Sono un amante che ha tradito e che poi è tornato al suo vecchio amore, mai dimenticato.
Mi traduco: ho iniziato a scattare da ragazzo, con una classica 35mm., sono poi passato al periodo reflex, cui ha fatto seguito una lunga pausa di noia e di vuoto fotografico. Il digitale ha fatto riesplodere l'antico amore ed oggi i due amanti vivono insieme felici e contenti.
Mi traduco: ho iniziato a scattare da ragazzo, con una classica 35mm., sono poi passato al periodo reflex, cui ha fatto seguito una lunga pausa di noia e di vuoto fotografico. Il digitale ha fatto riesplodere l'antico amore ed oggi i due amanti vivono insieme felici e contenti.
Quando hai iniziato?
Ho iniziato intorno ai 15 anni, come dicevo sopra, con una Bencini Koroll 35 che mi feci regalare dai genitori; scattavo senza grandi idee-guida, ma già a quel tempo - rivedendo oggi alcune delle foto superstiti del periodo – affiorava in parte quello che ha trovato sviluppo nella fase attuale: le architetture e il bianco/nero. Un altro elemento che ricordo di quel periodo era la ricerca di inquadrature "diverse" nel senso che non andavo alla ricerca di immagini per così dire classiche e/o facili, ma ricercavo già allora, naturalmente con tutti i limiti dovuti alla scarsa esperienza, delle inquadrature che mostrassero i soggetti in modo diverso da come l'occhio di tutti i giorni era abituato ad avere a che fare.
Quale genere ti piace maggiormente fotografare?
La parte preponderante della mia ricerca è indirizzata verso l'architettura, che è il genere che ha portato il mio riavvicinamento a questa splendida forma espressiva.
Ho iniziato sezionando le antiche bellezze architettoniche della mia città, Ancona, con immagini dove il bianconero vive di esasperati contrasti e di prospettive molto spinte, alla ricerca di inquadrature non stereotipate, dove le linee cadenti non solo sono ben accette, ma svolgono addirittura una parte di rilievo, giocando a volte a deformare palazzi o monumenti quotidianamente sotto gli occhi di tutti, fin quasi a renderli irriconoscibili.
Sono cosciente che le foto di architettura escludono le linee cadenti dai propri orizzonti, avvalendosi di ottiche decentrabili o di sofisticati software di fotoritocco per l’eliminazione di tali “storture”; ma ciò che mi interessa non è tanto la foto canonica, da volume d’arte, da catalogo, ma è uno sforzo interpretativo, un tentativo di penetrare marmi e pietre, di osservarle dall’interno, di metterne in luce, con giochi di ombre, particolari che diano vita alle pietre inanimate.
Questo percorso si avvale in misura notevole di una attenta ricerca dei particolari che, isolati dal contesto visivo in cui galleggiano, assumono a loro volta valenze plastiche e compositive del tutto diverse dal naturale ambiente in cui si è abituati a vederli, contribuendo a dare una interpretazione personale di ciò che quotidianamente abbiamo sotto gli occhi.
Non so se sia filologicamente corretto, ma mi va di definire le mie foto come un un percorso teso ad una sorta di “architettura interpretata”.
Il fatto che io poi riesca effettivamente in questo tentativo non sta a me giudicare.
Per finire mi va di precisare che non disdegno il ritratto, non di studio, ma colto al volo e sempre, rigorosamente in bianconero.
Ho iniziato sezionando le antiche bellezze architettoniche della mia città, Ancona, con immagini dove il bianconero vive di esasperati contrasti e di prospettive molto spinte, alla ricerca di inquadrature non stereotipate, dove le linee cadenti non solo sono ben accette, ma svolgono addirittura una parte di rilievo, giocando a volte a deformare palazzi o monumenti quotidianamente sotto gli occhi di tutti, fin quasi a renderli irriconoscibili.
