Cos’è la fotografia per Umberto Verdoliva?
La fotografia è entrata prepotentemente da pochi anni nella mia vita, ed è riuscita a cambiarla con una intensità che mai avrei creduto. Ora fa parte del mio modo di vivere. Attraverso essa, apprezzo ogni piccolo momento e non ne potrei più fare a meno. La vivo soprattutto a livello personale per migliorarmi come uomo, ma anche per esprimere ed evidenziare, quello che ho intorno a me. Mi reputo un fotografo umanista, mi attira anche il rendere attraenti scene prive di significato... la fotografia mi da questa possibilità di potermi estraniare ed entrare in un mondo tutto mio, di creare forme... amo fotografare.
Quando hai iniziato?
Nel 2006, grazie al fatto di dover documentare per l’azienda l’avanzamento delle opere... il digitale mi ha subito conquistato per la facilità di approccio ma allo stesso tempo mi ha fatto rendere conto dell’importanza di avere una base tecnica nella fotografia analogica, soprattutto in fase di stampa... prima mi piaceva molto montare video fatti con la telecamera, quando li riguardo, mi accorgo di aver unito tante fotografie una all’altra...
Cosa ti attrae maggiormente nella fotografia?
La cosiddetta street photography, termine che in Italia non a tutti piace, è l’unica cosa che mi attrae... non riesco a vedere altro... la strada è il mio palcoscenico e la gente sono gli attori... io sono lì ad osservare e ad aspettare che la fotografia si mostri. Il racconto in uno scatto è il mio obiettivo. Mi piace anche la possibilità, che solo la fotografia dà, nel trasmettere emozioni anche attraverso bugie o realtà distorte... un attimo prima è una storia, un attimo dopo un’altra... sta a me scegliere e questo m’intriga molto.
Hai fatto qualche corso di fotografia?
Ho seguito solo un corso di stampa analogica in bn... volevo capire bene, avendo poca esperienza di sviluppo pellicola, le differenze tra operare in camera oscura e operare al pc in camera chiara. E’ stato interessante ed ho raggiunto il mio scopo. La post produzione digitale può aprire un mondo infinito ai creativi, per questo la fotografia si sta avvicinando sempre di più alla pittura... questa possibilità era ridotta un tempo... Per quanto mi riguarda, mi piace la fotografia tradizionale con la macchina analogica e la pellicola, essa ti permette di scattare meditando... cosa che è quasi scomparsa con il digitale per moltissimi fotografi. Io, pur scattando in digitale mi comporto come se avessi una macchina analogica in mano e allo stesso tempo approfitto dei vantaggi che il digitale ti dà, in termini di tempo e di scambio. Resto meravigliato quando sento parlare di scatti a raffica o di 4 gb di memoria piena riempita in mezza giornata. Molti, guardando le mie foto, sono convinti che scatto a pellicola e quando me lo dicono sono contento.
Quali sono i fotografi del passato e del presente che più apprezzi?
Ne apprezzo tantissimi, professionisti ed amatori... comunque anche io ho i miei preferiti. FAN HO è stato il primo autore che ho scoperto e che ha influenzato il mio stile, poi, per la capacità di prevedere e cogliere l’attimo Hanry Cartier-Bresson, per l’eleganza compositiva Listz e Kertesz, per il saper evidenziare la realtà sociale Winogrand, Rosemblum, Evans, Franke, Dorotea Lange, Arbus, gli italiani Giovanni Umicini e il gruppo Mignon, Berengo Gardin, Scianna, per il reportage Zizola e Pellegrin, Ghiri lo reputo un genio... anche Basilico, Fontana e Iodice mi piacciono molto. Attualmente, seguo moltissimo tutti i fotografi di In Public... che fanno grande street photography con ironia ed intelligenza... insomma, ci sono autori di rilievo in giro... passati e attuali... ne dimentico tantissimi.
Che attrezzatura fotografica hai usato nel passato, e quale stai attualmente utilizzando?
