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giovedì 15 settembre 2011

“La luce delle Marche. 9 fotografi raccontano il loro territorio”


Si inaugura sabato 17 settembre alle ore 18,30 presso l’Auditorium di Santa Teleucania a Morro d’Alba la mostra di fotografia ‘La luce delle Marche’, a cura di Simona Guerra. L’esposizione, fortemente voluta dall’Amministrazione del Comune di Morro d’Alba e resa possibile anche grazie al prezioso contributo della Banca di Credito Cooperativo di Ostra e Morro d’Alba, è interamente dedicata al territorio marchigiano inteso nelle sue molteplici e più diverse realtà ed interpretazioni.

Scelti fra i più significativi autori marchigiani, tutti già molto noti a livello internazionale, la curatrice, ha voluto rendere omaggio alla sua terra attraverso la magistrale opera dei fotografi, offrendo al visitatore una rosa di interpretazioni visive ed emotive del territorio tanto diverse fra loro quanto vicine nel comune senso di appartenenza alle Marche.

Gli autori in mostra sono: Eriberto Guidi, Giovanni Marrozzini, Mario Dondero, Ignacio Maria Coccia, Lorenzo Cicconi Massi, Ferruccio Ferroni, Mario Carafòli, Mario Giacomelli, Riccardo Gambelli.

Tre generazioni di fotografi che tracciano dei precisi segmenti paesaggistici e interiori e che offrono uno spunto di riflessione alla nostra ricerca di senso e bellezza. Immagini che si aprono nel loro silenzio per accompagnarci tra quiete e contrasti, al di fuori del documento, in noi stessi, tra cielo e terra.

La scelta della cornice espositiva, Morro d’Alba, non è affatto casuale in quanto il ritrovarsi nell'immagine, nel paesaggio stesso, una volta usciti dalla sala espositiva è una parte integrante dell’esperienza della mostra. Naturalmente il "ritrovarsi" è da intendere anche come riconoscersi, nella propria terra e nell'identità presente, se pur troppo spesso abbandonata tra le abitudini che alterano la memoria; questa è la magia delle immagini scelte! Ognuno libero dal morso continuo del tempo e dello spazio uscirà da questa esposizione per entrare nell'invisibile rappresentato.

La mostra resterà aperta dal 18 settembre al 16 ottobre, tutti i giorni, con orari che potrete trovare visitando il sito www.comune.morrodalba.an.it oppure chiamando il n. 0731.63000.


“La luce delle Marche. 9 fotografi raccontano il loro territorio”
Dove Auditorium di Santa Teleucania, Morro d’Alba (AN)
A cura di Simona Guerra
Dal 18 sett. al 16 ott.
Inaugurazione sabato 17 sett. ore 18,30.
Informazioni 0731.63000
Apertura e orari Lunedì – Giovedì su prenotazione
Venerdì e sabato dalle 17.00 alle 19.00
Domenica dalle 16.00 alle 19.00

lunedì 1 febbraio 2010

incontro con Lorenzo Cicconi Massi - Roma, 23/02/2010

Il fotografo senigalliese Lorenzo Cicconi Massi allestirà a Roma una breve mostra fotografica, dal 15 al 23 febbraio 2010, presso il Teatro dei Dioscuri, nel complesso di S. Andrea, in Via Piacenza.
A conclusione della mostra, il giorno 23 febbraio alle ore 10:30, si terrà un incontro con l'autore seguito da una visita guidata alla mostra; l'incontro rientra nel programma didattico promosso dall'Osservatorio della Fotografia della Provincia di Roma, diretto da Carlo Emanuele Bugatti.
Invito, chi può, a partecipare.

giovedì 5 marzo 2009

"La mia Senigallia", un articolo di Ruggero Passeri su Fotografia Reflex

Il noto fotografo romano racconta la sua esperienza senigalliese

"A Senigallia ho trovato una intensa carica umana intorno a me: che fossero bagnanti a passeggio o giocatori di bocce, ballerini di be-bop o ragazze dal parrucchiere, tutti trasmettevano qualcosa di forte e di vivo. Io vorrei sperare di essere riuscito a raccontare tutto questo. Un buon fotografo non potrebbe chiedere di più."