Sono cosciente che le foto di architettura escludono le linee cadenti dai propri orizzonti, avvalendosi di ottiche decentrabili o di sofisticati software di fotoritocco per l’eliminazione di tali “storture”; ma ciò che mi interessa non è tanto la foto canonica, da volume d’arte, da catalogo, ma è uno sforzo interpretativo, un tentativo di penetrare marmi e pietre, di osservarle dall’interno, di metterne in luce, con giochi di ombre, particolari che diano vita alle pietre inanimate.
Questo percorso si avvale in misura notevole di una attenta ricerca dei particolari che, isolati dal contesto visivo in cui galleggiano, assumono a loro volta valenze plastiche e compositive del tutto diverse dal naturale ambiente in cui si è abituati a vederli, contribuendo a dare una interpretazione personale di ciò che quotidianamente abbiamo sotto gli occhi.
Non so se sia filologicamente corretto, ma mi va di definire le mie foto come un un percorso teso ad una sorta di “architettura interpretata”.
Il fatto che io poi riesca effettivamente in questo tentativo non sta a me giudicare.
Per finire mi va di precisare che non disdegno il ritratto, non di studio, ma colto al volo e sempre, rigorosamente in bianconero.
Hai fatto qualche corso di fotografia?
Non ho mai seguito corsi fotografici; visto che il riesplodere di questa passione è scaturito dall'avvento della fotografia digitale, la mia (scarsa) cultura è sostanzialmente legata al web e a tutto ciò che dal web ho potuto assorbire, sia a livello tecnico che per quanto riguarda la storia della fotografia.
Quali sono i fotografi del passato e del presente che più apprezzi?
L'amore per il bianconero e per i forti contrasti è stato conseguenza della scoperta di Mario Giacomelli e della sua opera.
Ho avuto la fortuna di conoscere e frequentare per un lungo periodo il prof. Carlo E. Bugatti, Direttore del Museo d'arte Moderna, dell'Informazione e della Fotografia di Senigallia, grande conoscitore dell'opera del maestro senigalliese; è stato soprattutto il suo apprezzamento ed il suo stimolo costante a darmi la spinta per riprendere in mano in modo più continuo ed impegnato la macchina fotografica.
Questo è stato l'avvio di un periodo di ripresa e sviluppo della passione fotografica, che mi ha portato ad individuare un percorso personale, che cerco di sviluppare evitando il più possibile influssi esterni.
In ciò sono facilitato - anche se non è bello dirlo - dalla modesta conoscenza storica che ho dei grandi maestri e dell'evoluzione dell'arte fotografica.
Ci sarebbero, come ovvio, moltissimi nomi da poter citare, ma per rispondere alla domanda ne cito soltanto due, un uomo e una donna, per motivi personali e non esclusivamente fotografici: Andrea Feininger, al quale sono legato non solo per la sua produzione fotografica, ma anche perché i suoi "Principi di composizione" sono stati la mia bibbia, ciò che mi ha aperto gli occhi e che ha dato un ordine alle cose che prima inserivo nelle mie inquadrature in modo molto più casuale; sul fronte femminile mi va di citare Tina Modotti, per ciò che di anticonformista la sua vita e la sua fotografia hanno rappresentato in un tempo in cui uscire un po' dai binari costituiva già un passo enorme.
Ho avuto la fortuna di conoscere e frequentare per un lungo periodo il prof. Carlo E. Bugatti, Direttore del Museo d'arte Moderna, dell'Informazione e della Fotografia di Senigallia, grande conoscitore dell'opera del maestro senigalliese; è stato soprattutto il suo apprezzamento ed il suo stimolo costante a darmi la spinta per riprendere in mano in modo più continuo ed impegnato la macchina fotografica.
Questo è stato l'avvio di un periodo di ripresa e sviluppo della passione fotografica, che mi ha portato ad individuare un percorso personale, che cerco di sviluppare evitando il più possibile influssi esterni.
In ciò sono facilitato - anche se non è bello dirlo - dalla modesta conoscenza storica che ho dei grandi maestri e dell'evoluzione dell'arte fotografica.
