Gianluigi Esposito (Gianes): chi è?
"Io sono un clown, e faccio collezione di attimi". Questa massima di Heinrich Böll la adoro, e l'ho adottata perché sintetizza alla perfezione quello che cerco di fare in fotografia. Collezionare attimi è un concetto affascinante, ed è in realtà lo scopo ultimo di ogni fotografo che si approccia al mondo con i suoi occhi per raccogliere quello che vede. Più che un fotografo per professione o per passione, mi piace definirmi un fotografo per devozione. Credo di far parte quindi tendenzialmente della categoria dei fotografi "realisti", ossia di coloro che amano osservare e raccogliere. A differenza del "visionario" non amo preparare la scena o la situazione per poi rappresentarla in foto, anche se ammiro molto chi riesce a farlo nel migliore dei modi. Volendo estremizzare il concetto credo che l'arte e l'ingegno sono i primi ingredienti per un visionario, occhio e istinto compongono invece le foto di un realista.
Quando hai iniziato a fotografare?
Credo di fotografare da sempre, anche senza macchina fotografica. E credo che ognuno di noi inconsapevolmente lo faccia. Fortunato è chi prima o poi se ne accorge... La mia esperienza fotografica concreta invece è ben più breve, ho cominciato a maneggiare una vera macchina fotografica solo pochi anni fa, in occasione della nascita della mia prima figlia. La mia prima modella mi ha aiutato tantissimo a capire come trasformare le emozioni in immagini. E cosa c'è di meglio di un amore sviscerato per appassionarsi? Insieme a lei ho capito che “il bello”, da solo, non funziona e che l’occhio tende quasi a ripudiare tutto ciò che a lui appare ovvio e scontato. Ho capito che si poteva raccontare attraverso i particolari e che, per provare a farlo, dovevo prima imparare a leggere le emozioni nelle immagini degli altri.
Quale genere ti piace maggiormente fotografare?
Amo le street, consapevole di quanto sia difficile farlo in maniera originale e creativa. E’ un genere che ti lascia sempre un rammarico, dove la ricerca della perfezione assoluta è continua ma vana. L’altra grande passione della mia vita è la musica. Inevitabile quindi l’unione con la fotografia che mi sta dando davvero soddisfazione. Al momento è questa la strada che percorro maggiormente...
Hai fatto qualche corso di fotografia?
In fotografia sono autodidatta. Credo di aver imparato molto dal lavoro degli altri. Osservare e riflettere è stato per me molto formativo, e non ho mai disdegnato di chiedere critiche spietate e consigli direttamente agli autori che maggiormente stimo ogni volta che ne ho avuto la possibilità.
Quali sono i fotografi del passato e del presente che più apprezzi?
HCB [Henry Cartier Bresson] su tutti. Per la sua capacità di raggiungere la perfezione che ho appena definito irrangiungibile. L’unico probabilmente ad essere contemporaneamente e completamente sia realista che visionario.
Che attrezzatura fotografica hai usato nel passato, e quale stai attualmente utilizzando?
Ho sempre dato maggiore importanza all’occhio e al contesto, e per puro caso mi ritrovo legato ad un attrezzatura Canon. Attualmente per la maggior parte dei lavori, e soprattutto per le foto di scena, utilizzo un corpo Canon digitale e una lente 28-75 molto luminosa. Monto assai poco un tele 70-200.
Quali sono gli scatti ai quali sei particolarmente legato?
Questo scatto si chiama “Papà”, e rappresenta tutto quanto ho raccontato poco fa... E’ uno scatto che potrebbe sembrare costruito e che invece è stato istintivo. Una scena di vita quotidiana (la mia) raccolta per caso con l’occhio prima e con la macchina subito dopo. E’ un po’ il mio modo di dichiarare amore eterno ai miei figli.
“Musicienne” è una street che mi ha dato tanto. La dolcezza di questa ragazza che suona in strada ha colpito molti e mi ha dato l’opportunità di conoscere ed entrare in contatto con persone e fotografi che si sono rilevate poi amici preziosi per la mia crescita. Grazie a questa foto ho avuto momenti di confronto per me molto costruttivi. Musicienne rappresenta sicuramente il mio modo di vedere e raccontare i musicisti e gli artisti di strada. Il tema l’ho successivamente affrontato in questo breve audiovisivo:
http://www.youtube.com/watch?v=tJn_whFtxWc&fmt=18
Quali sono i tuoi progetti attuali e quali quelli per il futuro?
