Walter Ferro: chi è?
Sicuramente un fotografo per passione.
Quando hai iniziato a fotografare?
Seriamente (si fa per dire) attorno alla fine del 1994.
Quale genere ti piace maggiormente fotografare?
Non c’è un genere in particolare (a parte il mio), mi ritengo un fotografo di ricerca verso nuove forme di espressioni, cerco di interpretare in maniera molto personale e forse anche discutibile tutti quegli eventi che mi interessano.
Hai fatto qualche corso di fotografia?
Sì, in passato, anche se mi ritengo autodidatta al 100% perché ci andavo soprattutto per stare in compagnia e parlare di fotografia con i vari interlocutori.
Quali sono i fotografi del passato e del presente che più apprezzi?
Per parlare dei grandi fotografi mi ci vorrebbe un intero blog a disposizione, comunque visto che vuoi qualche nome, ti accontento. Tanto per cominciare vorrei citare Gertrude Kasebier perché essa ricalcava quello che è il mio spirito fotografico, dove la fotografia non deve semplicemente registrare la realtà, ma offrire un’immagine creativa e originale; poi di sicuro Alfred Stieglitz, Man-Ray, M. Duchamp, Eduard Boubat, Nino Migliori, Mario Giacomelli, tanto per citarne alcuni e comunque tutti coloro che hanno lasciato un impronta importante nella storia della fotografia. Per quanto riguarda quelli presenti, tutti quelli che dimostrano un proprio stile tale da farmi dire: ecco, queste sono foto di... tizio, quelle sono di... caio e così via.
Che attrezzatura fotografica hai usato nel passato, e quale stai attualmente utilizzando?
Ho sempre usato e sto usando il bianco e nero con il medio e grande formato, non chiedermi niente del digitale, non saprei cosa rispondere, comunque mi piace giocarci.
Raccontaci qualcosa del tuo rapporto con il grande Mario Giacomelli.
Eh! Mario è la poesia allo stato puro, il mio rapporto con lui? Peccato che sia durato poco perché lui fisicamente se n’è andato troppo presto; comunque il ricordo di molte domeniche mattina passato insieme al Caffè Centrale, di fronte a un buon caffè e ad una rosetta con la mortadella a parlare di donne, di arte in genere e poi a fotografare rimarrà indelebile nella mia mente finché vivrò.
Qual è lo scatto al quale sei particolarmente legato?
Sono legatissimo a tutte le mie foto, ma in particolare ad una serie “La Voce Del Silenzio” (titolo preso in prestito da una canzone delle Orme), anche se le foto non centrano niente con quella canzone; tra l’altro furono molto apprezzate dal maestro Ferruccio Ferroni e soprattutto da Mario Giacomelli, che inoltre furono le ultime che ha potuto vedere.
Quali sono i tuoi progetti attuali e quali quelli per il futuro?
Tutta la mia fotografia è un progetto; per il futuro sto creando una serie dal titolo “Al di là del Muro” (anteprima assoluta per te).
Hai mai esposto le tue immagini in mostre fotografiche personali o collettive?
Sì, molte volte.
Hai mai avuto riconoscimenti in concorsi fotografici o pubblicazioni delle tue foto su libri o riviste?
Sì, molte volte.
Quanto tempo dedichi alla fotografia?
Praticamente 365 giorni all’anno, se non per altro con il pensiero.
Raccontaci qualche episodio curioso o simpatico legati alla tua esperienza.
Di episodi ce ne sono stati tanti, poi non so se sono curiosi o simpatici. Per esempio non dimenticherò mai la faccia di un tizio mentre mi trovavo a Siena: me ne stavo con la mia gigantesca borsa fotografica, quando mi accorsi che mi stava osservando, al che vidi un gatto che stava rincorrendo un piccione, presi di fretta dal borsone una Minox (una macchina fotografica piccolissima), ma al momento di aprire lo sportellino per far uscire l’obiettivo, esso mi cade per terra e quel tizio, già che mi aveva visto con un gran borsone e una macchina piccolissima, poi addirittura con l’obiettivo caduto per terra, vi lascio immaginare la sua espressione e la mia figura di m...
Oppure la volta che siamo andati a fotografare a Castelluccio di Norcia, siamo arrivati là e non avevo la batteria né i rullini (la mia macchina Pentax 67 aveva una batteria particolare che non si trovava di sicuro da quelle parti; sicché tutto il giorno non ho potuto fotografare.