Ci sarebbero, come ovvio, moltissimi nomi da poter citare, ma per rispondere alla domanda ne cito soltanto due, un uomo e una donna, per motivi personali e non esclusivamente fotografici: Andrea Feininger, al quale sono legato non solo per la sua produzione fotografica, ma anche perché i suoi "Principi di composizione" sono stati la mia bibbia, ciò che mi ha aperto gli occhi e che ha dato un ordine alle cose che prima inserivo nelle mie inquadrature in modo molto più casuale; sul fronte femminile mi va di citare Tina Modotti, per ciò che di anticonformista la sua vita e la sua fotografia hanno rappresentato in un tempo in cui uscire un po' dai binari costituiva già un passo enorme.
Che attrezzatura fotografica hai usato nel passato, e quale stai attualmente utilizzando?
Attualmente uso una Fuji S9500, una compatta digitale "prosumer" da 9 megapixel di sensore, con obiettivo 28/300 mm, con opzione per scatti in RAW, possibilità di scatto in manuale (sia a priorità di tempi che di diaframmi) ed un menù di funzioni completo che non ha nulla da invidiare ad una reflex.
Ho poi conservato la precedente Fuji S5000, sorella piccola della 9500, ed una tascabile Nikon Coolpix 775, la mia prima digitale.
Nel passato ho iniziato con una Koroll Bencini, poi un corredo Fuji ST705 con 28 e 50mm oltre ad uno zoom 70/300mm, poi una Pentax (non ne ricordo il modello), sempre con minimo corredo di ottiche; per alcuni anni ho utilizzato la prima reflex Minolta con autofocus.
È subentrata poi la prima crisi - siamo a metà degli anni '70 – ho venduto tutto il corredo reflex e sono passato alle compatte 35mm con zoom e autofocus (una Yashica e poi una Pentax), che più che altro sono state utilizzate per documentare vacanze e viaggi.All'inizio del 2002 poi è iniziata la mia "fase digitale" che sto attualmente vivendo con piena soddisfazione.
Qual è lo scatto al quale sei particolarmente legato?
Come viene meglio spiegato nella risposta alla domanda successiva, sono molto legato all’immagine "Spirale", scattata nel 2005, che rappresenta il particolare di una decorazione marmorea della scala d'ingresso alla Chiesa del Gesù ad Ancona, opera dell'architetto Vanvitelli.
Le sono particolarmente legato perché è stata la prima fotografia che ho avuto il piacere di vedere stampata su una rivista, e per di più una rivista prestigiosa come "nostro lunedì", a cui ambivo poter collaborare da molto tempo.
Potrei citare altri scatti, ma preferisco circoscrivere la scelta a questo perché - indipendentemente dal giudizio positivo che (poco modestamente) mi sento di dare a questo scatto - esso rappresenta a livello affettivo "il mio primo centesimo" (alla Paperon de' Paperoni, in senso non certo economico ma di gratificazione personale), visto che dopo quella prima fotografia sono giunte diverse ulteriori soddisfazioni, e ho visto altre mie immagini - oggetto di apprezzamento - finire su riviste di raffinata fattura e di ampia diffusione.
Potrei citare altri scatti, ma preferisco circoscrivere la scelta a questo perché - indipendentemente dal giudizio positivo che (poco modestamente) mi sento di dare a questo scatto - esso rappresenta a livello affettivo "il mio primo centesimo" (alla Paperon de' Paperoni, in senso non certo economico ma di gratificazione personale), visto che dopo quella prima fotografia sono giunte diverse ulteriori soddisfazioni, e ho visto altre mie immagini - oggetto di apprezzamento - finire su riviste di raffinata fattura e di ampia diffusione.
Quali sono i tuoi progetti attuali e quali quelli per il futuro?