Sono le frasi con cui si conclude un affascinante articolo del noto fotografo romano Ruggero Passeri, pubblicato sul numero di marzo 2009 del mensile “Fotografia reflex” con il titolo “La mia Senigallia” e corredato di numerose immagini dei suoi migliori scatti nella nostra città.

È una sorta di reportage su “una città che è essa stessa fotografia”, come scrive l’autore nelle sue impressioni, ricordando tra l’altro la storia scritta dal Gruppo Misa, citando espressamente dopo il nume tutelare di Mario Giacomelli, i nomi di Cavalli, Ferroni, Bocci, Gambelli, Branzi, ma anche i protagonisti del “Manifesto del Passaggio di frontiera”, il fotoreporter Giorgio Pegoli e il “bravo Cicconi Massi”.

Ruggero Passeri è stato il protagonista di una mostra di ritratti degli artisti italiani del ‘900 ospitata presso il Museo comunale di Arte Moderna, dell’Informazione e della Fotografia. Proprio cogliendo questa occasione, lo scorso agosto, “non mi occorse molto tempo – scrive Passeri nel suo articolo – per comprendere che avrei avuto molti altri stimoli per scattare. Senigallia offre scorci particolari e suggestivi, capaci di tentare ogni fotografo…
Li cita, naturalmente, non soltanto con le parole ma anche con le immagini prodotte in quella estate, tutte accompagnate da un commento sui sentimenti che hanno originato ogni singolo scatto e sulle caratteristiche della loro realizzazione tecnica: la luce del sole sul Misa e sui Portici Ercolani, la sagoma della Rotonda bianca sul mare, la scultura della Penelope sul molo, le immagini in spiaggia e le incredibili lunghe notti del Summer Jamboree.

Le ben otto pagine riservate al servizio, sul centinaio complessivo dell’intera rivista, ne comprendono anche una interamente dedicata alla presentazione del Musinf di Senigallia, situato in Via Pisacane, invitando tutti a scoprire l’importanza e la vastità delle sue collezioni.

Fonte: Comune di Senigallia




Ruggero Passeri è nato e vive a Roma. Ha iniziato ad interessarsi di fotografia alla fine degli anni sessanta. Laureato in Lettere, ha pubblicato sue foto e articoli su quotidiani, periodici e riviste specializzate. Ha esposto le sue prime opere nel 1983 alla Galleria Il Fotogramma di Roma. Nel 1999 ha presentato a Roma “Camera”, al Centro Sight & Sound. Nel 2000 è stato relatore ospite al Canon Day svoltosi a Milano a cura di Canon Italia. Nel 2001 è seguita la mostra “San Lorenzo” presso la Libreria Odradek di Roma, successivamente ospitata alla Galleria Tina Modotti di Acerra (Na). Sono seguite poi le mostre “Prove per un Calendario dell’Eur”, “25 Ritratti”, “Remembrance Day” e ”Malta”. Nell’agosto 2008 una sua serie di 40 ritratti di artisti e intellettuali italiani è stata esposta dal Museo Comunale di Arte Moderna e dell’Informazione di Senigallia, e fa attualmente parte dell’archivio del Museo, che è specializzato nella fotografia e vanta, tra l’altro, le opere di Mario Giacomelli e dei fotografi senigalliesi del Gruppo Misa. Da diversi anni Passeri utilizza esclusivamente fotocamere digitali, anche per il bianco e nero, che costituisce il nucleo principale del suo lavoro.

Passeri ha pubblicato sue foto ed articoli su: “Il Manifesto”, “Alias”, “Almanacco Odradek”, “Fotografare”, “Reflex”, “The Roman Forum”, “Corriere Adriatico”, e su numerosi siti web specializzati.