Ah, mi dimenticavo, una volta mi era capitato di fotografare una modella presso una bellissima cascina; dopo aver pianificato tutto la sera prima, la mattina seguente, preso dalla foga di fotografare questa bella ragazza, sono arrivato alla cascina senza la borsa fotografica, completamente dimenticata a casa.
E poi ce ne sono tanti altri, ma forse i miei amici se li ricordano meglio.
Quando rivedi i tuoi vecchi scatti cosa pensi?
Mah, penso che in fondo adesso non sono molto diverso, credo di essermi migliorato nella progettazione e realizzazione di certi lavori fotografici.
Dove sono pubblicate, sul web, le tue foto?
Nel sito: www.fotoclubmanifatturatabacchi.it e nel blog Gruppo Fotografico Ostra, alcuni scatti sono anche sul tuo blog (my) Summer Jamboree (vedi qui e qui), oppure su google digitando il mio nome.
Un pensiero a chi si avvicina ora al mondo della fotografia.
Qui sono molto cattivo (e non è da me), perdonatemi, purtroppo o per fortuna nella fotografia è stato fatto tutto o quasi; ecco, cerchiamo di fare quel quasi, oppure lasciamo perdere (mi ci metto anche io), comunque è molto importante documentarsi perché conoscere quello che è stato fatto aiuta molto.
Vuoi concludere con un saluto o un ringraziamento?
Innanzitutto ringrazio te per questo spazio e tutti quelli che mi sopportano (non è facile) a mia moglie in particolare, sperando di non trovare un giorno la serratura di casa cambiata.
Ciao e grazie.
Sicuramente un fotografo per passione.
Quando hai iniziato a fotografare?
Seriamente (si fa per dire) attorno alla fine del 1994.
Quale genere ti piace maggiormente fotografare?
Non c’è un genere in particolare (a parte il mio), mi ritengo un fotografo di ricerca verso nuove forme di espressioni, cerco di interpretare in maniera molto personale e forse anche discutibile tutti quegli eventi che mi interessano.
Hai fatto qualche corso di fotografia?
Sì, in passato, anche se mi ritengo autodidatta al 100% perché ci andavo soprattutto per stare in compagnia e parlare di fotografia con i vari interlocutori.
Quali sono i fotografi del passato e del presente che più apprezzi?
Per parlare dei grandi fotografi mi ci vorrebbe un intero blog a disposizione, comunque visto che vuoi qualche nome, ti accontento. Tanto per cominciare vorrei citare Gertrude Kasebier perché essa ricalcava quello che è il mio spirito fotografico, dove la fotografia non deve semplicemente registrare la realtà, ma offrire un’immagine creativa e originale; poi di sicuro Alfred Stieglitz, Man-Ray, M. Duchamp, Eduard Boubat, Nino Migliori, Mario Giacomelli, tanto per citarne alcuni e comunque tutti coloro che hanno lasciato un impronta importante nella storia della fotografia. Per quanto riguarda quelli presenti, tutti quelli che dimostrano un proprio stile tale da farmi dire: ecco, queste sono foto di... tizio, quelle sono di... caio e così via.
Che attrezzatura fotografica hai usato nel passato, e quale stai attualmente utilizzando?
Ho sempre usato e sto usando il bianco e nero con il medio e grande formato, non chiedermi niente del digitale, non saprei cosa rispondere, comunque mi piace giocarci.
Raccontaci qualcosa del tuo rapporto con il grande Mario Giacomelli.
Eh! Mario è la poesia allo stato puro, il mio rapporto con lui? Peccato che sia durato poco perché lui fisicamente se n’è andato troppo presto; comunque il ricordo di molte domeniche mattina passato insieme al Caffè Centrale, di fronte a un buon caffè e ad una rosetta con la mortadella a parlare di donne, di arte in genere e poi a fotografare rimarrà indelebile nella mia mente finché vivrò.
Qual è lo scatto al quale sei particolarmente legato?
Sono legatissimo a tutte le mie foto, ma in particolare ad una serie “La Voce Del Silenzio” (titolo preso in prestito da una canzone delle Orme), anche se le foto non centrano niente con quella canzone; tra l’altro furono molto apprezzate dal maestro Ferruccio Ferroni e soprattutto da Mario Giacomelli, che inoltre furono le ultime che ha potuto vedere.
Quali sono i tuoi progetti attuali e quali quelli per il futuro?
Tutta la mia fotografia è un progetto; per il futuro sto creando una serie dal titolo “Al di là del Muro” (anteprima assoluta per te).