Da circa un anno una collaborazione con lo studio grafico Lirici Greci di Ancona ha consentito la pubblicazione di alcune mie immagini, con l'inserimento - ad oggi - in tre numeri della rivista del comune di Ancona "nostro lunedì" curata da Francesco Scarabicchi e Francesca Di Giorgio.
Recentemente poi una altra immagine è stata pubblicata sul numero 0 della rivista "Marche Cultura".
La collaborazione con Lirici Greci ha stimolato l’allargamento dei miei orizzonti a fotografie di reperti archeologici; alcuni scatti di questo genere, realizzati presso la Soprintendenza di Ancona, sono stati inseriti nel numero 9 della rivista "nostro lunedì".
Strettamente connessa alla foto di architettura, è quella delle sculture, per la possibilità di plasmare i volumi con l'uso di luci e ombre, aggiungendo la propria sensibilità ed il proprio sentire a quello dell'artista che ha creato l'opera oggetto degli scatti.
E per finire un altro genere che sto iniziando ad esplorare è quello della fotografia d'interni – sia di abitazioni che di locali commerciali - che mi affascina per il suo stretto legame con l’architettura.
Recentemente poi una altra immagine è stata pubblicata sul numero 0 della rivista "Marche Cultura".
La collaborazione con Lirici Greci ha stimolato l’allargamento dei miei orizzonti a fotografie di reperti archeologici; alcuni scatti di questo genere, realizzati presso la Soprintendenza di Ancona, sono stati inseriti nel numero 9 della rivista "nostro lunedì".
Strettamente connessa alla foto di architettura, è quella delle sculture, per la possibilità di plasmare i volumi con l'uso di luci e ombre, aggiungendo la propria sensibilità ed il proprio sentire a quello dell'artista che ha creato l'opera oggetto degli scatti.
E per finire un altro genere che sto iniziando ad esplorare è quello della fotografia d'interni – sia di abitazioni che di locali commerciali - che mi affascina per il suo stretto legame con l’architettura.
Hai mai esposto le tue immagini in mostre fotografiche personali o collettive?
Ho iniziato la mia attività espositiva nel maggio 2005, presso il ristorante Historia Cafè di Ancona; da allora ho esposto complessivamente in 7 occasioni individuali, ad Ancona e a Numana; in sei di queste il tema era quello delle emergenze monumentali ed architettoniche della mia città.
L'ultima invece, nell’ottobre 2007, aveva per tema le immagini dell’Università di Ingegneria di Ancona, un complesso edilizio moderno che mi ha sempre affascinato per la sua complessità architettonica e per le soluzioni tecnico-estetiche adottate, e che ho voluto sviscerare a modo mio con 50 immagini mirate sui particolari che più hanno attirato il mio occhio e il mio obiettivo.
Ho in preparazione una serie dedicata alle "Città eterne" (Parigi, Mosca, San Pietroburgo) e vorrei dedicare ulteriore attenzione (sono già circa a metà dell'opera) al porto di Ancona, polo economico e sociale della città.
L'ultima invece, nell’ottobre 2007, aveva per tema le immagini dell’Università di Ingegneria di Ancona, un complesso edilizio moderno che mi ha sempre affascinato per la sua complessità architettonica e per le soluzioni tecnico-estetiche adottate, e che ho voluto sviscerare a modo mio con 50 immagini mirate sui particolari che più hanno attirato il mio occhio e il mio obiettivo.
Ho in preparazione una serie dedicata alle "Città eterne" (Parigi, Mosca, San Pietroburgo) e vorrei dedicare ulteriore attenzione (sono già circa a metà dell'opera) al porto di Ancona, polo economico e sociale della città.
Hai mai avuto riconoscimenti in concorsi fotografici o pubblicazioni delle tue foto su libri o riviste?
La mia passione per la fotografia è stata fin dall'inizio orientata ad ottenere soddisfazioni intime, a livello personale, senza per questo disprezzare le gratificazioni che possono venire dalla cerchia di amici o parenti che spesso noi fotografi trasformiamo in vittime delle nostre richieste di pareri.