Di Passeri hanno scritto: Mirella Bentivoglio, Mario Lunetta, Carlo Emanuele Bugatti, Eugenio Martorelli, Daniele Gonfalone.

giovedì 19 febbraio 2009

Lorenzo Cicconi Massi cura il DVD per promuovere Senigallia alla BIT di Milano

Fonte: Carlo Leone 60019.it

Presentato il 18 Febbraio 2009 nella sala consiliare del Comune il Dvd promozionale su Senigallia, un lavoro costato molte ore di lavoro e di registrazione ma che alla fine potrà dare i suoi frutti alla Borsa Internazionale del Turismo (B.I.T.) di Milano, dove verrà proiettato.

A cura di Lorenzo Cicconi Massi, noto artista senigalliese, e con la collaborazione di Lara Massi e Paolo Mattei, il dvd nasce dalla volontà di promuovere Senigallia nei più importanti centri che si occupano di turismo: la B.I.T. di Milano è appunto uno dei momenti più significativi per parlare di Senigallia rivolgendosi ad un pubblico vasto ed eterogeneo.

Per questo il comune si è rivolto al più noto regista e fotografo di Senigallia, su cui gli assessori alla cultura e promozione, Velia Papa, e al turismo, Gennaro Campanile, hanno puntato fin da subito affiancandogli alle musiche Roberto Mazzanti e Cinzia Poli ai testi. Le voci narranti sono di Lorenzo Visi, Catia Urbinelli, Janet Simmonds.

Il dvd, duemila copie tradotte ovviamente anche in lingua inglese, si compone di un filmato introduttivo della durata di circa 7 minuti che offre una completa panoramica di Senigallia e delle sue bellezze, e una seconda parte con i contenuti speciali, suddivisi in tre sezioni: per primo, "Il patrimonio artistico e culturale", con diverse immagini dai principali palazzi storici e monumenti cittadini; poi "La spiaggia e la cucina di qualità" per evidenziare la ricchezza di un territorio che nel mare ha trovato uno dei suoi punti di forza e infine "Gli eventi", momento espressamente dedicato alla vita cittadina, dal Summer Jamboree, al Caterraduno, alla Fiera, ai concerti alla rotonda, fino ai mercatini natalizi.


Lorenzo sorpreso in azione dal sottoscritto lo scorso ottobre in Piazza del Duca

Un lavoro protrattosi da maggio a dicembre, come sostiene il regista-curatore Cicconi Massi, in modo da poter offrire un assaggio di Senigallia in tutte le stagioni, come una città che non vive solo d’estate, ma che, grazie ai giochi di luce, alle bellezze paesaggistiche e all’anima cittadina conviviale e aperta, riesce a riempire 13 km di spiaggia con locali, musica, appuntamenti culturali, momenti ricreativi e divertimenti per tutti.

giovedì 28 febbraio 2008

"la Voce Misena" pubblica oggi la mia intervista a Lorenzo Cicconi Massi

Su "la Voce Misena" n°8/2008, in distribuzione da oggi, ci sono anch'io.
Il periodico della Diocesi di Senigallia
dedica infatti il paginone centrale, questa settimana, alla fotografia con l'articolo "Fotografi di razza", che riporta integralmente l'intervista al fotografo senigalliese Lorenzo Cicconi Massi, realizzata e pubblicata il 28 gennaio scorso su questo blog dal sottoscritto.
Una bella soddisfazione...


Purtroppo, per motivi di "peso", ho dovuto ridurre le dimensioni della scansione della rivista, ne risulta un testo con caratteri molto sottili e non facilmente leggibili; segnalo quindi il link diretto per tutti coloro che avessero voglia di leggere (o rileggere) l'intervista nella versione on-line:

foto-intervista a Lorenzo Cicconi Massi

Un ringraziamento a Laura Mandolini, redattrice della rivista, per lo spazio concessomi.
Buona lettura!