Sicuramente continuare in musica e fotografia. La musica e la fotografia di scena è quella che mi offre maggiori stimoli, e spero, ancora opportunità. Vorrei prossimamente anche auto-produrre una serie di audio visivi dove a questi due ingredienti aggiungerei anche dei versi e quindi alcune parti recitate in prosa. Ma sono solo idee, tutto ancora molto fumoso, vedremo...
Hai mai esposto le tue immagini in mostre fotografiche personali o collettive?
Ho esposto in alcune collettive ed ho preparando recentemente la mia prima personale:
E’ un progetto composto da una serie di stampe in b/n dove il filo conduttore è la luce. Quella luce che disegna gli attimi musicali facendoli emergere dal buio in maniera nuda, cruda... essenziale. L’inaugurazione è stata a Roma, il 3 maggio, presso la Libreria Rinascita, Viale Agosta 36. Successivamente l’esposizione sarà spostata in altre location sempre su Roma.
Quanto tempo dedichi alla fotografia?
Tutto il tempo che mi avanza e di più. Ma non è mai abbastanza.
Dove sono pubblicate, sul web, le tue foto?
In foto e audiovisivi su:
http://www.myspace.com/gianesma
http://www.youtube.com/GianesMa
altre foto gallery:
http://www.fotoarts.org/utente.php?id=100508
http://www.micromosso.com/galleria/profile.php?uid=623
http://www.usefilm.com/photographer.asp?ID=87246
Un pensiero a chi si avvicina ora al mondo della fotografia.
Credo che la facilità con cui oggi ci si avvicina a questo mondo va sfruttata fino in fondo ma, rimanere obiettivamente critici con le proprie cose e, nel contempo, acuti osservatori del lavoro degli altri deve essere la prima palestra.
"Io sono un clown, e faccio collezione di attimi". Questa massima di Heinrich Böll la adoro, e l'ho adottata perché sintetizza alla perfezione quello che cerco di fare in fotografia. Collezionare attimi è un concetto affascinante, ed è in realtà lo scopo ultimo di ogni fotografo che si approccia al mondo con i suoi occhi per raccogliere quello che vede. Più che un fotografo per professione o per passione, mi piace definirmi un fotografo per devozione. Credo di far parte quindi tendenzialmente della categoria dei fotografi "realisti", ossia di coloro che amano osservare e raccogliere. A differenza del "visionario" non amo preparare la scena o la situazione per poi rappresentarla in foto, anche se ammiro molto chi riesce a farlo nel migliore dei modi. Volendo estremizzare il concetto credo che l'arte e l'ingegno sono i primi ingredienti per un visionario, occhio e istinto compongono invece le foto di un realista.
Quando hai iniziato a fotografare?
Credo di fotografare da sempre, anche senza macchina fotografica. E credo che ognuno di noi inconsapevolmente lo faccia. Fortunato è chi prima o poi se ne accorge... La mia esperienza fotografica concreta invece è ben più breve, ho cominciato a maneggiare una vera macchina fotografica solo pochi anni fa, in occasione della nascita della mia prima figlia. La mia prima modella mi ha aiutato tantissimo a capire come trasformare le emozioni in immagini. E cosa c'è di meglio di un amore sviscerato per appassionarsi? Insieme a lei ho capito che “il bello”, da solo, non funziona e che l’occhio tende quasi a ripudiare tutto ciò che a lui appare ovvio e scontato. Ho capito che si poteva raccontare attraverso i particolari e che, per provare a farlo, dovevo prima imparare a leggere le emozioni nelle immagini degli altri.
Quale genere ti piace maggiormente fotografare?
Amo le street, consapevole di quanto sia difficile farlo in maniera originale e creativa. E’ un genere che ti lascia sempre un rammarico, dove la ricerca della perfezione assoluta è continua ma vana. L’altra grande passione della mia vita è la musica. Inevitabile quindi l’unione con la fotografia che mi sta dando davvero soddisfazione. Al momento è questa la strada che percorro maggiormente...
Hai fatto qualche corso di fotografia?
In fotografia sono autodidatta. Credo di aver imparato molto dal lavoro degli altri. Osservare e riflettere è stato per me molto formativo, e non ho mai disdegnato di chiedere critiche spietate e consigli direttamente agli autori che maggiormente stimo ogni volta che ne ho avuto la possibilità.