Questo mi ha portato a non ricercare concorsi ed occasioni di gara, essendo sempre stato molto schivo nei confronti delle competizioni; in due occasioni ho comunque avuto riconoscimenti, vincendo anche, nel 2007, il primo premio del Concorso regionale Fitel.
Come ho scritto anche sopra, provo invece grande soddisfazione nel vedere mie immagini affacciarsi da pagine di riviste o libri, e visto che la fotografia per me è "solo" una grande passione e non una professione, in questa fase ritengo di potermi considerare davvero molto soddisfatto dell'evoluzione che questa passione ha avuto.
Oltre alle riviste “nostro lunedì” e “Marche Cultura”, mie immagini sono state utilizzate per manifesti, inviti e pieghevoli della serie di conferenze “La parole della filosofia” edizione 2007; nel volume “Vivere l’idea”, atti di un convegno dedicato alla figura di Marcello Stefanini; una foto ha vinto la selezione per il fascicolo di “Tuttocittà 2007”, ed è stata utilizzata per la copertina dello stesso; alcune immagini della biblioteca del Consiglio regionale cono state stampate in gigantografie su pannelli forex esposti nelle edizioni 2006 e 2007 della esposizione “CartaCanta” a Civitanova.
Per chi volesse curiosare tra le esperienze fotografiche che ho avuto in questi ultimi anni, si possono trovare notizie esaurinti nel sito:
http://www.blogger.com/www.sauromarini.it/eventi/events_works.html
Come ho scritto anche sopra, provo invece grande soddisfazione nel vedere mie immagini affacciarsi da pagine di riviste o libri, e visto che la fotografia per me è "solo" una grande passione e non una professione, in questa fase ritengo di potermi considerare davvero molto soddisfatto dell'evoluzione che questa passione ha avuto.
Oltre alle riviste “nostro lunedì” e “Marche Cultura”, mie immagini sono state utilizzate per manifesti, inviti e pieghevoli della serie di conferenze “La parole della filosofia” edizione 2007; nel volume “Vivere l’idea”, atti di un convegno dedicato alla figura di Marcello Stefanini; una foto ha vinto la selezione per il fascicolo di “Tuttocittà 2007”, ed è stata utilizzata per la copertina dello stesso; alcune immagini della biblioteca del Consiglio regionale cono state stampate in gigantografie su pannelli forex esposti nelle edizioni 2006 e 2007 della esposizione “CartaCanta” a Civitanova.
Per chi volesse curiosare tra le esperienze fotografiche che ho avuto in questi ultimi anni, si possono trovare notizie esaurinti nel sito:
http://www.blogger.com/www.sauromarini.it/eventi/events_works.html
Quanto tempo dedichi alla fotografia?
Famiglia e lavoro non lasciano grandi spazi temporali da sfruttare; appena possibile però, al sabato o alla domenica, si fa qualche uscita, io ed il mio amico Flavio, armati di macchina fotografica, andando a zonzo per Ancona o nei paraggi, per fare quattro chiacchiere, magari fumando un toscano e approfittando di qualche buono scatto se capita l'occasione.
Nel passato ho dedicato molto tempo alle community fotografiche sul web, dove questa mia passione ha trovato un grande incentivo, stimolo e motivo di crescita; sono molto legato affettivamente all'esperienza avuta su un sito - "MegaPixel" - per l’evoluzione che mi ha consentito, oltre che per le belle persone che ho potuto conoscere, con alcune delle quali si è creato un rapporto di amicizia che dura ancora oggi nonostante si abiti in città diverse e lontane, ma legati dalla comune passione fotografica.
Nel passato ho dedicato molto tempo alle community fotografiche sul web, dove questa mia passione ha trovato un grande incentivo, stimolo e motivo di crescita; sono molto legato affettivamente all'esperienza avuta su un sito - "MegaPixel" - per l’evoluzione che mi ha consentito, oltre che per le belle persone che ho potuto conoscere, con alcune delle quali si è creato un rapporto di amicizia che dura ancora oggi nonostante si abiti in città diverse e lontane, ma legati dalla comune passione fotografica.
