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martedì 20 aprile 2010

Fotografi nel web #115: Simona Durzu



Simona Durzu: chi è?
Sono una... fotoqualcosa, diciamo. Una 22enne che, al grido di "Io... speriamo che me la cavo", cerca di giocare col flusso di immagini che vanno dal mio mondo interiore a quello esteriore, a volte mettendo in scena il primo, altre reinterpretando il secondo. Non sempre mi riesce, ma sto imparando ad essere paziente.

Quando hai iniziato a fotografare?
Mi piacerebbe poter dire che la mia prima parola è stata "click" o che a cinque anni ero già un'esperta di tempi di esposizione ed apertura del diaframma, ma sarebbe una gran bella bugia. Anche se da piccola passavo molto tempo con un amico di famiglia (fotografo e pittore che tuttora ritengo eccezionale), all'epoca ero molto più interessata alla scrittura. Il mio interesse per le arti visive era circoscritto alle illustrazioni (traduzione: tremendi scarabocchi) che realizzavo per le mie poesie usando i residui di tempera del suddetto amico. Questo binomio, però, ha fatto sì che mi avvicinassi alla fotografia qualche anno più avanti, ovvero quando, scrivendo su un blog, accompagnavo sempre i testi a delle fotografie finchè, dopo una sera passata a cercare inutilmente "quella giusta", ho cominciato a pensare "...E se provassi a farle io?". E così è cominciata questa malat... pardon, volevo dire passione!

Quale genere ti piace maggiormente fotografare?
Posto che le mie fotografie andrebbero poste alla voce "chiamate la neuro" (dovrei dire "conceptual", vero?), pur se scarsamente ricambiata amo anche il ritratto "rubato". Mi costringe ad osservare fino in fondo e ad essere molto severa con me stessa, cercando di non cedere alla tentazione dei soggetti "facili" o alla ricerca del "particolare" ad ogni costo. La vera sfida, o forse la vera cura a questi tempi così veloci, è re-imparare a trovare la bellezza di ciò che è apparentemente semplice e banale. Lo so, sto scoprendo l'acqua calda. Ma è bene ricordarmelo. [...]


L'intervista continua su Fotografi nel Web




Fotografie: © Simona Durzu

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