venerdì 1 febbraio 2008

Un giorno nella vita dell'Italia

Il Corriere della Sera l'ha definita una "visita guidata all'Italia del 2008": sono 47 fotografie scattate da altrettanti fotografi il 14 gennaio 2008 a documentare la cronaca di una giornata italiana.
Una come tante, un lunedì scelto a caso.
Tutti i 47 fotografi si sono gettati in questa avventura con passione, impegno e umiltà, a cominciare da autori di fama internazionale come Gianni Berengo Gardin, Mauro Galligani, Gianni Giansanti; tra questi anche l'amico e concittadino Lorenzo Cicconi Massi che ha scelto, per quel lunedì di metà gennaio, di rappresentare una scena di vita in una cascina nelle campagne dell'entroterra senigalliese, eccola:


Lo riporto per intero, anche se un po' lungo, ma trovo molto interessante questo commento di Antonio D'Orrico al progetto del Corriere della Sera:

La soap napoletana. Il maiale di Senigallia. Il raggio laser di Frascati. La paracadutista di Rocca di Papa. I chirurghi di Milano. La zarina etrusca. Il meccanico fan di Monnezza...

Un uomo, in mezzo a una città, corre su un ponte incompiuto che finisce con un salto nel vuoto. C'è una metafora più calzante di questa foto per dire dove va l'Italia 2008? Una fotografia non dovrebbe mai essere letta come una metafora. La fotografia è nata per essere il contrario: nuda realtà. Una foto è una foto. Ma nell'Italia del 2008 siamo alla ricerca ossessiva, maniacale di significati, spiegazioni, interpretazioni perché le cose che avvengono appaiono insensate, incomprensibili.
E quindi anche se quest'omino che fa footing sul ponte non finito è una persona in carne e ossa e non un'astrazione, anche se la città che lo circonda con la sua foresta di cemento è Napoli, anche se quel ponte incompiuto come La Gioconda esiste davvero al Vomero, il risultato finale sembra un'invenzione, un fotomontaggio. L'incredibile, in Italia, è diventato vero. Siamo ormai la metafora di noi stessi.

Questi sono i pensieri che mi ispirano le 47 fotografie scattate da altrettanti fotografi il 14 gennaio 2008 a documentare la cronaca di una giornata italiana. Una come tante, un lunedì scelto a caso. I reportage di questo tipo servono di solito a dare un'idea della vita quotidiana di un paese, a raccontare le cose che di solito non attirano l'attenzione di giornali e televisioni, le cose che non sono eclatanti, che non succedono raramente, che non fanno notizia ma costituiscono il tessuto dell'esistenza ordinaria che continua un giorno dopo l'altro.

Il reportage del Magazine ospita molte foto che raccontano la vita com'è in Italia, la storia del 14 gennaio 2008, una pagina di diario. Quel giorno nelle campagne di Senigallia lavoravano il maiale. Contemporaneamente, in un'officina di Piacenza, lavoravano al tornio pezzi per impianti petroliferi e nucleari. All'Istituto Besta di Milano rimuovevano un tumore cerebrale mentre il paziente chiacchierava tranquillamente con l'anestesista (miracoli quotidiani di cui non si parla quasi mai). A Roma si pattinava sul ghiaccio all'ombra dell'Auditorium disegnato da Renzo Piano. A Trastevere, Stefano, meccanico, appollaiato su una moto Honda, mangiava un panino sotto un ritratto di Tomas Milian nei panni di Monnezza. A Frascati, gli scienziati dell'Enea, nei loro camici verdi, cuffie protettive in testa, facevano esperimenti sulla fusione nucleare "a confinamento inerziale". A Prato, lo scrittore Sandro Veronesi si era appena svegliato e, seduto in cucina, prendeva il caffè fumando una sigaretta e leggendo la Gazzetta dello Sport un po' corrucciato, è juventino e l'Inter aveva vinto anche quella domenica (notate, nella foto, il particolare del portacenere, sponsorizzato Corriere della Sera, un pezzo di modernariato griffato Fornasetti)...
Ah, un Paese che lavora, che si cura, che si nutre, che ricerca, che si diverte, che si merita un bel caffè. Sembra una di quelle visite guidate che si facevano nei Paesi del socialismo reale. Ma sappiamo che tutto ciò non è reale, che quest'Italia non esiste, che non ne viene certificata l'esistenza in vita, che non ne vengono riconosciuti i meriti. Quest'Italia sobria, operosa, inventiva non esiste.