Raccontaci uno o più episodi curiosi o simpatici durante una giornata passata a fotografare.
Di episodi ce ne sarebbero tanti, ma preferisco ricordare l'atmosfera amichevole e un po' goliardica che contrassegnava i raduni di "MegaPixel"; ricordo in particolare le facce stupite della gente che si vedeva circondata da tante persone (a volte anche varie decine) armate di macchine fotografiche, chiedendo incuriosita di cosa si trattasse, e magari pensando a qualche set cinematografico.
Una cosa positiva è il gran numero di ritratti che mi ritrovo oggi di quel periodo, io che avevo sempre un po' rifuggito dal farmi fotografare nelle pose canoniche; durante i raduni, invece, era un susseguirsi di click, una sorta di "tutti contro tutti" a cercare di immortalare gli amici in pose curiose o scherzose; in mezzo a tanti scherzi, però, uscivano spesso ritratti molto belli ed intensi, che ora sono lì a ricordare quei momenti così spensierati e gratificanti, oltre che densi di fotografia.
Quando rivedi i tuoi vecchi scatti cosa pensi?
Mi viene in mente il tempo che è passato, e quanto io ne possa aver perso tralasciando per lunghi anni questa attività; ma poi vedendo quello che oggi mi ritrovo tra le mani penso che forse quel periodo sabbatico mi è stato utile per maturare qualcosa in modo magari inconsapevole, ma che indubbiamente oggi mi da soddisfazioni che nel passato non ho mai nemmeno immaginato di provare nel guardare una mia fotografia.
Dove sono pubblicate, sul web, le tue foto?
Da circa 4 anni ho un sito web all'indirizzo http://www.sauromarini.it/; non lo curo in modo assiduo, dato che preferisco uscire a scattare più che restare a tavolino a sistemare il già fatto.
Credo però che un sito web sia uno strumento oggi indispensabile per chi ama fotografare, in quanto è un veicolo di conoscenza e di diffusione senza pari, dai costi minimi, che ti consente di farti conoscere e di stringere conoscenze e amicizie senza alcuna frontiera.
Per me, poi, che proprio su internet ho trovato i miei primi stimoli ad approfondire la fotografia digitale, il web assume un valore anche più pregnante.
Credo però che un sito web sia uno strumento oggi indispensabile per chi ama fotografare, in quanto è un veicolo di conoscenza e di diffusione senza pari, dai costi minimi, che ti consente di farti conoscere e di stringere conoscenze e amicizie senza alcuna frontiera.
Per me, poi, che proprio su internet ho trovato i miei primi stimoli ad approfondire la fotografia digitale, il web assume un valore anche più pregnante.
Un pensiero a chi si avvicina ora al mondo della fotografia.
Come appassionato delle foto di architettura credo che il primo segreto sia quello di guardare in alto; troppo spesso siamo abituati a camminare in strade consuete e conosciute al millimetro senzq guardarci intorno, eppure basta alzare lo sguardo per scoprire vedute, particolari, prospettive inaspettate e mai viste.
Un altro consiglio, che non ho coniato io ma che ho sperimentato direttamente, è quello di studiare ed assimilare bene i principi della composizione… per poi poterli coscientemente ignorare quando pensiamo che una sana botta di anarchia possa arricchire una immagine altrimenti piatta o insignificante; ma è indispensabile, ripeto, conoscere le regole per poterle contravvenire in modo consapevole.
Terzo e ultimo: non scimmiottare. Non rifarsi a questo o quel mostro sacro, ma cercare ciascuno la propria autonoma e personale via maestra, sperimentando, seguendo l'istinto; non scattare a raffica (ora che la tecnologia digitale ci consente di scattare 1000 foto in un giorno senza spendere una lira), ma costruire le nostre immagini seguendo quella linea che partendo dal cuore attraversa il cervello fino a giungere al soggetto fotografato (giusto per parafrasare una frase di uno che ne sa infinitamente più di me!).
