Rossella Fernandez: chi è?
Mi definirei una donna "timidamente curiosa" della vita che esprime, racconta le proprie emozioni, le proprie sensazioni, il proprio mondo interiore, attraverso la fotografia. La macchina fotografica è "in primis" un mezzo che mi permette di superare l’emotività e di comunicare i miei stati d’animo e le mie idee con fantasia e creatività.
Quando hai iniziato a fotografare?
Ho iniziato a fotografare all’età di 19 anni con una reflex analogica Nikon FE10; qualche anno dopo mi regalarono una fantastica Nikon FM2 che utilizzo, ancora oggi, se devo scattare in analogico. In realtà per un lungo periodo della mia vita ho fotografato poco e di rado. Il risveglio dal torpore fotografico è avvenuto solo cinque anni fa grazie all’ACAF, un’associazione di fotoamatori catanesi, che mi ha permesso di ritrovare e coccolare una passione mai dimenticata.
Quale genere ti piace maggiormente fotografare?
Prediligo molto una fotografia "pensata" che racconta attraverso metafore, che crea messaggi subliminali, nell’intento di indurre l’osservatore alla riflessione. Molti dei miei scatti lasciano trasparire un sentimento di solitudine che mi appartiene da sempre anche se, in questi ultimi anni, il confronto fotografico, con tante persone a me vicine, mi ha permesso di indossare abiti nuovi, più ironici. [...]
Mi definirei una donna "timidamente curiosa" della vita che esprime, racconta le proprie emozioni, le proprie sensazioni, il proprio mondo interiore, attraverso la fotografia. La macchina fotografica è "in primis" un mezzo che mi permette di superare l’emotività e di comunicare i miei stati d’animo e le mie idee con fantasia e creatività.
Quando hai iniziato a fotografare?
Ho iniziato a fotografare all’età di 19 anni con una reflex analogica Nikon FE10; qualche anno dopo mi regalarono una fantastica Nikon FM2 che utilizzo, ancora oggi, se devo scattare in analogico. In realtà per un lungo periodo della mia vita ho fotografato poco e di rado. Il risveglio dal torpore fotografico è avvenuto solo cinque anni fa grazie all’ACAF, un’associazione di fotoamatori catanesi, che mi ha permesso di ritrovare e coccolare una passione mai dimenticata.
Quale genere ti piace maggiormente fotografare?
Prediligo molto una fotografia "pensata" che racconta attraverso metafore, che crea messaggi subliminali, nell’intento di indurre l’osservatore alla riflessione. Molti dei miei scatti lasciano trasparire un sentimento di solitudine che mi appartiene da sempre anche se, in questi ultimi anni, il confronto fotografico, con tante persone a me vicine, mi ha permesso di indossare abiti nuovi, più ironici. [...]
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