Hai mai esposto le tue immagini in mostre fotografiche personali o collettive?
Sì, molte volte.
Hai mai avuto riconoscimenti in concorsi fotografici o pubblicazioni delle tue foto su libri o riviste?
Sì, molte volte.
Quanto tempo dedichi alla fotografia?
Praticamente 365 giorni all’anno, se non per altro con il pensiero.
Raccontaci qualche episodio curioso o simpatico legati alla tua esperienza.
Di episodi ce ne sono stati tanti, poi non so se sono curiosi o simpatici. Per esempio non dimenticherò mai la faccia di un tizio mentre mi trovavo a Siena: me ne stavo con la mia gigantesca borsa fotografica, quando mi accorsi che mi stava osservando, al che vidi un gatto che stava rincorrendo un piccione, presi di fretta dal borsone una Minox (una macchina fotografica piccolissima), ma al momento di aprire lo sportellino per far uscire l’obiettivo, esso mi cade per terra e quel tizio, già che mi aveva visto con un gran borsone e una macchina piccolissima, poi addirittura con l’obiettivo caduto per terra, vi lascio immaginare la sua espressione e la mia figura di m...
Oppure la volta che siamo andati a fotografare a Castelluccio di Norcia, siamo arrivati là e non avevo la batteria né i rullini (la mia macchina Pentax 67 aveva una batteria particolare che non si trovava di sicuro da quelle parti; sicché tutto il giorno non ho potuto fotografare.
Ah, mi dimenticavo, una volta mi era capitato di fotografare una modella presso una bellissima cascina; dopo aver pianificato tutto la sera prima, la mattina seguente, preso dalla foga di fotografare questa bella ragazza, sono arrivato alla cascina senza la borsa fotografica, completamente dimenticata a casa.
E poi ce ne sono tanti altri, ma forse i miei amici se li ricordano meglio.
Quando rivedi i tuoi vecchi scatti cosa pensi?
Mah, penso che in fondo adesso non sono molto diverso, credo di essermi migliorato nella progettazione e realizzazione di certi lavori fotografici.
Dove sono pubblicate, sul web, le tue foto?
Nel sito: www.fotoclubmanifatturatabacchi.it e nel blog Gruppo Fotografico Ostra, alcuni scatti sono anche sul tuo blog (my) Summer Jamboree (vedi qui e qui), oppure su google digitando il mio nome.
Un pensiero a chi si avvicina ora al mondo della fotografia.
Qui sono molto cattivo (e non è da me), perdonatemi, purtroppo o per fortuna nella fotografia è stato fatto tutto o quasi; ecco, cerchiamo di fare quel quasi, oppure lasciamo perdere (mi ci metto anche io), comunque è molto importante documentarsi perché conoscere quello che è stato fatto aiuta molto.
Fotografie: © Walter Ferro
Vuoi concludere con un saluto o un ringraziamento?
Innanzitutto ringrazio te per questo spazio e tutti quelli che mi sopportano (non è facile) a mia moglie in particolare, sperando di non trovare un giorno la serratura di casa cambiata.
Ciao e grazie.
Walter Ferro
Leggi l'intervista anche su: Fotografi nel Web
Grazie Libero e grazie Walter,
RispondiEliminaanche a me piace ricordare e certe volte i ricordi li completo, con una parola che mi é mancata, con un finale migliore...
...Se scompongo WALTER viene W L'ARTE
Ho visto alcune immagini di Walter Ferro e le trovo splendide, quello che non mi piace è quando scimmiotta Giacomelli, con quegli scatti contrastatissimi e pieni di brandelli sfocati e collage.
RispondiEliminaTroppi lo hanno imitato inutilmente, ognuno dovrebbe seguire o cecare una prorpia possibilità di espressione.
Mario Giacomelli resta inimitabile, inutile riprodurne in modo perfettamente sterile la tecnica fotografica, il Suo stile personalissimo derivante dalla Sua sensibilità e particolare visione, e soprattuttio il fatto di essere stato il primo a traspore il proprio immaginario figurativo interiore in quel modo lo rendono eslusivo ed irripetibile!!
Pienamente d'accordo sulla necessità di documentarsi su tutta la storia della fotografia antica e moderna (concettuale), per evitare di considerarsi rari ed eccezionalmente sensibili, altrimenti si rischia la beffa e ci si illude amaramente da soli. Alex di Ancona
Hi great reading your bblog
RispondiElimina