Un altro consiglio, che non ho coniato io ma che ho sperimentato direttamente, è quello di studiare ed assimilare bene i principi della composizione… per poi poterli coscientemente ignorare quando pensiamo che una sana botta di anarchia possa arricchire una immagine altrimenti piatta o insignificante; ma è indispensabile, ripeto, conoscere le regole per poterle contravvenire in modo consapevole.
Terzo e ultimo: non scimmiottare. Non rifarsi a questo o quel mostro sacro, ma cercare ciascuno la propria autonoma e personale via maestra, sperimentando, seguendo l'istinto; non scattare a raffica (ora che la tecnologia digitale ci consente di scattare 1000 foto in un giorno senza spendere una lira), ma costruire le nostre immagini seguendo quella linea che partendo dal cuore attraversa il cervello fino a giungere al soggetto fotografato (giusto per parafrasare una frase di uno che ne sa infinitamente più di me!).
Fotografie: © Sauro Marini
(profile portrait by Riccardo Corsini)
Spero che mi sia consentito terminare con il motto che contraddistingue le mie immagini: "nel silenzio ogni cosa prende forma, basta attendere e saper guardare".
Un ringraziamento sincero a Libero Api per questa opportunità, e complimenti per il suo stupendo sito.
E via, un'altra persona che mi fa molto piacere ritrovare, Sauro ti saluto calorosamente, ogni tanto faccio qualche giro sul tuo sito. Anche con te ho passato un periodo intenso di fotografia e di convivialita', mi fa molto piacere ritrovarti qui, ospitato da Libero.
RispondiEliminaOra vado di fretta, mi premeva salutarti.
E' stato un piacere leggerti e un dispiacere trminare la lettura.
Questa sera ci "risentiamo"
Ciao.
enrico (ventrix)
Bravo Libero!
RispondiEliminaE bravo anche a Sauro! Mi ha fatto piacere leggere la tua intervista e rivedere le tue foto. Ho apprezzato anche il cenno a Tina Modotti
Ciao Mila, ciao Enrico, il piacere è reciproco e non di routine; i vostri nomi si associano a bei ricordi, e il ringraziamento a Libero per questa bella vetrina è anche più caloroso per questa possibilità di ri-incontrarsi anche se fugacemente.
RispondiEliminaUn salutone a entrambi
Sauro
Questa sera.... avevo detto, e purtroppo non sono riuscito a scrivere, il tempo, comme sempre, e' tiranno; cerco di rimediare qusta mattina. Mi ha fatto molto piacere rivedere le tue immagini con il tuo stile acsiutto e contrastato, bellissimi bianchi e neri, digitale o analogico non ha nessuna importnza, credo che l'obiettivo primario delle fotografie sia quello di suscitare emozioni e sensazioni e , amio parere, con le tue immagini raggiungi lo scopo.
RispondiEliminaHai ragione ad essere affezionato alla foto proposta nel Blog di Libero, la spirale, e' veramente bella e mi fa mensare ad un pensiero che si attirciglia e allo stesso tempo, se si gurda dal centro verso l'esterno, ad un pensiero che si espande e si allarga. Come tutte in le cose c'e un diritto e un rovescio e gli stati d'animo alimentano la sensazione in una direzione o nell'altra e non necessariamente si limitano a solo due alternative.
Approfitto per salutare anche Mila, un bel po' di tempo che non ci si incrociava.
Ciao.
enrico (ventrix)
BELLE, BELLE, BELLE!
RispondiEliminaLi.
Ciao Upupa, grazie grazie grazie!
RispondiEliminaSauro
ringrazio Libero che tramite lo spazio su micromosso.com da modo di conoscere questi fotografi bravissimi come Sauro.
RispondiEliminaGrazie e complimenti a entrambi
Grazie a te Antonio per la disponibilità, ciao!
RispondiEliminaLibero