Quali sono i fotografi del passato e del presente che più apprezzi?
HCB [Henry Cartier Bresson] su tutti. Per la sua capacità di raggiungere la perfezione che ho appena definito irrangiungibile. L’unico probabilmente ad essere contemporaneamente e completamente sia realista che visionario.
Che attrezzatura fotografica hai usato nel passato, e quale stai attualmente utilizzando?
Ho sempre dato maggiore importanza all’occhio e al contesto, e per puro caso mi ritrovo legato ad un attrezzatura Canon. Attualmente per la maggior parte dei lavori, e soprattutto per le foto di scena, utilizzo un corpo Canon digitale e una lente 28-75 molto luminosa. Monto assai poco un tele 70-200.
Quali sono gli scatti ai quali sei particolarmente legato?
Questo scatto si chiama “Papà”, e rappresenta tutto quanto ho raccontato poco fa... E’ uno scatto che potrebbe sembrare costruito e che invece è stato istintivo. Una scena di vita quotidiana (la mia) raccolta per caso con l’occhio prima e con la macchina subito dopo. E’ un po’ il mio modo di dichiarare amore eterno ai miei figli.
“Musicienne” è una street che mi ha dato tanto. La dolcezza di questa ragazza che suona in strada ha colpito molti e mi ha dato l’opportunità di conoscere ed entrare in contatto con persone e fotografi che si sono rilevate poi amici preziosi per la mia crescita. Grazie a questa foto ho avuto momenti di confronto per me molto costruttivi. Musicienne rappresenta sicuramente il mio modo di vedere e raccontare i musicisti e gli artisti di strada. Il tema l’ho successivamente affrontato in questo breve audiovisivo:
http://www.youtube.com/watch?v=tJn_whFtxWc&fmt=18
Quali sono i tuoi progetti attuali e quali quelli per il futuro?
Sicuramente continuare in musica e fotografia. La musica e la fotografia di scena è quella che mi offre maggiori stimoli, e spero, ancora opportunità. Vorrei prossimamente anche auto-produrre una serie di audio visivi dove a questi due ingredienti aggiungerei anche dei versi e quindi alcune parti recitate in prosa. Ma sono solo idee, tutto ancora molto fumoso, vedremo...
Hai mai esposto le tue immagini in mostre fotografiche personali o collettive?
Ho esposto in alcune collettive ed ho preparando recentemente la mia prima personale:
Mostra fotografica "Luci ed ombre, riflessi in musica ed emozioni"
Lampi e sguardi musicali raccolti al buio del palcoscenico.
Visioni live di Gianluigi Esposito
E’ un progetto composto da una serie di stampe in b/n dove il filo conduttore è la luce. Quella luce che disegna gli attimi musicali facendoli emergere dal buio in maniera nuda, cruda... essenziale. L’inaugurazione è stata a Roma, il 3 maggio, presso la Libreria Rinascita, Viale Agosta 36. Successivamente l’esposizione sarà spostata in altre location sempre su Roma.
Quanto tempo dedichi alla fotografia?
Tutto il tempo che mi avanza e di più. Ma non è mai abbastanza.
Dove sono pubblicate, sul web, le tue foto?
In foto e audiovisivi su:
http://www.myspace.com/gianesma
http://www.youtube.com/GianesMa
altre foto gallery:
http://www.fotoarts.org/utente.php?id=100508
http://www.micromosso.com/galleria/profile.php?uid=623
http://www.usefilm.com/photographer.asp?ID=87246
Un pensiero a chi si avvicina ora al mondo della fotografia.
Credo che la facilità con cui oggi ci si avvicina a questo mondo va sfruttata fino in fondo ma, rimanere obiettivamente critici con le proprie cose e, nel contempo, acuti osservatori del lavoro degli altri deve essere la prima palestra.
Fotografie: © Gianluigi Esposito
Leggi l'intervista anche su: Fotografi nel Web
Un piacere ritrovarti anche su queste pagine del buon Libero, l'intervista consente di conoscerti un po' meglio, chissa' che un giorno non si riesca anche ad incontrarsi di persona?
RispondiEliminaComplimenti per le foto, la fisarmonicistra e' fantastica.
Un abbraccio.
enrico (ventrix)