No, l'Italia non è così. L'Italia è una metafora. Anzi una serie di metafore. Mischio le 47 foto come un mazzo di carte. Estraggo la Metafora Numero 1: siamo sul set di Un posto al sole, la decana delle soap italiane. Terrazza di Villa Solimene a Posillipo, esterno-giorno, sembra tutto pulito, ordinato, illuminato bene. Sullo sfondo la meraviglia del Vesuvio affacciato sul Golfo, uno dei paesaggi più belli del mondo. Ma è tutto fasullo. Dietro questo scenario da sogno era in pieno svolgimento il 14 gennaio 2008 la guerra della spazzatura, combattuta senza quartiere fino all'ultimo cassonetto.
Metafora Numero 2: isola dell'Asinara, qui è stata ospitata per anni la crème de la crème del banditismo nazionale. Il signore che si vede nella foto, avvolto nel cappottone d'ordinanza, è l'ispettore superiore del corpo di polizia penitenziaria Gianmaria Deriu. Egli è rimasto solo all'Asinara e ne è, assieme, custode, console, ambasciatore, vicerè. Lì, davanti ai bastioni del Fortino che fu la prigione Fornelli, l'ispettore superiore Gianmaria Deriu sembra il sottotenente Drogo del Deserto dei Tartari di Buzzati. La sua solitudine è la condizione esistenziale e politica di tanti italiani malinconicamente perbene.

Metafora Numero 3: Civita di Bagnoregio, detta la città morente perché a due millenni e mezzo dalla sua costruzione in epoca etrusca si sta ineluttabilmente sfaldando. È in corso un tentativo disperato di salvarla dal suo destino di polvere. Tra le salvatrici c'è Zarina Astra, che è nata a Riga ed è scampata alle persecuzioni naziste (prima) e staliniste (dopo). Zarina Astra, fotografata al tavolo di lavoro mentre cala la notte su Civita di Bagnoregio e sul 14 gennaio 2008, con la forza della sua biografia, con la sua fede in una bellezza antica che sembra ormai perduta, può essere la testimonial giusta per dire quanto è difficile la partita che l'Italia sta giocando.

Chiudiamo così su questo sfondo d'apocalisse incombente? O chiudiamo sulla bellissima Roberta Mancino che, sempre quella notte del 14 gennaio 2008, posava nuda per questo servizio, i fianchi intarsiati da un tatuaggio di salamandra, in uno studio fotografico di Rocca di Papa? Roberta ha poco più di vent'anni, è attrice, campionessa mondiale di paracadutismo free style. Il suo know how può tornare utile nell'Italia in caduta libera del 2008. E poi la salamandra impressa sulla sua pelle non è simbolo di rinascita?

Segnalo anche che su questa pagina è possibile ammirare tutte le foto ed anche lasciare un voto per stabilire quale sia l'immagine più bella o rappresentativa di una giornata italiana.
Una come tante, un lunedì scelto a caso.
Fonte foto: www.corriere.it

lunedì 28 gennaio 2008

Foto-intervista a Lorenzo Cicconi Massi

Due chiacchiere con Lorenzo Cicconi Massi, classe 1966, fotografo e regista.
Lorenzo Cicconi Massi nasce a Senigallia dove tuttora vive; nel 1991 discute la tesi di laurea in sociologia "Mario Giacomelli e il gruppo Misa a Senigallia".
Comincia il suo lavoro di ricerca fotografica in bianco e nero, contemporaneamente realizza i primi cortometraggi a basso costo, premiati in alcuni festival e poi trasmessi da Tele+ e Rai.
Nel 1999 ottiene il primo premio al concorso Canon; dal Gennaio del 2000 è uno dei fotografi dell'Agenzia Contrasto.
La sua ricerca si sviluppa e trae suggestioni per lo più posando lo sguardo sulle realtà umane e paesaggistiche della sua terra.
I suoi lavori vengono premiati in numerosi concorsi, pubblicati dalle maggiori testate italiane ed esposti in due personali alla Treffpunkt Galerie di Stoccarda e allo Stadthaus di Ulm.
Dal 2006 alcune sue stampe fanno parte della collezione di Forma, prestigioso centro per la fotografia di Milano e della galleria americana di Nile Tuzun.
Nel 2007 è premiato nella sezione "sports features singles" al World Press Photo, con un lavoro sui giovani calciatori cinesi.
Nella primavera del 2007 riceve il premio G.R.I.N.
Nel maggio 2007 espone a Palazzo del Duca di Senigallia la mostra "Viaggio intorno a casa", con catalogo edito da Contrasto.
La stessa mostra viene esposta nell'ottobre 2007 al centro Forma di Milano.
Come regista esordisce nel 2007 con il lungometraggio "Prova a volare" che ha fra gli interpreti Riccardo Scamarcio, Alessandra Mastronardi, Ennio Fantastichini e Antonio Catania.



