Alberto Gianfranco Baccelli (Bag): chi è?
Un creatore di immagini, con ogni mezzo espressivo. Ho cominciato disegnando, poi dipingendo, illustrando, diventando vignettista per alcune testate giornalistiche nazionali, grafico pubblicitario, musicista, narratore e poeta (ho pubblicato alcuni libri), infine questa ricerca perenne mi ha portato alla computer grafica e alla fotografia digitale.
Quando hai iniziato a fotografare?
Ho iniziato a dieci anni circa, per la Comunione mi regalarono una Ferrania Color con obiettivo fisso e due aperture sole del diaframma. Da lì mi sono appassionato e non ho mai smesso.
Quale genere ti piace maggiormente fotografare?
Non metto limiti alla mia creatività ed al piacere di ricercare emozioni nuove...
Hai fatto qualche corso di fotografia?
Più che un corso ho letto molto, enciclopedie intere e molte riviste specializzate. Poi ho osservato quelli bravi che conoscevo ed ho cercato di "rubare i segreti".
Quali sono i fotografi del passato e del presente che più apprezzi?
Tutti. Ognuno mi dà un'emozione diversa, uno spunto nuovo. E non parlo di fotografi famosi solamente. Ci sono dei fotoamatori che hanno poco da invidiare ai maestri.
Che attrezzatura fotografica hai usato nel passato, e quale stai attualmente utilizzando?
Della prima ho già detto, poco più di un giocattolo, ma allora era un mito per me. La prima reflex è stata l'Olimpus OM1, manuale, che ho ancora con un discreto parco obiettivi. Una gloriosa Nikon F3, che uso ancora, una Canon AE1 program (venduta quasi subito) ed adesso una Nikon D70s.
Qual è lo scatto al quale sei particolarmente legato?
Ne ho tanti, ma dovendo scegliere, devo riconfermare lo stesso scatto (Nikon F3 e pellicola Kodakcolor da 100 asa) che ho scelto per la selezione del sito MicroMosso. Uno dei primi scatti veri dopo una pausa di solo foto ricordo familiari, stimolato ed incoraggiato dall'amico Giovanni (Barbelfo).
...e questa: è una foto vecchio stampo, una foto dove si sudava per ottenere dei risultati. Durante lo scatto si pensava poi si scattava, in camera oscura un lungo lavoro di sviluppo e stampa. Ricordi con un po' di nostalgia. A pensarci oggi eravamo dei pionieri, dei carbonari...
Quali sono i tuoi progetti attuali e quali quelli per il futuro?
Non parliamo di progetti che ne ho avviati un sacco e non riesco a trovare il tempo di concluderli... Una raccolta di Poesie, che è già pronta, dove abbino scritti ad immagini; un libro di vignette umoristiche sul mondo del calcio (il cui ricavato sarà devoluto in beneficenza); una mostra fotografica personale... e qui mi fermo.
Hai mai esposto le tue immagini in mostre fotografiche personali o collettive?
Le mie immagini, non fotografiche, le ho esposte in diverse occasioni un po' in tutta Italia, ma quelle fotografiche no. Eccetto la mostra collettiva organizzata dal sito MicroMosso.com.
Hai mai avuto riconoscimenti in concorsi fotografici o pubblicazioni delle tue foto su libri o riviste?
Premi no, ma per lavoro ho pubblicato tante mie fotografie in lavori di vario genere.
Quanto tempo dedichi alla fotografia?
Troppo poco. Vorrei che le giornate fossero di 36 ore almeno...
Raccontaci qualche episodio curioso o simpatico durante una sessione fotografica.
Nelle varie spedizioni, con altri amici fotoamatori, abbiamo corso qualche avventura, anche simpatica. Carabinieri sospettosi che ci hanno fermato e chiesto i documenti, più di una volta; auto impantanate col rischio di dover chiamare qualche contadino col trattore per venirne fuori; contadini adirati perché stavamo calpestando il loro grano...
Quando rivedi i tuoi vecchi scatti cosa pensi?
Mi viene da sorridere e rifletto su una frase attribuita a Fellini, ma una simile l'ha detta anche Edoardo de Filippo: "Il film più bello è quello che farò domani."
Dove sono pubblicate, sul web, le tue foto?
Principalmente su MicroMosso.com e usefilm.com, ma anche su altri siti sia italiani che internazionali. Poi sul mio sito personale http://www.bagdesign.it/
Un pensiero a chi si avvicina ora al mondo della fotografia.
Documentarsi sulla tecnica principalmente e poi osservare i grandi maestri e coloro che ci piacciono. Carpirne i segreti con l'attenta osservazione e provando a rifare cose simili. Quando uno acquisisce la padronanza del mezzo, solo allora -secondo me- può riuscire ad esprimersi come meglio crede, magari cercando di inventarsi uno stile personale.
Per concludere, a chi vuoi lasciare un saluto o un ringraziamento?
Ringrazio te dell'accoglienza e tutti quelli che mi hanno sopportato fino ad ora. Alla prossima.
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