tutto. Dalla Leica, alla Rolleiflex, alle compattine digitali fino al mio ultimo acquisto: la Nikon D50. A scuola ho provato anche ad usare il banco ottico. Ma mi sono detta che non è per me. Troppo complicato: io fotografo ad istinto. Non ho mai usato per le mie foto apparecchiature troppo complicate e costose. Oggi uso la Nikon F di mio padre per l'analogico, e la Rolleiflex biottica per il medio formato. Più spesso la mia inseparabile Nikon D50 con obbiettivi vari, spesso fondi di bottiglia, come li chiamo io. Ho in programma l'acquisto di qualche obbiettivo luminoso e di un flash professionale. Credo sia arrivato il momento. Attrezzatura luci? Di tutto di più: faccio esperimenti con le candele, i faretti da giardino, i lampioni per strada e chi più ne ha più ne metta. E come pannelli riflettenti qualsiasi materiale che si adatta all'uso. Mi diverto parecchio a scovare effetti nuovi. Mi piace molto anche l'effetto dei filtri. Ma non quelli classici: cartelline colorate, posaceneri ecc. Tutto home made :)
Qual è lo scatto al quale sei particolarmente legata?
Ce ne sono diversi, ma forse quello a cui sono più legata è questo:
L'ho scattato in un periodo molto particolare della mia vita. Forse uno di quei momenti in cui si volta pagina: si chiude un capitolo e se ne inizia un altro. Uno di quei momenti importanti che solo un'immagine riesce a descrivere.
Quali sono i tuoi progetti attuali e quali quelli per il futuro?
Fotograficamente mi piace pensare a questa passione, perché si tratta proprio di questo, come qualcosa di mio. Accetto qualche lavoro quando mi va, ma nella più completa libertà di scelta. Penso che questo sia fondamentale. Continuo i miei studi sulla luce e su come riprodurre gli effetti della pellicola in digitale e faccio qualche mostra qua e là quando capita.
Hai mai esposto le tue immagini in mostre fotografiche personali o collettive?
Ne ho in progetto qualcuna. Al momento mi sono occupata dell'organizzazione di una mostra collettiva itinerante a scopo di beneficienza, nella quale è esposta una delle mie immagini. E' stata una bella palestra.
Hai mai avuto riconoscimenti in concorsi fotografici o pubblicazioni delle tue foto su libri o riviste?
Le mie foto di natura sono state pubblicate sul mensile svizzero: "Vivere la montagna" sul quale curo ancora uno spazio delle recensioni delle foto dei lettori.
Quanto tempo dedichi alla fotografia?
Ogni momento che riesco a rubare ad altre cose :)
Raccontaci un episodio curioso o simpatico legato alla tua esperienza.
Quello più simpatico è che, grazie alla mia esperienza, ho conosciuto un sacco di gente che condivide con me questo interesse. Spesso scattare è per me anche un'esperienza umana importante. E' il riuscire a vedere le cose da diverse angolazioni.
Quando rivedi i tuoi vecchi scatti cosa pensi?
Penso che di strada ne ho fatta parecchia. Mi rendo conto anche di quanto io sia cambiata.
Dove sono pubblicate, sul web, le tue foto?
I miei scatti sono pubblicati un po' ovunque sui siti fotografici sul web. Mi piace potermi confrontare su quello che faccio. Inoltre ho un sito personale che devo ancora finire, e che prima o poi finirò:
elielid.altervista.org
Un pensiero a chi si avvicina ora al mondo della fotografia.
Siate voi stessi e siate sinceri! Solo così si possono scattare belle foto. Mollate se non fa per voi, ma se vi innamorate di questo mezzo, non demordete: i risultati arrivano sempre. Emozionatevi.
Fotografie: © Elisabeth D'Amico
Vuoi concludere con un saluto o un ringraziamento?
Ringrazio tutti quelli che mi hanno sostenuto, quelli che hanno condiviso con me passioni, gioie e tristezze, quelli che mi hanno insegnato qualcosa anche con un semplice commento, quelli che con le loro facce hanno permesso ai miei scatti di essere unici, quelli che mi vogliono bene e quelli che mi odiano. Ringrazio insomma tutti quelli che hanno incontrato il mio cammino in questi anni. Senza di loro non sarei quella che sono.
Ringrazio tutti quelli che mi hanno sostenuto, quelli che hanno condiviso con me passioni, gioie e tristezze, quelli che mi hanno insegnato qualcosa anche con un semplice commento, quelli che con le loro facce hanno permesso ai miei scatti di essere unici, quelli che mi vogliono bene e quelli che mi odiano. Ringrazio insomma tutti quelli che hanno incontrato il mio cammino in questi anni. Senza di loro non sarei quella che sono.
Leggi l'intervista anche su: Fotografi nel Web
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