Lorenzo Cicconi Massi: chi è?
Un senigalliese, che ha la fortuna di guardare il mare dando le spalle alle colline più belle del mondo.

E' nato prima il fotografo o il regista? Ci racconti gli inizi e quale è stata la tua evoluzione artistica?
Di sicuro il regista! Ho cominciato nel 1982 con la videocamera che prendevamo di nascosto ad Edmo Leopoldi, per girare i nostri video demenziali, con il figlio Amleto, Corrado Bacchiocchi e Paolo Fornaroli, che è diventato poi mio stretto collaboratore.

Anni passati a sperimentare inquadrature, a inventare scene, una passione fortissima.

Nel 1987 ho comiciato a scattare le prime foto e anche lì è stato fondamentale l'utilizzo, sempre gratuito, della camera oscura nel retro di "Foto Leopoldi":
scoprivo il mondo dello sviluppo, della stampa, della magia della luce.

Nel 1989, vedendo i bimbi vestiti di bianco al compleanno di mio fratello, ho sentito l'esigenza di raccontare il loro gioco spensierato; quella serie dal titolo "le strade per giocare"
rimane una delle mie intuizioni più felici.



dalla serie "le strade per giocare"

Per ogni fotografo che viva a Senigallia è inevitabile scontrarsi e confrontarsi con l'opera di Mario Giacomelli, e tu sei stato definito da più parti il suo "erede naturale" anche a causa del tuo stile caratterizzato da forti contrasti, da figure in controluce e soggetti illuminati in maniera forte e diretta, nonché dallo stesso forte attaccamento alla vostra terra di origine, le Marche. Quale è stato il tuo rapporto col Maestro e cosa rispondi a chi ti paragona a lui?
Sono andato in cerca di Giacomelli e del suo pensiero, con l'umiltà di chi sa di scendere nel campo di un maestro assoluto.

Con lui ho avuto incontri occasionali, sempre presso lo studio di Leopoldi, ma anche appuntamenti nella suo angolo in tipografia dove gli mostravo qualcosa di quello che facevo, ma più che altro avevo piacere ad ascoltare i suoi racconti.
Il paragone con lui mi lusinga e mi imbarazza, ma credo che, se anche ci sono radici territoriali comuni e tratti stilistici similari, i nostri sono due mondi lontani più di quello che si creda.

Comunque lasciamo perdere i paragoni giornalistici: Mario è una leggenda, io solo uno che ha dimostrato di valere qualcosa.


dalla serie "paesaggi delle Marche"

Che attrezzatura fotografica e quali ottiche usi abitualmente per lavoro? Quanto tempo dedichi alla camera oscura?
Uso una Yashica Matt 124, vecchia di 40 anni, e una Pentax 6x7.
Cerco di non far sentire troppo la presenza della lunghezza focale, soprattutto del grandangolo spinto, mi sembra una forzatura visiva che spesso toglie equilibrio e rigore compositivo; prediligo ottiche che vanno dal 35 al 50 mm. (nello standard del 24x36).
Stampo ogni foto personalmente, non ne potrei fare a meno: la camera oscura è un momento in cui si può stravolgere la foto e quello che si vuole dire con essa.
A volte proietto il negativo grandissimo e ci metto molto tempo a trovare la nuova composizione all'interno di esso, cerco sempre qualcosa che ad un primo sguardo non avevo visto.