Mi viene da sorridere, perché non ho mai comprato una macchina fotografica... Per me non è molto importante l’attrezzatura, almeno per quello che faccio, secondo me non incide... quindi, non rincorro mai le ultime novità... potrei scattare anche con il cellulare... l’importante è vedere oltre e saper cosa vuoi dire, lo puoi fare anche con una fotocamera scadente... comunque, oggi fotografo con la Nikon D70 che mi è stata diciamo regalata, dalla mia società, e con una Nikon P5000 discreta e silenziosa, vinta ad un concorso. Inoltre, quando ho voglia di scattare in analogico ho una vecchia Nikon FM2 perfettamente in ottimo stato. Dico sempre che per comprare una macchina fotografica importante, aspetto di vendere qualche mio lavoro... quindi credo che, siccome siamo in Italia, ne passerà del tempo...
Qual è lo scatto al quale sei particolarmente legato?
"Tentazioni" che rispecchia molto gli attimi che cerco per strada... forse perché è stata la mia prima vera foto, quella dove ho capito la bellezza della fotografia e cosa mi poteva dare... ho prefigurato la scena, previsto il passaggio improvviso della ragazza tra il gruppo di suore... e scattato...
Quali sono i tuoi progetti attuali e quali quelli per il futuro?
Per quanto riguarda gli scatti veri e propri... continuerò a vivere la strada tra la gente... non posso che far altro... cerco sempre di trovare idee nuove per raccontare la vita di tutti i giorni... ho in ballo un progetto sul tema del lavoro contemporaneo che sto portando avanti da un anno e altre piccole cose. Mi piacerebbe organizzare una mostra dei miei lavori, se trovo il tempo, i contatti e gli stimoli giusti... penso sempre di non essere ancora pronto e intimamente blocco questo desiderio...
Hai mai esposto le tue immagini in mostre fotografiche personali o collettive?
Ad ottobre del 2008 ho esposto la prima volta al Fotofestival Industria di Mussolente, vicino Vicenza venti scatti... ma solo perché selezionati da una giuria che ha scelto il mio progetto di street. E’ stata una bella esperienza, ho ricevuto tanti consensi e mi ha fatto piacere capire dai visitatori che molti conoscevano il mio nome e le mie immagini. Molte foto, inoltre, sono state in mostra in alcune collettive e tante altre, nei concorsi a cui ho partecipato.
Hai mai avuto riconoscimenti in concorsi fotografici o pubblicazioni delle tue foto su libri o riviste?
Si, in così poco tempo e con mia grande sorpresa, posso ritenermi estremamente soddisfatto... i concorsi o le pubblicazioni non sono il mio obiettivo, fino ad oggi ho partecipato per capire l’ambiente della fotografia per me nuovo, e soprattutto, con lo scopo di far conoscere il mio modo di vedere e raccontare... vincere un concorso, almeno in una prima fase, dà forza nel continuare con passione in quello che tu credi... ma non deve essere tutto, anzi... devi stare attento a non farti prendere dal meccanismo dello scattare per vincere. Invece, ho ricevuto una grandissima soddisfazione quando Sandro Iovine, direttore della rivista IL FOTOGRAFO ha scelto di dedicarmi la copertina del mese di marzo 2009 (vedi foto a lato) e un servizio di molte pagine all’interno. Come mi ha fatto molto piacere anche la recensione e il credito avuto su NADIR Web Magazine e questa estate su Repubblica.it con l’ultimo tema prigioniero della privacy. Comunque per me, anche ricevere una lettera di complimenti è come aver avuto una pubblicazione su di una rivista importante oppure aver vinto un concorso...
Quanto tempo dedichi alla fotografia?
Ogni momento libero, poi dipende... per non incidere troppo sulla famiglia e sul lavoro, mi sveglio molto presto, scelgo il materiale per i concorsi o per aggiornare il mio sito, per archiviare i files, preparare i progetti, per informarmi, per studiare il linguaggio, per leggere di fotografia, ecc... fotografo nei weekend ma se capita, visto che porto con me sempre la fotocamera, non mi lascio scappare l’occasione... fotografare è impegnativo e solo una grande passione può dare la forza... e questa non mi manca certamente...
Raccontaci un episodio curioso o simpatico durante una sessione fotografica.
Quando fotografo per strada, lo faccio da solo... la reputo una cosa tanto personale e intima... spesso però mi fermo a parlare soprattutto con gli anziani sempre disponibili a fare quattro chiacchiere... e i contatti che il web propone... trovo molto bello la possibilità di conoscere che ho in tal senso per mezzo della fotografia.
Quando rivedi i tuoi vecchi scatti cosa pensi?
Sono legatissimo ai miei scatti, li amo e mi piacciono sempre anche se il mio senso critico aumenta con il passare degli anni... A distanza di tempo... restano schegge di memoria per me... ma la cosa simpatica per me è che, attraverso essi, riconosco persone sconosciute fotografate e mi sembra di averle per sempre amiche... mi fa sentire meno solo, più in compagnia... a volte mi capita per strada anche di salutarle...
Dove sono pubblicate, sul web, le tue foto?
Sul mio sito www.umbertoverdoliva.it e su alcuni portali come MaxArtis, MicroMosso e Onexposure... per me sono stati molto utili soprattutto per la possibilità che ho avuto di confrontarmi.
Un pensiero a chi si avvicina ora al mondo della fotografia.
Chiedersi prima di scattare, perché sto scattando? è cosa vuoi raccontare? Confrontarsi il più possibile con altri autori entrando nel loro punto di vista. Accettare le critiche e i consigli con umiltà, per chi ama le street sapere che basta qualsiasi fotocamera anche quella più economica per poter raccontare la vita... Cosa che non potrei dire a chi si rivolge a generi diversi, come la pubblicità, la moda, lo stil life, la macro, la vita degli animali, ecc... dove l’attrezzatura ha un suo peso. Affinare le intime sensazioni per capire cosa si vuole, leggere libri, interviste, biografie visitare mostre di fotografia... essere curiosi... sentire dentro di sé quel qualcosa che fa diventare necessario, quasi vitale, prendere la fotocamera e scattare... fotografare diventa uno stile di vita...
La fotografia è entrata prepotentemente da pochi anni nella mia vita, ed è riuscita a cambiarla con una intensità che mai avrei creduto. Ora fa parte del mio modo di vivere. Attraverso essa, apprezzo ogni piccolo momento e non ne potrei più fare a meno. La vivo soprattutto a livello personale per migliorarmi come uomo, ma anche per esprimere ed evidenziare, quello che ho intorno a me. Mi reputo un fotografo umanista, mi attira anche il rendere attraenti scene prive di significato... la fotografia mi da questa possibilità di potermi estraniare ed entrare in un mondo tutto mio, di creare forme... amo fotografare.
Quando hai iniziato?
Nel 2006, grazie al fatto di dover documentare per l’azienda l’avanzamento delle opere... il digitale mi ha subito conquistato per la facilità di approccio ma allo stesso tempo mi ha fatto rendere conto dell’importanza di avere una base tecnica nella fotografia analogica, soprattutto in fase di stampa... prima mi piaceva molto montare video fatti con la telecamera, quando li riguardo, mi accorgo di aver unito tante fotografie una all’altra...
Cosa ti attrae maggiormente nella fotografia?
La cosiddetta street photography, termine che in Italia non a tutti piace, è l’unica cosa che mi attrae... non riesco a vedere altro... la strada è il mio palcoscenico e la gente sono gli attori... io sono lì ad osservare e ad aspettare che la fotografia si mostri. Il racconto in uno scatto è il mio obiettivo. Mi piace anche la possibilità, che solo la fotografia dà, nel trasmettere emozioni anche attraverso bugie o realtà distorte... un attimo prima è una storia, un attimo dopo un’altra... sta a me scegliere e questo m’intriga molto.
Hai fatto qualche corso di fotografia?