dalla serie "le giovani famiglie"

Quali fotografi del passato, o ancora in vita, hanno influenzato maggiormente il tuo modo di fotografare? E quali ammiri in modo particolare?
Ne ammiro moltissimi, ma non credo che ci siano alcuni che mi abbiano influenzato al punto da sentirli come riferimenti; o meglio, tutti forse siamo influenzati dai maestri visto che li studiamo e nutriamo il nostro spirito anche grazie alle loro opere.

Su quali libri o riviste sono state pubblicate le tue immagini? E presso quali gallerie è possibile ammirare le tue foto?
Ho pubblicato foto nei libri di "Contrasto", partecipando sempre con più fotografi: da "Eurogeneration" del 2003, a "Paesaggio prossimo" sulla provincia di Milano.

E' di prossima uscita un libro scritto da Antonio Pascale dal titolo "Solo in Italia" con contributi fotografici miei e di altri tre colleghi.

Le riviste che hanno pubblicato le mie foto sono un po' tutte quelle del panorama italiano: Sette, Ventiquattro, Il Venerdì, Panorama, Io Donna, Anna ecc... e poi alcune riviste francesi, come Images Magazine, Réponsès photo.

A Senigallia alcune mie stampe si trovano presso la galleria "Portfolio", a Milano presso "Forma", e infine alla "Nile Tuzun Gallery" a S.Francisco.




dalla serie "eurogeneration"

Qual è lo scatto al quale sei particolarmente legato e per quale motivo?
Questa: è una delle prime immagini che ho scattato ed anche una delle più apprezzate in generale.

dalla serie "le strade per giocare"

Ora quel muro della vecchia palestra di Ragioneria a Senigallia non esiste più, le sue screpolature che assomigliavano ad una cascata di stelle sono state coperte. Forse è da questa foto che è nata la voglia di andare oltre quello che la realtà ti presenta, scoprirlo con la pellicola e la camera oscura, dare inizio ad un lavoro che non sai dove ti porterà.

Come sei arrivato a lavorare con l'Agenzia Contrasto?
Mi hanno contattato dopo la vittoria al premio Canon del 1999; io muovevo i primi passi ed a dire la verità non sapevo nemmeno chi fossero loro.
Una bella scoperta per me, quelle cose che ti cambiano la vita, e se ancora non mi hanno sbattuto fuori vuol dire che sto facendo discretamente.



dalla serie "corporate"

Nonostante tu non sia un fotografo che fa reportage, sei stato ugualmente inviato dall'Agenzia Contrasto a Pechino, a fotografare la scuola per giovani calciatori dalla quale usciranno i campioni del futuro: raccontaci le difficoltà incontrate in Cina per effettuare il servizio, e qualche aneddoto curioso legato a questa esperienza.
Lavorare in Cina non è stato facile, perchè la mentalità e le regole in vigore sono molto severe e diverse dalle nostre.

E' stato fatto un lungo lavoro diplomatico, sempre attenti a non chiedere troppo e non urtare la loro disponibilità.

Ho avuto pochissimi giorni, direi poche ore, per effettuare gli scatti, tanto che il progetto base è stato integrato con quello dei giovani cinesi; li fotografavo incontrandoli negli hutong del centro o nelle immense periferie dove lo scenario cambiava di settimana in settimana, tanta era la velocità di costruzione di strutture e palazzi.



dalla serie "giovani cinesi"

Come è nata la foto che ti ha regalato il terzo premio al World Press Photo?

Dopo 4 o 5 ore passate a vedere i ragazzi allenarsi non avevo ancora trovato qualcosa che mi stimolasse davvero; continuavo a vedere solo maglie bianche che si muovevano disordinatamente sul fondo verde del prato.