Ho seguito solo un corso di stampa analogica in bn... volevo capire bene, avendo poca esperienza di sviluppo pellicola, le differenze tra operare in camera oscura e operare al pc in camera chiara. E’ stato interessante ed ho raggiunto il mio scopo. La post produzione digitale può aprire un mondo infinito ai creativi, per questo la fotografia si sta avvicinando sempre di più alla pittura... questa possibilità era ridotta un tempo... Per quanto mi riguarda, mi piace la fotografia tradizionale con la macchina analogica e la pellicola, essa ti permette di scattare meditando... cosa che è quasi scomparsa con il digitale per moltissimi fotografi. Io, pur scattando in digitale mi comporto come se avessi una macchina analogica in mano e allo stesso tempo approfitto dei vantaggi che il digitale ti dà, in termini di tempo e di scambio. Resto meravigliato quando sento parlare di scatti a raffica o di 4 gb di memoria piena riempita in mezza giornata. Molti, guardando le mie foto, sono convinti che scatto a pellicola e quando me lo dicono sono contento.
Quali sono i fotografi del passato e del presente che più apprezzi?
Ne apprezzo tantissimi, professionisti ed amatori... comunque anche io ho i miei preferiti. FAN HO è stato il primo autore che ho scoperto e che ha influenzato il mio stile, poi, per la capacità di prevedere e cogliere l’attimo Hanry Cartier-Bresson, per l’eleganza compositiva Listz e Kertesz, per il saper evidenziare la realtà sociale Winogrand, Rosemblum, Evans, Franke, Dorotea Lange, Arbus, gli italiani Giovanni Umicini e il gruppo Mignon, Berengo Gardin, Scianna, per il reportage Zizola e Pellegrin, Ghiri lo reputo un genio... anche Basilico, Fontana e Iodice mi piacciono molto. Attualmente, seguo moltissimo tutti i fotografi di In Public... che fanno grande street photography con ironia ed intelligenza... insomma, ci sono autori di rilievo in giro... passati e attuali... ne dimentico tantissimi.
Che attrezzatura fotografica hai usato nel passato, e quale stai attualmente utilizzando?
Mi viene da sorridere, perché non ho mai comprato una macchina fotografica... Per me non è molto importante l’attrezzatura, almeno per quello che faccio, secondo me non incide... quindi, non rincorro mai le ultime novità... potrei scattare anche con il cellulare... l’importante è vedere oltre e saper cosa vuoi dire, lo puoi fare anche con una fotocamera scadente... comunque, oggi fotografo con la Nikon D70 che mi è stata diciamo regalata, dalla mia società, e con una Nikon P5000 discreta e silenziosa, vinta ad un concorso. Inoltre, quando ho voglia di scattare in analogico ho una vecchia Nikon FM2 perfettamente in ottimo stato. Dico sempre che per comprare una macchina fotografica importante, aspetto di vendere qualche mio lavoro... quindi credo che, siccome siamo in Italia, ne passerà del tempo...
Qual è lo scatto al quale sei particolarmente legato?
"Tentazioni" che rispecchia molto gli attimi che cerco per strada... forse perché è stata la mia prima vera foto, quella dove ho capito la bellezza della fotografia e cosa mi poteva dare... ho prefigurato la scena, previsto il passaggio improvviso della ragazza tra il gruppo di suore... e scattato...
Quali sono i tuoi progetti attuali e quali quelli per il futuro?
Per quanto riguarda gli scatti veri e propri... continuerò a vivere la strada tra la gente... non posso che far altro... cerco sempre di trovare idee nuove per raccontare la vita di tutti i giorni... ho in ballo un progetto sul tema del lavoro contemporaneo che sto portando avanti da un anno e altre piccole cose. Mi piacerebbe organizzare una mostra dei miei lavori, se trovo il tempo, i contatti e gli stimoli giusti... penso sempre di non essere ancora pronto e intimamente blocco questo desiderio...
Hai mai esposto le tue immagini in mostre fotografiche personali o collettive?
Ad ottobre del 2008 ho esposto la prima volta al Fotofestival Industria di Mussolente, vicino Vicenza venti scatti... ma solo perché selezionati da una giuria che ha scelto il mio progetto di street. E’ stata una bella esperienza, ho ricevuto tanti consensi e mi ha fatto piacere capire dai visitatori che molti conoscevano il mio nome e le mie immagini. Molte foto, inoltre, sono state in mostra in alcune collettive e tante altre, nei concorsi a cui ho partecipato.
Hai mai avuto riconoscimenti in concorsi fotografici o pubblicazioni delle tue foto su libri o riviste?
Si, in così poco tempo e con mia grande sorpresa, posso ritenermi estremamente soddisfatto... i concorsi o le pubblicazioni non sono il mio obiettivo, fino ad oggi ho partecipato per capire l’ambiente della fotografia per me nuovo, e soprattutto, con lo scopo di far conoscere il mio modo di vedere e raccontare... vincere un concorso, almeno in una prima fase, dà forza nel continuare con passione in quello che tu credi... ma non deve essere tutto, anzi... devi stare attento a non farti prendere dal meccanismo dello scattare per vincere. Invece, ho ricevuto una grandissima soddisfazione quando Sandro Iovine, direttore della rivista IL FOTOGRAFO ha scelto di dedicarmi la copertina del mese di marzo 2009 (vedi foto a lato) e un servizio di molte pagine all’interno. Come mi ha fatto molto piacere anche la recensione e il credito avuto su NADIR Web Magazine e questa estate su Repubblica.it con l’ultimo tema prigioniero della privacy. Comunque per me, anche ricevere una lettera di complimenti è come aver avuto una pubblicazione su di una rivista importante oppure aver vinto un concorso...
Quanto tempo dedichi alla fotografia?
Ogni momento libero, poi dipende... per non incidere troppo sulla famiglia e sul lavoro, mi sveglio molto presto, scelgo il materiale per i concorsi o per aggiornare il mio sito, per archiviare i files, preparare i progetti, per informarmi, per studiare il linguaggio, per leggere di fotografia, ecc... fotografo nei weekend ma se capita, visto che porto con me sempre la fotocamera, non mi lascio scappare l’occasione... fotografare è impegnativo e solo una grande passione può dare la forza... e questa non mi manca certamente...
Raccontaci un episodio curioso o simpatico durante una sessione fotografica.
Quando fotografo per strada, lo faccio da solo... la reputo una cosa tanto personale e intima... spesso però mi fermo a parlare soprattutto con gli anziani sempre disponibili a fare quattro chiacchiere... e i contatti che il web propone... trovo molto bello la possibilità di conoscere che ho in tal senso per mezzo della fotografia.
Quando rivedi i tuoi vecchi scatti cosa pensi?
Sono legatissimo ai miei scatti, li amo e mi piacciono sempre anche se il mio senso critico aumenta con il passare degli anni... A distanza di tempo... restano schegge di memoria per me... ma la cosa simpatica per me è che, attraverso essi, riconosco persone sconosciute fotografate e mi sembra di averle per sempre amiche... mi fa sentire meno solo, più in compagnia... a volte mi capita per strada anche di salutarle...
Dove sono pubblicate, sul web, le tue foto?
Sul mio sito www.umbertoverdoliva.it e su alcuni portali come MaxArtis, MicroMosso e Onexposure... per me sono stati molto utili soprattutto per la possibilità che ho avuto di confrontarmi.
Un pensiero a chi si avvicina ora al mondo della fotografia.
Chiedersi prima di scattare, perché sto scattando? è cosa vuoi raccontare? Confrontarsi il più possibile con altri autori entrando nel loro punto di vista. Accettare le critiche e i consigli con umiltà, per chi ama le street sapere che basta qualsiasi fotocamera anche quella più economica per poter raccontare la vita... Cosa che non potrei dire a chi si rivolge a generi diversi, come la pubblicità, la moda, lo stil life, la macro, la vita degli animali, ecc... dove l’attrezzatura ha un suo peso. Affinare le intime sensazioni per capire cosa si vuole, leggere libri, interviste, biografie visitare mostre di fotografia... essere curiosi... sentire dentro di sé quel qualcosa che fa diventare necessario, quasi vitale, prendere la fotocamera e scattare... fotografare diventa uno stile di vita...
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