Quando l'allenatore mise la squadra in ordine sparso per esercizi di palleggio, mi sono buttato a terra e cercando il controluce ho avuto la fortuna di scattare con l'equidistanza perfetta dei palloni dalle teste: i palloni sono sospesi come dei pianeti nello spazio, i corpi tesi e contorti a cercare l'equilibrio perfetto.
Una buona intuizione e un po' di fortuna.


Quali altri riconoscimenti hai ottenuto, oltre al già citato World Press Photo? E quali conseguenze hanno avuto sulla tua attività professionale?
Certamente il premio Canon, poi il premio città di Verona, e infine nella primavera del 2007 il prestigioso premio G.R.I.N., indetto dai migliori photoeditor italiani; averlo vinto è una sorta di consacrazione quantomeno nel mondo giornalistico.
Questo lavoro, il mio lavoro, anche se io continuo a non pensarmi come ad un professionista (parola che non mi si addice), si nutre dei riconoscimenti che ti vengono assegnati.
Con i premi ti riconoscono come autore, ma soprattutto, ed è questa la cosa che mi interessa di più, eviti di perdere autonomia e libertà nei lavori commissionati.

Il tuo film "Prova a volare" ha avuto una gestazione molto travagliata, ed è arrivato nelle sale cinematografiche solo quattro anni dopo la sua realizzazione. Come hai anche ammesso di persona in un'intervista, gran parte del merito dell'uscita del film va al successo che Riccardo Scamarcio ottenne negli anni successivi alla realizzazione della pellicola; ma l'attore ha sempre rinnegato la sua partecipazione e si è sempre reso indisponibile a farsi intervistare o intervenire alle proiezioni del tuo film.
Gioie e amarezze: cosa ti ha lasciato dentro l'esperienza come regista di un lungometraggio? Un sogno realizzato, un traguardo raggiunto o una base di partenza verso nuovi progetti?
Un'esperienza di grande sofferenza, un continuo lavoro su me stesso per le continue iniezioni di fiducia e tranquillità di cui avevo bisogno.
Accarezzare un sogno di una vita, vederlo realizzato, e poi trovarsi imprigionato nel marasma di disonestà e in cui sprofonda il cinema italiano, è stato durissimo.
Come altre volte, mi ha salvato la fotografia e le gioie che ne ricevevevo.
Spero che l'uscita del film e il buon successo che sta avendo nell'home video sia la base per altri progetti, non mi vedo a fare altro: sempre dietro un mirino devo stare per sentirmi bene.


Se ti chiedessi di raccontare una storia o con un film o con 10 fotografie, quale scelta faresti? Chi "comanda" nella tua testa, il regista o il fotografo?
Una storia la racconterei con un film. La fotografia è una faccenda più intima, più legata alla mia storia, che a quella di altri.

Ti va di scegliere uno scatto dal tuo portfolio e di raccontarci "cosa c'è dietro"?

E' più importante sapere cosa c'è dentro una foto, o una serie; comunque sarei molto curioso di sentire dagli altri quello che hanno da dire guardandola...


Questa foto è nata ispirandosi ad un catalogo di Klimt che avevo appena visto.
Ho disegnato quella specie di arzigogoli su un pezzo di negativo trasparente, quella parte in fondo al rullo che non prende luce, e poi ho proiettato il disegno su Marta con un diaproiettore.
La forza dell'immagine è data dalla dinamismo delle linee e da quelle due scie luminose che partono dalle sue pupille.
Ho usato un 30esimo di secondo, il tempo con cui scatto quasi tutte le mie foto.



dalla serie "un altro mondo"

Per concludere, lascia un pensiero o alcuni consigli a chi si avvicina oggi al mondo della fotografia.
Lascio un pensiero, è meno antipatico di un consiglio.
Ogni espressione artistica è tanto più significativa quanto più viene dal profondo di noi stessi; bisognerebbe non perdere mai lo "sguardo puro" e, insieme, sviluppare una coscienza critica feroce verso se stessi.
Io ci sto provando.

Un grazie a Libero e a tutti voi per avermi ascoltato.



dalla serie "fedeli alla tribù"

Fotografie: © Lorenzo Cicconi Massi